Perù: quel che non è stato mai detto sugli afro-peruviani

L'8 giugno, nel mese della cultura afroperuviana, si è svolta la giornata Quello che NON è mai stato raccontato sugli afroperuviani [es, come per i link successivi] nel Museo Nacional Afroperuano, organizzata dall'Associazione di giovani afroperuviani: Makungu Para El Desarrollo. L'evento si proponeva di diffondere la conoscenza dell'influenza afroperuviana nel Paese. Nella descrizione della giornata si aggiungeva che l'evento:

se celebra en el marco del día de la cultura afroperuana con el objetivo de presentar datos, hechos y personajes de la historia afroperuana que han impactado de una u otra manera en los diferentes ámbitos de desarrollo del país. Aportes invisibilizados por siglos, y que ahora los peruanos podremos conocer.

si celebra la giornata della cultura afroperuviana con l'obiettivo di rendere pubbliche informazioni, fatti e personaggi della storia afroperuviana che abbiano influenzato in un certo modo i diversi ambiti di sviluppo del Paese. Si tratta di contributi per secoli ignorati e che solo adesso i peruviani possono conoscere.
Ciò che non ti hanno raccontato sugli afroperuviani

Quello che non ti hanno raccontato degli afroperuviani

La manifestazione prevedeva vari eventi. Innanzitutto un percorso per le diverse sale del museo in cui erano stati disposti una serie di cartelloni con una serie di fotografie, dati ed informazioni su eventi della storia afroperuviana sconosciuti ai più. Qui di seguito ne riportiamo alcuni:

El 7 de junio de 1880, Alfredo Maldonado Arias (1864-1880), un niño afroperuano de 16 años, realizó un acto heroico en la Batalla de Arica. Fue él quien en los minutos finales de la Batalla, incendió deliberadamente el polvorín de las baterías de cañones y causó una explosión que mató a un número indeterminado de enemigos y a él mismo.

“Su suerte heroica no ha sido revelada por los historiadores oficiales e increíblemente no la incluyen entre los niños héroes peruanos de la guerra del guano y el salitre que lanzó Chile contra sus vecinos de Perú y Bolivia para apoderarse de sus yacimientos salitreros y guaneros”. Diario La Razón.

Il 7 giugno del 1880 Alfredo Maldonado Arias (1864-1880), un ragazzo afroperuviano di 16 anni, fu l'autore di un atto eroico durante la battaglia di Arica. Nei minuti finali della battaglia fu lui ad incendiare la miccia della batteria di cannoni causando l'esplosione in cui rimase ucciso insieme ad un numero indefinito di nemici.
“Il suo ruolo eroico non è stato raccontato dagli storici che incredibilmente non lo inseriscono tra i bambini eroici della guerra del guano e del nitrato che il Cile lanciò contro Perú e Bolivia per impossessarsi dei loro giacimenti di nitrato e di guano”. Quotidiano La Razón.

El protomédico José Manuel Valdez (1767-1843). Fue hijo de una esclava liberta y de un español. Ser médico estaba prohibido para los afroperuanos, pero debido a sus grandes condiciones, en 1896, el rey Carlos IV de España, le otorga la dispensa de color para ser admitido en la Universidad de San Marcos. Fue catedrático y protomédico de la Escuela de Medicina de San Fernando, además de teólogo, filósofo, escritor, firmante del Acta de la Independencia y parlamentario.

Il medico José Manuel Valdez (1767-1843) era figlio di una schiava liberata e di uno spagnolo. Per gli afroperuviani essere medico era proibito ma grazie alle sue formidabili capacità nel 1896, il re Carlo IV di Spagna, gli concesse di essere ammesso all’ Università di San Marcos. Fu professore e medico presso la Scuola di Medicina di San Fernando, e fu anche teologo, filosofo, scrittore, oltre che promotore dell'Atto di Independenza e parlamentare.

José Gil de Castro (1785-1841). Pintor reconocido, fue hijo de esclavos, pero nació libre. Es considerado el principal cronista visual durante el periodo de tránsito de la colonia a la república. En Chile una importante plaza lleva su nombre en reconocimiento a su labor patriótica, en Argentina también es muy conocido, sin embargo en nuestro país su aporte no es difundido.

José Gil de Castro (1785-1841) fu un riconosciuto pittore, figlio di schiavi ma nato libero. È considerato il più importante testimone visuale del periodo di transito tra l'epoca coloniale e quella repubblicana. In Cile una piazza molto importante porta il suo nome per riconoscenza al suo operato di patriota ed anche in Argentina è molto conosciuto, mentre nel nostro paese il suo lavoro non è abbastanza noto.

Completato il percorso la presentatrice parlò dell'evento, raccontando come naque l'idea di crearlo e di altri aspetti legati all'elemento afroperuviano. Questo il video del suo intervento:

Il programma prevedeva che dopo la proiezione del documentario Negro soy, di Eshe Lewis, intervenissero gli invitati alla Tavola d'onore ma per alcuni inconvenienti tecnici il video è stato interrotto  metà. possibile, mentre la discussione si avuta comunque. Di seguito, uno spezzone del documentario previsto.

Tra gli invitati, è intervenuto per primo Augusto Zavala, direttore del museo, seguito da Néstor Valdivia, ricercatore associato del GRADE (Grupo de Análisis para el Desarrollo) e specialista in tematiche di discriminazione ed esclusione della popolazione indigena e di discendenza afro. Valdivia ha illustrato le motivazioni per cui le tematiche afroperuviane siano ancora poco conosciute e studiate in profondità. Di seguito la registrazione audio, con buona parte dei suoi commenti e dei dati forniti.

Néstor Valdivia y algunos datos sobre lo afroperuano di Juan Arellano 6

È stato poi il turno di Susana Matute, docente della Universidad de San Martín de Porres (USMP) e membro del Centro de Desarrollo Étnico (CEDET), che ha parlato dei problemi essere nero in Perú. Di seguito uno stralcio delle sue riflessioni.

Susana Matute sobre ser afroperuano di Juan Arellano 6

Si è poi svolta la parte più festosa dell'evento, durante la quale è stato possibile gustare dei buonissimi spuntini e ascoltare dell'ottima musica grazie al gruppo Karolinativa. Altri video dell'evento si trovano qui, qui e qui.

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Post originale pubblicato nel blog personale di Juan Arellano.

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