Gaza: un appello per porre fine alle sofferenze al valico di Rafah

"In Gaza, all our dreams end at the Rafah Border." Designed by Mohammed Abdulrahman. Shared on Twitter by @AlaaAlShokri

“A Gaza, tutti i sogni finiscono al valico di Rafah.” Immagine di Mohammed Abdulrahman, condivisa su Twitter da @AlaaAlShokri

Sono stati fatti e infranti sogni al valico di Rafah, tra l'Egitto e Gaza, in Palestina, chiuso e barricato [en, come tutti i link sucessivi salvo diversa indicazione] dalle autorità Egiziane in seguito all'allontanamento dell'ex Presidente Mohammed Morsi. Una conseguenza di questo blocco è l'impossibilità per gli studenti palestinesi di viaggiare all'estero per recarsi a studiare nelle loro università, situate al di fuori di Gaza, rimanendo così bloccati alla frontiera, principale passaggio per 1,7 milioni di palestinesi della Striscia di Gaza, a causa degli altri sbarramenti israeliani.

Il valico di Rafah è stato aperto Mercoledì 18 e Giovedì 19 settembre, per un breve periodo di tempo. Mercoledì 333 persone hanno potuto attraversare il confine, e altre 557 l'hanno attraversato il giovedì. In tutto erano 1200, le persone che attendevano di varcare la frontiera, secondo la pagina ufficiale del valico di Rafah, con centinaia di studenti palestinesi in attesa del permesso di attraversare.

Mercoledì 18 settembre, un gruppo di studenti palestinesi ha organizzato un sit-in, chiedendo l'apertura del valico per poter frequentare le lezioni e sostenere gli esami mancanti. Tuttavia ci sono ancora molti studenti bloccati alla frontiera.

Tra di loro c'è Shahd Abu Salamah, che racconta la sua sofferenza nel suo blog. Shahd, che attualmente studia in Turchia, scrive su Twitter:

#RafahBorder crossing, mi hai lasciato senza energie per fare qualunque cosa, senza sollievo, sempre ansiosa, insonne. Liberami! Lasciami passare. 

— ShahdAbusalama (@ShahdAbusalama) 29 settembre 2013

E nel suo blog spiega:

Ho provato molte volte a scrivere la mia vicenda al confine con l'Egitto, con il valico chiuso di Rafah, che ha lasciato migliaia di persone bloccate a Gaza. Ogni volta che inizio, una grande angoscia si impadronisce di me. Subito dopo mi sento come paralizzata, e finisco per strappare il mio lavoro. Non ho mai trovato tanto difficile scrivere la mia esperienza personale come in questo caso. Nessuna parola può catturare tutta la sofferenza e il dolore della nostra gente, sotto questo soffocante e disumano assedio israelo-egiziano.

Mentre scrivo, immagino di essere da qualche parte nel cielo, tra la nuvole, volando verso Istanbul per terminare i miei studi universitari. Ma non posso prendere quel mio volo, perché sono ancora intrappolata nell'assediata Striscia di Gaza, seduta nell'oscurità durante le interruzioni della corrente elettrica, causate dalla crisi di carburante, cercando di raccogliere i miei pensieri, finché dura quello che rimane della carica del mio portatile.”

Termina il suo post dicendo:

Questa esperienza mi ha portato a credere che la dignità umana è diventata una burla. Il diritto internazionale non è altro che un termine vuoto, inermi parole stampate sui libri. Ci viene negato il diritto alla libertà di movimento, il diritto di coltivare la nostra educazione, il diritto ad una buona assistenza medica, il diritto ad essere liberi o di vivere in pace e in sicurezza. Ma nessuno si preoccupa di fare qualcosa.

[…]

La tragedia del nostro popolo causata dalla chiusura ininterrotta del valico di Rafah continua, e la crisi si sta aggravando. Vivere a Gaza in queste circostanze è come essere condannato a una lenta morte. Fate qualcosa e rendeteci liberi. È giunto il momento che finiscano le ingiustizie che fronteggiamo ogni giorno.”

Malaka Mohammed si è laureata in letteratura inglese all'università islamica di Gaza. Ora sta studiando per un master in politica e diritto internazionale, presso l'università di Sheffield in Inghilterra. Ha condiviso la sua storia su Electronic Intifada, così:

“Dopo dieci ore di proteste e di trepidazione, la stanza con oltre 1800 persone si è come paralizzata da un annuncio sconvolgente fatto da un poliziotto: “Dovete andarvene. Abbiamo finito il nostro lavoro per oggi. Tornate domani e forse potrete partire.””

Obaida Aanaldain, un altro studente di Gaza, vuole andare in Turchia a studiare, ma non può. Nel suo blog parla della sua vicenda [ar]:

ظللنا ننتظر الساعة تلو الاخرى، بلا فائدة، حتى إنتهى دوام الموظفين دون فائدة تذكر للطلاب سوى تسجيل أسمائهم بطريقة فوضوية مزعجة.
في سياق اخر وجدنا كثيرًا من الحالات الإنسانية العالقة، شخص كبير يبكي بكاءًا حارًا لأن مديره في العمل هدده بالطرد إن لم يصل خلال اسبوع، والآخر طالب طب يندب حظه لأنه تأخر عن إمتحانه المؤجل وعليه أن يعيد السنة كاملة

Abbiamo aspettato per molto tempo, inutilmente, finché gli impiegati non hanno terminato il loro turno, senza nessun beneficio per gli studenti, ad eccezione della loro registrazione dei nostri nomi in un modo caotico e fastidioso.

In altre circostanze, abbiamo trovato molti casi umanitari, come un vecchio che piangeva, perché il suo capo lo minacciava di licenziamento se non arrivava in tempo al lavoro durante la settimana; o lo studente di medicina che rimpiangeva la sua “fortuna” di non poter sostenere il suo esame in ritardo, dovendo così ripetere l'intero anno.

Alcuni attivisti hanno presentato una petizione sul sito Avaaz, per richiedere l'apertura del confine. La petizione è stata sostenuta da circa 6.000 firme, nei suoi primi tre giorni.

In seguito all'allontanamento di Morsi, il valico è stato chiuso più di tre volte. E mentre quello di Rafah, al confine tra l'Egitto e Gaza, rimane aperto per pochissime ore, il valico di Taba, tra l'Egitto e Israele, è sempre aperto. Perciò Gaza rimane sotto il duplice assedio di Israele ed Egitto, e gli abitanti di Gaza rimangono intrappolati dentro e fuori la loro terra. Gli studenti sono ancora bloccati!

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