Taiwan: diventa globale la campagna contro i media pro-Cina

Lo scorso luglio il Want Want China Times Group [zh, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato], un'azienda di comunicazioni basata a Taiwan, ha acquisito [en] il 60% del maggiore fornitore nazionale di servizi televisivi via cavo. A novembre l'azienda ha continuato ad espandersi, acquisendo dal gruppo di Hong Kong Next Media Ltd [en] il 32% del quotidiano nazionale con le maggiori vendite, l’Apple Daily.

Secondo alcuni è ovvio che il presidente del Want Want China Times Group Tsai Eng-Meng [en], a favore della Cina, punti ad estendere la sua influenza a Taiwan, ma il suo monopolio sui mezzi di comunicazione di massa sta creando ansie tra i taiwanesi, che sono preoccupati che il governo cinese possa intervenire nella politica di Taiwan.

Nonostante le proteste di massa degli studenti [en] contro il monopolio dei mezzi di comunicazione che hanno seguito le ultime acquisizioni a Taiwan, il governo locale ha ignorato le preoccupazioni e le domande dei manifestanti. Ora i taiwanesi residenti all'estero hanno organizzato proteste su internet in tutto il mondo.

Yu-Hsi Liu

Yu-Hsi Liu, un'economista, ha spiegato perché è a favore della protesta. Foto utilizzata con permesso.

Yu-Hsi Liu [en], un'economista, ha spiegato perché è a favore della protesta:

So che gli ultraliberali non sono a favore delle leggi anti-monopolio. A Taiwan, però, l'anti-monopolio ha un contesto differente: stiamo affrontando una forza esterna che minaccia la nostra libertà ed il nostro mercato libero. La sua forza di monopolio non viene da un processo di mercato normale; viene dalla ricerca di rendita del [partito al comando] KMT [it] e del PCC [it] [Partito Comunista Cinese]. È per questo che ci opponiamo al monopolio nel mercato dei mezzi di comunicazione.

Un gruppo di studenti taiwanesi in Egitto ha spiegato come il monopolio dei mezzi di comunicazione crei pregiudizi nelle menti del pubblico:

兩周前加薩砲火再起,西方主流媒體大多單方面的報導以色列政府所發出的聲明,而輕描淡寫報導以色列軍隊造成慘烈的平民死傷……各大西方媒體的不平衡報導是背後有無數政治和資金操作導致。……再反觀台灣,當我們的媒體被中國資金控制,為財團利益屈服,我們該如何能看見真相?

Una dimostrante a piazza Tiananmen

Una dimostrante che mostra uno slogan di protesta a Piazza Tiananmen. Foto dalla pagina Facebook di “What's Next”.

Due settimane fa, quando è ricominciata la guerra nella Striscia di Gaza, la maggior parte dei media occidentali ha riportato solamente le dichiarazioni del governo di Israele, menzionando solo vagamente i danni tremendi causati dalle forze militari israeliane […] Quando guardiamo a Taiwan, se le finanze dei nostri mezzi di comunicazione sono controllate dalla Cina e se i mezzi stessi cedono ai sindacati, come facciamo a vedere la verità?

Per manifestare contro l'influenza del governo cinese, una taiwanese ha protestato a piazza Tiananmen [it], un luogo che simboleggia il risentimento dei cittadini e la repressione politica in Cina.

Una manifestante in Germania

Una manifestante dalla Germania. Foto dalla pagina Facebook di “What's next”.

La nota di una manifestante online scritta dalla Germania riassume il pensiero di quanto sostengono le proteste nel mondo:

趁我現在還能夠說話,言論發表不會被莫名其妙撤掉,趁你現在抓不到我,趁你現在封不住我的嘴,我要大聲說:「不管你是錢賺得不夠多,還是手上握有更多更黑暗的政治利益,長遠來看,這麼做就是出賣了國家的安全,我不願意被你們控制,我不想當個愚民,我只是一個大學生,但我堅持抗議到底。」

Mentre ho ancora l'opportunità di parlare, mentre i miei commenti non rischiano di essere rimossi senza ragione, mentre non potete ancora prendermi, mentre non potete farmi smettere di parlare, vorrei dirlo ad alta voce, ‘che [lo facciate] perché non guadagnate abbastanza o che abbiate motivi politici più nascosti, a lungo andare venderete la nostra sicurezza nazionale. Non voglio essere controllata da voi, e non voglio diventare una stupida. Sono solo una studentessa universitaria, ma continuerò a protestare finché non cambierete.’

2 commenti

  • Rick70

    Il problema della penetrazione cinese risiede nei gruppi di potere che controllano il governo di MaYing Jieou. Sono molti gli imprenditori che hanno delocalizzato in Cina e che non hanno alcun senso della nazione. Vanno dove c’è da fare soldi. E per fare soldi hanno bisogno di buone relazioni con la Cina. Sono andati via da Taiwan non tanto perché Taiwan non si presti, ma perché in Cina produrre costa ANCORA meno che a Taiwan (dove il costo del lavoro è già bassissimo). MaYingJieou sta subdolamente e lentamente svendendo Taiwan alla Cina, attraverso una penetrazione economica che, una volta completata, renderà l’isola di fatto schiava economica della Cina. I taiwanesi non sono stupidi e molti vorrebbero l’indipendenza formale, che l’ONU e gli USA continuano a ignorare per le pressioni cinesi. A oggi non conosco un solo taiwanese che sia felice dei rapporti con la Cina e della politica di MaYingJieou. Salgo su un taxi, e si lamentano, parlo con docenti universitati e, quando prendono confidenza, si lamentano. C’è la voce che il secondo mandato di MaYingJieou sia stato vinto a colpi di mazzette cinesi legalizzate (Come l’acquisto dell’intera produzione agricola di certi gruppi di agricoltori per i prossimi due anni). Taiwan non ha solo bisogno di voci, Taiwan ha bisogno dell’aiuto internazionale per sottrarsi al giogo americano (che ha tutto l’interesse a preservare lo status quo) e della Cina, con cui oramai condivide alcune tradizioni e i tratti somatici asiatici dei suoi abitanti (E neppure quelli, dato che molti taiwanesi sono frutto di incroci con aborigeni locali, giapponesi e altro).
    La cosa che stupisce è il fatto che la comunità internazionale continui a far finta che Taiwan non esista o che sia parte della Cina comunista. Basta starci per un giorno per capire che non è così.

    • lin franco

      taiwan è CINESE, voi non potete dire che non siete cinesi xké voi siete di etnia HAN!(e gli han non credo provengano dal sudamerica); e poi sinceramente parlando: taiwan ritornerà alla madrepatria con le buone o con le cattive,non se quale delle 2 opzioni convenga di più ai compatrioti di taiwan.

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