Iran: blogger in carcere inizia lo sciopero della sete

La tragica storia dei blogger iraniani ha oggi un nuovo volto: quello di Hossein Ronaghi Maleki, che sta scontando in carcere una pena di 15 anni di reclusione. Il padre riferisce che per Hossein la galera è una tortura perché ha problemi renali. Il blogger è stato operato cinque volte ma ogni volta, dopo l'intervento, è stato riportato [en] in prigione un luogo in cui non ci sono né attrezzature mediche e alimentazione adeguata né, tantomeno, nefrologi.

Hossein ha iniziato lo sciopero della fame il 19 maggio 2012 per un motivo molto semplice: avere il diritto di rimanere in ospedale in seguito ad un intervento e di non essere subito riportato in carcere. Le sue condizioni di salute sono peggiorate e finalmente è stato spostato in un ospedale. Herana, sito web sui diritti umani, riferisce [fa] che dal 7 giugno Hossein ha iniziato uno sciopero della sete in ospedale, e quindi non berrà più acqua.

Hossein Ronaghi Maleki

Hossein Ronaghi Maleki

Adam Evolution dice [fa] di Hossein Ronaghi Maleki:

Non è un cantante o un giocatore di calcio, non si è spogliato per strada e non è un attore. Ha semplicemente lottato per il libero accesso a Internet. Ha 27 anni e deve scontare 15 anni di reclusione, ha già trascorso 10 mesi in una cella di isolamento, è stato operato 5 volte e ha perso un rene.

Faryade3rang scrive [fa]:

La madre di Hossein dice che i diritti del figlio sono stati violati numerose volte quando era in prigione e che gli è stato negato un incontro con un avvocato. E mentre parla del figlio incarcerato, la madre piange amaramente.

Nazanin invita [fa] tutti a fare uno sciopero della fame l'11 giugno a sostegno di Hossein Ronagh Maleki. È stata creata una pagina Facebook per far conoscere la sua storia e i motivi dello sciopero della fame.
L'anno scorso sono state postate alcune immagini su youtube per incoraggiare le persone a sostenere il blogger:

Il 18 marzo 2009 Omid Reza Mir Sayafi è diventato il primo blogger iraniano a morire in prigione a Tehran. Impegniamoci, preghiamo e speriamo affinché questa tragedia non si ripeta per l'ennesima volta.

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