Brasile: Strade con nomi da ricordare e sequestri nelle case degli attivisti di Porto Alegre

Jovens posam com algumas das obras literárias apreendidas pela polícia na casa de manifestantes. Foto: Facebook

A Porto Alegre, nello Stato di Rio Grande do Sul, il mese di ottobre è iniziato con mandati di perquisizione [pt, come i link successivi eccetto ove indicato] per cercare libri e computer di alcuni attivisti. L'azione, considerata “legale e nei pieni diritti dello Stato” dall'attuale governatore Tarso Genro, ha scatenato reazioni contrastanti sulla rete. Con l'hashtag #RéuConfesso, gli utenti dei social media hanno iniziato a postare foto in segno di solidarietà, mettendo al sicuro i testi definiti “pericolosi”.

In data 1º ottobre, un mese già di per sé tradizionale nel calendario di movimenti sociali e nazionali, due luoghi in particolare sono stati ispezionati dalla Polizia Civile: un centro culturale e un centro urbano. Secondo i poliziotti, l'azione è il risultato di una ricerca iniziata a giugno, che ha l'obiettivo di “identificare i responsabili delle azioni violente accadute durante le proteste”.

Tuttavia, quelli che si trovano tra gli indagati, dichiarano che il motivo delle operazioni militari è molto più complesso, come rivelato nel profilo del centro culturale Moinho Negro, anch'esso perquisito dagli agenti:

O mandado policial deixa explícito que estão investigando as organizações políticas que de alguma forma estão inseridas nos protestos deste ano, tentando identificar (leia-se: forjar) uma formação de quadrilha para provocar supostos atos de violência nos protestos.

Il mandato della polizia dichiara esplicitamente che si sta indagando per trovare le organizzazioni politiche che, in qualche modo, hanno preso parte alle proteste di quest'anno e tentano di identificare, (ovvero creare appositamente), una squadra di persone per compiere atti di violenza durante gli scontri.

Lucas Maróstica, studente di Scienze Sociali dell'Università Federale di Rio Grande do Sul (UFRGS) e attivista del gruppo Coletivo Juntos!, ha scritto su Facebook quello che la polizia ha fatto nella sua abitazione:

Acabo de chegar de viagem, no aeroporto de Confins/MG recebi uma ligação desesperada da diarista do meu prédio avisando que a Policia Civil iria invadir meu apartamento e aprender meu computador.

Ainda não entrei em minha casa, mas pelos informes panfletos e adesivos também foram levados. Uma clara perseguição política ideológica por parte de um governo que se propunha ser diferente dos anteriores. (…)

Sono appena rientrato da un viaggio, all'aeroporto di Confins/MG [Stato di Minas Gerais] ho ricevuto una telefonata disperata della portiera del mio palazzo che mi avvisava che la polizia stava per invadere il mio appartamento e sequestrare il mio computer.

Non sono ancora tornato a casa, ma mi hanno comunicato che sono stati portati via anche saggi e adesivi. Questa è una palese dimostrazione di persecuzione politica e ideologica da parte di un governo che dichiara di essere diverso da quelli precedenti.

Tra le altre cose, i poliziotti hanno confiscato il pc del ragazzo e i suoi libri di filosofia. Il 4 ottobre scorso, Lucas, che ha come difensore Luciana Genro, avvocatessa ed ex-deputata figlia del governatore, è stato chiamato a deporre. L'interrogatorio è durato due ore e lo si è accusato di “formazione di squadre sovversive, atti vandalici contro il patrimonio pubblico e incitazione della folla ad atti violenti’“. Stando alle dichiarazioni del ragazzo, non posseggono prove concrete contro di lui, tranne la testimonianza di un agente che attesta di averlo riconosciuto.

Matheus Gomes, un altro attivista che ha subìto perquisizioni nella sua abitazione, ha deposto il 9 ottobre scorso. Matheus si è sfogato nel suo profilo, spiegando la situazione dei movimenti sociali di Porto Alegre nel contesto nazionale:

Estamos diante da tentativa de transformar uma parcela importante dos sujeitos políticos que organizaram o Bloco de Lutas em criminosos. Eles querem dizer que somos parte de uma quadrilha, falaram que eu sou líder de uma facção criminosa. É isso que os governos e a polícia fazem com quem reivindica direitos sociais básicos como transporte, saúde e educação! Devemos nos atentar a escalada repressiva em curso no Brasil inteiro. O enquadramento de dois ativistas de São Paulo na Lei de Segurança Nacional é mais um fato que lembra os piores momentos da ditadura militar.

Ci troviamo davanti al tentativo di trasformare in criminali una parte importante di attivisti politici che organizzano azioni di Lotta. Vogliono dimostrare che siamo parte di una brigata, affermando che io sono il leader di una banda criminale. Questo è quello che il governo e la polizia fanno a chi rivendica diritti sociali di base come il trasporto pubblico, la salute e l'educazione! Dobbiamo fare attenzione all'aumento di azioni repressive che si stanno susseguendo in tutto il Brasile. L'inserimento dei due attivisti di San Paolo all'interno delle segnalazioni per la Legge sulla Sicurezza Nazionale è un avvenimento che ricorda il periodo peggiore della dittatura militare.

Quest'anno non è stata la prima volta che le forze dell'ordine hanno sequestrato opere letterarie durante le loro operazioni. A fine giugno, un’esperienza simile è accaduta alla Federazione Anarchica Gaúcha.

 

"Amarildo de Souza (1965/1966 - desaparecido em 2013)"

La via dedicata al Generale Vitorino diventa “via Amarildo de Souza (1965/1966 – scomparso nel 2013)” Foto condivisa via facebook nella pagina “Defesa Pública da Alegria”.

Cambiare nome di una strada e far vivere la memoria

In tempi difficili per quelli che scendono in strada a protestare, il gruppo Defesa Pública da Alegria ha escogitato una forma pacifica e creativa per farsi sentire. Il gruppo è nato esattamente un anno fa, durante una manifestazione contro la privatizzazione di spazi pubblici in nome della Coppa del mondo [it], nella quale alcuni manifestanti hanno distrutto un pupazzo gonfiabile a forma di armadillo, simbolo dei prossimi mondiali di calcio 2014 e patrocinato dal marchio Coca-Cola. La manifestazione si è conclusa con diverse persone arrestate ingiustamente, stando al racconto riportato su Global Voices.

I giorni seguenti alle perquisizioni, il 2 ottobre, alcune delle principali via di Porto Alegre, chiamate con nomi di autorità militari, sono state ribattezzate in maniera diversa in memoria di “militanti politici e altre vittime della repressione da parte dello Stato in America Latina”. Tra i nomi, spuntano quello del giornalista Vladimir Herzog, vittima della dittatura militare, il cui assassinato è stato riconosciuto recentemente dallo Stato; Elton Brum, membro del gruppo Movimento dos Sem Terra (MST), scomparso nel 2009; E il muratore Amarildo [it], ucciso quest'anno all'interno di un'unità di polizia delle forze di pace, nella favela Rocinha, a Rio de Janeiro.

In tempi difficili per la democrazia, non lasciar morire la memoria può cambiare il corso della storia.

 

Una versione precedente a questa, indicava erroneamente che le perquisizioni sono state effettuate dalla Brigata Militare, la Polizia militare dello Stato; in realtà le operazioni sono state eseguite dalla Polizia Civile.

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