Ungheria: prosegue la battaglia per l’accesso gratuito all’istruzione

Nel dicembre scorso, gli studenti delle scuole superiori e delle università ungheresi hanno tenuto manifestazioni unitarie contro le pesanti riduzioni del numero di ammessi all’istruzione superiore. La loro battaglia per l’accesso gratuito all’istruzione superiore continua. (Gli approfondimenti di GV si trovano qui, qui e qui [en])

Atlatszo.hu riporta [hu, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] che molti studenti sono stati minacciati di essere espulsi in caso di partecipazione alle proteste. Gli studenti hanno avuto il coraggio di raccontare le loro storie ai giornalisti ma solo in forma anonima, per paura che gli venisse impedito di sostenere gli esami finali.

HVG.hu scrive che a dicembre la preside di una scuola superiore di Balatonalmádi ha convocato gli studenti nel proprio ufficio e ha fatto loro delle domande sulle loro opinioni riguardo alle proteste, avrebbe poi preso nota delle loro dichiarazioni per inserirle in una relazione da inviare all’amministrazione provinciale.

A Szombathely invece, gli studenti di una scuola superiore hanno partecipato a una manifestazione al di fuori dell’orario scolastico, tuttavia i registri delle presenze riportano “assenza ingiustificata”.

Gli studenti di un istituto superiore di Budapest volevano organizzare un sit-in di protesta, come molti altri loro coetanei [en] avevano fatto nel mese di dicembre, ma l’evento Facebook è stato cancellato da uno dei membri dell’associazione studentesca della scuola, che ha preferito rimanere fedele al corpo docenti. L’evento su Facebook aveva già quasi 300 “partecipanti” e come per il caso di Balatonalmádi, gli studenti della scuola secondaria János Xántus sono stati convocati e interrogati dal preside.

Secondo i racconti degli studenti, dopo la protesta davanti alla Radio Ungherese, i ragazzi sono stati accusati di ostacolare il processo educativo con le loro attività ed è stato detto loro che in quanto studenti non avevano alcun diritto di protesta – affermazione non veritiera, come scrive l’associazione studentesca popolare HaHa nella sezione Domande Frequenti sull’assistenza legale per giovani manifestanti.

La rosa è un riferimento al ministro dell’istruzione Rózsa Hoffmann, e il cartello recita: “Non ho i soldi per uno striscione”. Foto di Peter Nemeth, copyright © Demotix (10/19/2012).

Gli attivisti di HaHa hanno anche affrontato gli “adulti” alla conferenza sull’istruzione del 19 gennaio, dove volevano fare delle domande a Rózsa Hoffmann, ministro dell’istruzione. Gli studenti odiano le politiche della Hofmann a tal punto che il titolo della protesta e molti cartelli riportano giochi di parole con il suo nome. In varie occasioni gli studenti hanno portato delle rose ai raduni. La manifestazione di dicembre, che si è conclusa con l’arresto di tre studenti [en] era denominata appunto “La rivoluzione studentesca della rosa d’inverno” (in Ungherese: Télirózsás Diákforradalom), in riferimento al nome di battesimo del ministro dell’istruzione (rózsa = rosa) e al nome di un avvenimento storico ungherese, la Rivoluzione Aster [en] il fiore astro è chiamato anche “rosa d’autunno” in ungherese. Il 19 dicembre gli studenti hanno gettato delle rose nel Danubio (video al min 3:10) in segno di rifiuto simbolico delle politiche di Rózsa Hoffmann.

Quando gli attivisti hanno chiesto di poterle parlare di persona, non gli è stata data la possibilità di fare domande, così hanno dovuto alzare la voce e letteralmente urlare i propri commenti per farsi sentire da tutto il pubblico, alcuni tra i presenti hanno risposto gridando che gli studenti dovrebbero smettere di criticare gli sforzi del governo (un video dell’episodio si trova qui [hu]). Una donna, che secondo quanto riportato sarebbe la preside di una scuola superiore di Kecskemét, ha fatto molto parlare di sé a causa delle sue affermazioni: tra le altre cose, la signora ha detto che gli attivisti avrebbero dovuto trovarsi a scuola in quel momento, e che prima di criticare il lavoro altrui dovrebbero realizzare qualcosa loro stessi.

L’edizione settimanale online di Magyar Narancs riporta l’identità del partecipante alla conferenza che avrebbe detto a un attivista di HaHa di andare a casa e dare uno schiaffo al proprio padre per non avergli insegnato la buona educazione: si tratta del sindaco del paese di Nógrádsáp.

Márton Hó, cantautore ungherese, ha utilizzato le parole degli “adulti” in difesa del governo nel testo di una delle sue canzoni. Il video finora ha superato le 42.000 visualizzazioni. Il titolo della canzone è “Ascolta, piccolo fratello!”:

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