Sintesi del Summit GV2012: 1.a giornata

Il Summit 2012 di Global Voices è iniziato oggi a Nairobi con una canzone: la pluripremiata artista keniota Atemi [en, come gli altri link eccetto ove diversamente segnalato] è salita sul palco per accogliere nella capitale oltre 300 partecipanti.

Il Summit è un vertice che si tiene all'incirca ogni due anni e riunisce blogger, attivisti e tecnici di molti Paesi per esaminare la crescita del fenomeno dei citizen media nel mondo attraverso incontri pubblici e workshop.

Giornalisti partecipativi al Summit #GV2012.  Immagine di Global Voices Online, ripresa da Flickr.

Giornalisti partecipativi al Summit #GV2012.
Immagine di Global Voices Online, ripresa da Flickr.

Dopo un caloroso benvenuto da parte di Daudi Were, fondatore del Kenyan Blogs Webring, lo studioso USA nonché co-fondatore di Global Voices Ethan Zuckerman ha moderato un panel internazionale sulla crescita dei citizen media.

Il coordinatore GV del Sud-Est asiatico, Mong Palatino, ci ha condotto attraverso diverse campagne di social media della sua regione, tra cui #thaiflood e Bersih. Palatino ha spiegato come un mix di attivismo sia online che offline potrebbe mettere in moto mobilitazioni e cambiamenti reali. Amira Al Hussaini, uno degli attivisti chiave su Twitter dal Bahrain, ha illustrato come le proteste in Egitto e Tunisia dello scorso anno abbiano ispirato la regione araba – e il resto del mondo. Matisse Bustos Hawkes di WITNESS ha illustrato i modi con cui le persone possono condividere e diffondere informazioni anche in caso di bassa penetrazione di Internet, e cioè tramite chiavi USB, CD e DVD. Per concludere, Faisal Kapadia dal Pakistan ha espresso la preoccupazione che questa sia “l'età dell'oro” della libertà di Internet, a meno che non agiamo subito contro la censura.

Si sono susseguite, poi, numerose altre sessioni: una sui citizen media in Kenya – che ha evidenziato come gli strumenti e i canali online non siano solo opinioni nell'etere, ma si ripercuotano anche sul modo di vivere delle persone (per comprendere si segua l'hashtag #kot su Twitter). Il panel #OccupyEverywhere ha affrontato i due diversi nemici globali con un obiettivo comune: emancipazione e giustizia. Zeynep Tufekci, membro del Berkman Center, ha moderato un panel sulle rivolte arabe e sulla creazione di reti efficaci, che  l'anno scorso hanno contribuito ad amplificare quanto accadeva in quel momento in luoghi come l'Egitto e la Tunisia. In un'altra sessione sono state condivise riflessioni e sfide sul modo per mantenere vive anche online le lingue in via di estinzione, incluse problematiche come l'assenza di una lingua scritta o la mancanza di lettere e caratteri sulle tastiere.

Nel pomeriggio ci sono state numerose sessioni non-conferenza che hanno consentito ai partecipanti di suggerire e guidare gruppi di discussione su una vasta gamma di temi, da ‘Come Facebook ti spia’ a #OccupyYourself fino ai temi di attualità in Myanmar.

Gruppi di discussione al Summit #GV2012

Gruppi di discussione al Summit #GV2012

Bob Boorstin da Google, Max Schrems (Europa vs Facebook) e Ramzi Jaber (Onlinecensorship.org) si sono uniti a Ivan Sigal di GV per il panel: “I giganti di Internet: quali ruoli e responsabilità?”. Il pubblico è stato informato del fatto che Facebook ha declinato l'invito a partecipare, e che un rappresentante di Yahoo! ha dato forfait all'ultimo minuto.

Bob Boorstin ha dichiarato che Internet non è senza confini – se si attraversano le frontiere, le leggi cambiano – e ha anche condiviso la sua convinzione che i monopoli tecnologici non possano durare. Ramzi Jaber ha annunciato il lancio di onlinecensorship.org, un sito web sul quale è possibile segnalare immediatamente la censura dell'account o dei contenuti personali. Ory Okolloh, co-fondatrice di Ushahidi nonché responsabile della politica di Google in Africa, ha risposto a una delle domande del pubblico relativa alla consapevolezza degli utenti africani sulla protezione dei propri diritti online — mostrandosi preoccupata sulle effettive capacità presenti e raccontando del modo in cui sta lavorando con i gruppi locali per affrontare tali problematiche.

A conclusione di una grande giornata, c'è stata poi la presentazione del “Breaking Borders Award”: qui il resoconto [it].

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