Tunisia: “E’ cambiato poco o nulla”, sostiene il caricaturista _Z_

Dal 2007  tunisino _Z_  usa al meglio il blog debatunisie.com [fr]. Le sue vignette, sgradite all'ex autocrate Zine el-Abidine Ben Ali, non fanno felici neppure gli islamisti. _Z_ dice che ci sono solo due limiti che non oltrepassa mai: “la diffamazione e il razzismo”. Secondo lui, la religione non dovrebbe essere un tabù, ma alcuni netizen hanno ritenuto provocatoria questa affermazione, denunciando la sua pagina Facebook [fr] in cui erano riportate caricature considerate offensive per l'Islam (portando alla sospensione del suo account Facebook per un mese). Il 7 agosto, _Z_ ha scritto [fr]:

In risposta alle loro proteste i robot di Zuckemberg mi proibiscono di pubblicare sul profilo per 30 giorni (…) La guerra contro i “buoni moralisti”, la morale religiosa, il bigottismo, dev'essere assoluta. Per quanto mi riguarda, è evidente che presto diventerò un fuorilegge non appena la costituente avrà approvato la legge contro la blasfemia.

Global Voices ha intervistato _Z_ via e-mail sulle sue vignette, sull'anonimato, sulla religione e la libertà di espressione in Tunisia.

Global Voices (GV): Quando e come hai deciso di utilizzare la blogosfera per pubblicare i tuoi disegni?

_Z_: Ho lanciato il mio Blog il 28 agosto 2007. Fin da subito è stato chiaro che avrei preso di mira il regime di Ben Ali. All'inizio, scrivevo solo dei testi. Poi, ho avuto l'idea di accompagnare i miei scritti con dei disegni. Questo ha reso particolare il mio blog, e ha attirato un pubblico numeroso.

Anche se l'adagio “un'immagine rende meglio di un lungo discorso” resta valido, l'importante per me è sempre stata la scrittura, perché la mia azione è innanzitutto politica e intellettuale, e questo la caricatura di per sé non può garantirlo.

GV: Sei noto con lo pseudonimo _Z_. Quasi 19 mesi dopo la caduta del regime di Ben Ali, preferisci ancora celare la tua identità. Perché?

_Z_: La mia posizione nei confronti dell'ex regime di Ben Ali esigeva un attenta sorveglianza da parte mia per quanto riguarda la mia identità. Bisogna assolutamente che io mi protegga per evitare rappresaglie. La dittatura è caduta da 19 mesi, e non è stata fatta nessuna inchiesta seria sul controllo del web [sotto il regime di Ben Ali]. Questa macchina, che noi chiamiamo Ammar 404, e che è stata utilizzata per diffondere l'orrore nel web tunisino (censure, arresti, minacce…), potrebbe essere ancora sulla piazza, in attesa di un segnale per essere riattivata. Per me, niente è cambiato veramente malgrado le apparenze ed ecco perché proteggo il mio anonimato.

Vignetta pubblicata in occasione delle elezioni presidenziali e legislative del 2009 in Tunisia. “Il Teatro nazionale tunisino presenta (per la quinta volta) la commedia elettorale – 100% di suspense – 100% di comparse – 99,9% di pubblico conquistato”.

GV: Nessuno ha mai osato prendere in giro Ben Ali e il suo regime come ha fatto tu. L'ex regime non è riuscito a svelare la tua vera identità. Hai dei consigli per i cyber-dissidenti che vorrebbero celare la loro identità?

_Z_: Per proteggersi, basta separare la propria vita da dissidente da quella quotidiana. Di utilizzare delle e-mail e dei proxy. Ma soprattutto, agire con la massima discrezione ed evitare di parlarne persino nella propria cerchia più ristretta. Infrangere la regola spesso ha permesso di arrestare i cyber dissidenti, questo è stato il caso di Zouhaier Yahyaoui [fr]. [Il primo cyber dissidente a essere condannato e imprigionato.]

GV: Con l'ascesa al potere degli islamisti, tu hai  iniziato, non solo a criticarli, ma anche a prendere di mira simboli religiosi islamici (Dio, profeti…). Gli islamisti hanno così denunciato la tua pagina Facebook ‘Debatunisie’. La provocazione può contribuire a spezzare i tabù?

_Z_: Ritengo la diffamazione e le ingiurie razziste gli unici limiti possibili. A parte ciò, non c'è niente che possa giustificare alcun tipo di censura. Persino se sono cosciente che posso offendere qualcuno, sono convinto che bisogna porre la supremazia della libertà al di sopra della sacralità religiosa (anche se riguarda la maggioranza) e fare nostro il celebre adagio “Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”.

Secondo me, la democrazia non è conformarsi al pensiero dominante (che conduce alla dittatura della maggioranza), bensì la possibilità di esprimere pubblicamente tutte le idee, comprese quelle della minoranza o quelle scomode, a meno che non siano diffamatorie o razziste.

Per me si tratta di libertà di coscienza (articolo 5 della Costituzione) che rende relativa la nozione di sacro. Ne deriva che il blasfemo esiste solo all'interno di un sistema religioso, ma non in un sistema che tollera la libertà di coscienza. Nonostante l'articolo 5 esista tuttoggi, nella realtà è ignorato. E’ stata intentata una causa legale contro  Nessma TV  [en, come i link successivi] per aver trasmesso un disegno animato che rappresenta Dio. Un netizen è stato condannato a sette anni e mezzo di prigione per la pubblicazione di caricature blasfeme. Perciò è evidente che, nella realtà, il tabù religioso passa davanti alla libertà di coscienza, e quindi davanti a tutte le libertà.

“Preambolo della futura Costituzione”. Una donna scrive per terra “libertà, giustizia e dignità”. Ma è circondata da un muro di cemento che ricorda la formula Shahada degli islamici. In questa vignetta pubblicata il 10 giugno, _Z_ critica il progetto finalizzato al preambolo della nuova costituzione che, spiega, ‘puzza di ossessione per l'identità’.

GV: Il partito Islamista Ennahdha ha proposto recentemente un progetto di legge anti blasfemia. Temi che, in caso di approvazione, le tue caricature possano essere censurate?

_Z_: Dopo la nascita di una rivoluzione in nome della libertà, non abbiamo assolutamente il diritto di ridisegnare la carta delle nostre libertà in termini di tabù e divieti religiosi. Sarebbe come partire dai cancelli per fare il progetto di un orto. Questo è quanto stanno facendo gli islamisti, ed è per questo che sono contro le loro politiche. Continuerò a giocare la carta della provocazione, anche se ciò dispiace alla maggior parte del mio pubblico, o se questo potrà rendermi un fuorilegge, perché sicuramente c'è il rischio che l'assemblea voti questa legge controrivoluzionaria.

GV: La caduta del regime di Ben Ali ha ha rivelato dei caricaturisti tunisini di talento. Cosa ne pensi?

_Z_: Questo è ovvio e positivo. Eppure, in molti invidiano il mio anonimato. Non è un buon segno, perché dimostra il ritorno della paura e della censura. Tuttavia, devo ammettere che godiamo ancora di un clima di libertà senza eguali rispetto a quando vivevamo sotto il regime di Ben Ali.

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