Sudafrica: una finta baraccopoli per turisti ricchi

An aerial view of Emoya's fake slum. Photo source: http://www.emoya.co.za/

Una visione aerea della finta baraccopoli di Emoya. Fonte: http://www.emoya.co.za/

L’Emoya Private Game Reserve [en, come tutti i link successivi], centro per Conferenze e Spa situato a Bloemfontein, in Sudafrica, ha creato delle strutture che riproducono le baraccopoli delle grandi città africane dedicate ai turisti benestanti che vogliono sperimentare il tipo di vita che si respira nei quartieri più poveri. Il tutto “all'interno di un ambiente sicuro in una riserva faunistica privata”. Nell’introduzione a questi finte slum si legge:

Milioni di persone vivono all'interno di insediamenti informali distribuiti nel territorio del Sudafrica. Questi insediamenti consistono in migliaia di case denominate Shack, Shanty o Makhukhus. Uno Shanty solitamente consiste in vecchie lamiere di ferro ondulato o qualsiasi altro materiale che sia costruito in modo da formare una piccola “casa” o un riparo dove condurre una vita normale. Una lampada al cherosene, candele, una radio a pile, servizi igienici esterni (denominati anche long drop) e un tamburo all'interno del quale fare il fuoco per cucinare sono elementi quotidiani di questo stile di vita.

Ora puoi provare anche tu l'esperienza di stare in uno Shanty all'interno dell'ambiente sicuro di una riserva faunistica privata. Questa è l'unica Città-Shanty nel mondo equipaggiata con riscaldamento interrato e wireless per l'accesso a Internet!

Di seguito viene proposto un video della finta città-baracca, pubblicata su YouTube da Emoya.

La maggior parte delle persone hanno definito su Internet quest'idea come priva di tatto e sgradevole. Siji Jabbar, su “This Is Africa“, dice:

Se pensate che l'idea di ricchi turisti in vacanza che impiegano il loro tempo a camminare (o guidare) in una slum per osservare i suoi abitanti come se fossero animali in un safari sia privo di tatto, insensibile e offensivo, i responsabili di Emoya Luxuty Hotel & Spa a Bloemfontein, Sudafrica, hanno trovato un modo per offrire qualcosa di ancora più privo di tatto.

Nel caso in cui non l'abbiate sentito, la gente di Emoya ha costruito una finta città di baracche costituita da Shack in modo che gli ospiti possano sperimentare cosa significhi stare nei bassifondi. Per 850R (corrispondenti a 60€ o 82$) – circa la metà di uno stipendio medio in Sudafrica – puoi passare una notte con tre tuoi amici, familiari o colleghi in una baracca fatta di lamiere. La loro “Shanty Town” ha spazio per 52 ospiti. Non vi sto prendendo in giro.

Siji spiega come mai l'idea è da considerarsi offensiva:

Ci sono un milione di persone nel mondo che vivono nelle slum, e mi arrischio a scommettere che nessuno di loro vorrebbe continuare a vivere in quel modo se avesse la possibilità di scegliere. La scelta è il motivo per cui l'idea di sperimentare di persona cosa significhi vivere nei bassifondi sia completamente priva di senso.

Se siete costretti a vivere in baracche costruite con cartoni e lamiere di metallo, siete, relativamente parlando, poveri, e la povertà non prevede la possibilità di scelta. Per nascita, vi siete trovati a crescere e vivere in una città fatta di baracche. Non è un fallimento morale, sebbene alcune persone sembrino vederlo in questo modo, ma per la persona che vive in una baracca può essere percepito come un fallimento, soprattutto perché questo è il messaggio trasmesso dalla società. […] Significa combattere giorno dopo giorno per mantenere alta la propria dignità, mentre altre persone, consapevolmente o inavvertitamente, tentano di privartene. Riguarda una preoccupazione costante: avrai abbastanza da mangiare domani? E la prossima settimana? Potrai sostenere un'eventuale malattia, o qualsiasi altro incidente possa capitare? La tua baracca sarà distrutta domani mattina perché costruita “illegalmente”, rendendoti senza dimora? Non si può fare esperienza di niente di tutto ciò, a meno che non si sia effettivamente poveri, e non si può scappare dalla povertà, o dalla propria baracca, da un giorno all'altro o nel caso in cui ci si sia stufati di tale “esperienza”. Pertanto, ciò di cui gli ospiti di queste “baracche” faranno veramente esperienza sarà solamente una o più notti di campeggio.

