Colombia: moderato ottimismo per i negoziati di pace con le FARC


Demonstration against FARC (2008)

Manifestazione contro le FARC (2008) di xmascarol su Flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

Nonostante il desiderio di discrezione da parte del Presidente colombiano Juan Manuel Santos, a fine agosto i media hanno diffuso la notizia [es, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] che il governo del paese era pronto ad avviare i negoziati con le FARC, le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane. Santos ne ha dato la conferma ufficiale [en] in un discorso trasmesso per televisione il 4 settembre, durante il quale ha sottolineato che la trattativa tra il governo e l'organizzazione ribelle intende porre fine al conflitto armato e al traffico di droga. Tra i temi del dialogo vi saranno anche i diritti delle vittime, lo sviluppo rurale e l'eventuale partecipazione delle FARC al processo di democratizzazione della Colombia. Per evitare un fallimento dei negoziati, come già successo nel 1999-2002 [en], Santos ha chiarito che non sarà concessa l'amnistia ai leader rivoluzionari e che le operazioni militari continueranno. Qualche minuto dopo è intervenuto [en] in collegamento da La Havana il leader delle FARC, Timoleón Jiménez (‘Timochenko’), il quale ha dichiarato che le forze armate rivoluzionarie sono pienamente disponibili a un “dialogo civile” che metta fine a un conflitto che dura ormai da decenni.

La violenza non avrà fine

Sul sito Distintas Latitudes, Lucas Peña analizza le similitudini e le differenze con i processi di pace precedenti, non solo con le FARC, ma anche con altri gruppi armati. Peña auspica un maggiore realismo, perché, anche nel caso di un successo delle trattative, questo non basterebbe a fermare la violenza in Colombia:

Lo cierto es que la dejación de las armas de las FARC es una condición para la paz pero no la única, pues existen actores asociados a la criminalidad organizada que siguen ejerciendo la violencia, que pueden incluso surgir luego de la eventual desmovilización de las FARC, como se demostró tras la desmovilización de los paramilitares. En Colombia solemos llamar a estos nuevos actores ‘bacrim’ “bandas criminales al servicio del narcotráfico, los ejércitos de los carteles mafiosos.

È vero che l'abbandono delle armi da parte delle FARC è una condizione necessaria per la pace, ma non è l'unica, perché vi sono altri soggetti associati alla criminalità organizzata che continueranno a usare violenza, e anzi, potrebbero sorgerne di nuovi proprio come conseguenza del disarmo delle FARC, come è già successo con la smobilitazione dei gruppi paramilitari. In Colombia questi nuovi soggetti sono chiamati “bacrim”, cioè bande criminali al servizio del narcotraffico, il braccio armato dei cartelli mafiosi.

Il governo a condurre i giochi?

Su Revista Posición, Alberto Bernal è molto critico riguardo questo processo, ma giudica positivamente i negoziatori del governo:

Una buena noticia es que el equipo de negociación que nombró el gobierno es un equipo de negociación de lujo. Nada diferente se puede decir de Villegas, Pearl, o de Mora, para nombrar solo tres de las personas que estarán permanentemente en la mesa. También me parece importante recalcar el hecho de que la decisión de no decretar un cese al fuego le conviene al gobierno, pues el gobierno lleva la delantera en la guerra, así las FARC hayan incrementado sus ataques contra la población civil últimamente.

La buona notizia è che il governo ha nominato una squadra di lusso per dirigere i negoziati. E si può dire la stessa cosa di [Luis Carlos] Villegas, di [Frank] Pearl, o di [Jorge Enrique] Mora, ex generale dell'esercito, per nominare tre delle persone che siederanno stabilmente al tavolo delle trattative. È inoltre importante sottolineare il fatto che, per il governo, la decisione di non dechiarare il cessate il fuoco è assai conveniente, poiché è stato esso stesso a condurre per primo gli scontri armati, indipendentemente dal fatto che le FARC abbiano di recente aumentato gli attacchi contro la popolazione civile.

Sul blog Tras la Cola de la Rata, Juana Galeano sostiene che coinvolgere i militari nel processo di negoziazione è una decisione brillante:

Hay que admitirlo, la inclusión de miembros del Ejército como negociadores es una jugada maestra. Incluir a los militares, darles voz, los coacciona e impide que torpedeen el proceso más adelante.

Bisogna ammetterlo: coinvolgere membri dell'esercito nelle trattative è un colpo da maestri. Chiamarli in causa, dargli voce in capitolo, li rende partecipi del processo e previene così un eventuale sabotaggio da parte loro.

Sembra che la maggiorparte dei colombiani appoggi il processo di pace, ma con cautela. Secondo i sondaggi [en] il 77% è a favore del dialogo, ma il 72% si oppone a un'eventuale partecipazione politica delle FARC, e il 78% non vuole un'amnistia che risparmi il carcere ai comandanti della guerriglia.

 

Graffiti of FARC leaders

I leader delle FARC Raul Reyes, Manuel Marulanda e Ivan Rios a Bogotá, Colombia. Di bixentro su Flickr (CC-BY-2.0)

Anche se l'ex presidente Álvaro Uribe si oppone strenuamente [es] a qualsiasi iniziativa del Presidente Santos (già ministro della difesa del suo governo), alcune organizzazioni non governative hanno espresso la loro preoccupazione [en] riguardo al quadro normativo per il dialogo con le FARC votato [en] dal Congresso lo scorso giugno.

Santos ha fissato [en] per giugno 2013 la scadenza entro la quale devono essere raggiunti importanti traguardi, ma il processo di pace sembra comunque lungo [en], soprattutto perché, poco prima dell'annuncio, le FARC hanno incrementato [en] la frequenza dei loro attacchi.

Se gli errori passati hanno insegnato qualcosa, l'aumento della sicurezza nel paese e il rafforzamento della fiducia tra le parti dovrebbero essere degli importanti passi in avanti verso il successo delle trattative.

ISN logoQuesto articolo e le sue traduzioni in spagnolo, arabo e francese sono stati commissionati dall'International Security Network (ISN) nell'ambito di una collaborazione volta e dare voce ai cittadini di ogni parte del mondo su temi riguardanti le relazioni internazionali e la sicurezza. L'articolo è stato pubblicato originalmente sul blog di ISNQui è possibile leggere gli altri articoli.

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