Emoya's fake slum for tourists in South Africa. Photo source: http://www.emoya.co.za/

La finta baraccopoli per turisti di Emoya in Sudafrica. Fonte: http://www.emoya.co.za/

Commentando il post di Siji, Kathy Smedley ritiene che l'idea sia semplicemente stupida:

Tutto questo è semplicemente stupido!!! Chissà cosa avrà avuto in testa quel genio a cui è venuta in mente un'idea così idiota. Non sanno che questo significa prendersi gioco di persone che non hanno altra possibilità di scelta su come condurre le proprie vite? Un'idea veramente priva di tatto, così come gli idioti che davvero PAGHEREBBERO per stare in un posto del genere. Se qualcuno vuole pagare per stare in una baracca, lasciatelo vivere in una baracca vera, e allora forse prenderebbe i propri soldi e ne farebbe un buon uso, ad esempio donandoli per opere di carità o a rifugi per senzatetto, usando i soldi per aiutare i meno fortunati.

Un altro lettore, un abitante di una baraccopoli in Kenya, mette in evidenza ciò che manca in quest'idea:

Manca la ciliegina sulla torta, È UN CRIMINE

Fake slum made of corrugated iron sheets. Photo source: http://www.emoya.co.za/

La finta baraccopoli fatta da lamiere ondulate. Fonte: http://www.emoya.co.za

“Vergogna, vergogna per Emoya” dice Heather Laninga:

Non ho mai visto una baracca con materassi e letti a castello, o costruita in maniera così carina per quello scopo. Tutto ciò è completamente privo di tatto e sensibilità. Vergogna, vergogna per Emoya. Spero che il 100% dei profitti vadano alle ONG per aiutare i poveri!

Dirk Pieters ritiene invece che l'idea sia sensazionale:

È un'idea splendida. Non siate così frettolosi nel giudicare. Vivere in una baracca comporta tutte le cose negative che avete citato ma prevede anche il vivere un sentimento e l'anima del paese che non troverete da nessun'altra parte, specialmente nei boriosi sobborghi dei bianchi dove nessuno balla per le strade e nessuno parla ai propri vicini. Molte di queste baracche che voi giudicate così terribili sono opere incredibili, decorate e curate con orgoglio e Amore. 

Ritengo che “Shack Chic” sia un libro sensazionale che mostra un lato del Sudafrica che mi rende fiero.

ONE, un movimento mondiale di persone che combattono contro l'assurdità della povertà estrema, ha pubblicato un articolo relativo alla finta baraccopoli sulla sua pagina propria Facebook e ha posto il quesito: “Cosa ne pensate?”

Rispondendo alla domanda, Selina Dawn Kyle afferma che l'idea possa essere utile da un punto di vista psicologico:

in realtà….. se eseguita correttamente… potrebbe aiutare da un punto di vista psicologico… la triste verità è che la maggior parte delle persone non può capire o comprendere cosa significhi questo per gli altri finché non l'hanno provato di persona… quindi LASCIATELI mettere nei loro panni…. ma non metteteci nessun distributore automatico, ok? LASCIATELI COSÌ COME SONO NELLA REALTÀ. Vogliono vederli, lasciateglielo fare.

Philomena Elizabetta Hall si mostra scettica:

Veramente un ottima argomentazione, ma mi chiedo se davvero potrebbe aiutare da un punto di vista psicologico. Uno dei peggiori problemi di carattere mentale in queste situazioni è la mancanza di speranza. Le persone vivono e muoiono nelle baracche, mentre questi turisti benestanti sanno che ne usciranno – coloro che invece ci nascono hanno scarse speranze di andarsene via.

L'idea sarebbe brillante, osserva Sue Henderson, se avesse scopo educativo:

Se venisse usata per educare le persone allora sì, sarebbe un'idea brillante, ma loro avranno riscaldamento, un bagno adeguato e così via, per cui no, non lo è. Come dice l'articolo, anche se tu fossi un turista che vive in una vera baraccopoli per un po’ non sarebbe lo stesso, perché potresti scappare in qualsiasi momento. Le persone che vivono lì per davvero hanno raramente questa possibilità. Ormai da tempo non mi stupisco più per il livello di arroganza e insensibilità che la gente ricca riesce a raggiungere.

Jan Zee nota:

Questi turisti benestanti hanno bisogno di vivere in una baraccopoli reale, con una famiglia reale, per almeno una settimana. Mangiare quello che loro mangiano, vivere come loro vivono, pulire dove loro puliscono, vestirsi come loro si vestono, dormire in mezzo alle loro cimici, e così via. Solo allora vivranno l'esperienza reale e faranno forse qualcosa per aiutarli.

Elissa Pitton Shuck commenta:

Povertà come intrattenimento – ecco una nuova bassezza!!

Disgustoso.

L’African Economic Development Plan ha chiesto ai fan della propria pagina Facebook “Come vi sentite al riguardo? Una finta baraccopoli per turisti benestanti.” Zita Bett ha risposto:

È così triste che i soldi possano comprare perfino una baraccopoli. [sic] I ricchi odiano avere a che fare con la realtà delle altre persone, per cui si creano una realtà di facciata.

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