Grecia: “Mettere al mondo dei figli non è un privilegio per ricchi!”

Il 5 dicembre scorso ha suscitato rabbia e indignazione la notizia, pubblicata su Eleftherotypia [el, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] (“Libertà di stampa”), secondo cui in alcuni ospedali pubblici greci sono state rifiutate le cure mediche a donne incinta sul punto di partorire, perché non avevano i soldi per pagare le spese ospedaliere dell'ammontare di 950 euro.

Gli episodi si sono verificati lo scorso novembre presso alcuni ospedali pubblici di Atene, Salonicco, Rodi e Rethymno. In questi casi i costi delle “cure ospedaliere integrate e unificate“, secondo il listino prezzi del Ministero della salute, ammontano a 950 euro per un parto naturale e 1.500 euro per un parto cesareo. Una somma che le donne devono versare in anticipo, per poi essere rimborsata tramite il sussidio per il parto (il quale  ammonta però a soli 600 euro [en]).

Nascita; foto di riqfy, ripresa da Flickr con licenza CC BY-NC-SA 2.0.

Nascita; foto di riqfy, ripresa da Flickr con licenza CC BY-NC-SA 2.0

Qualche giorno dopo la pubblicazione della notizia, il Ministro della salute e solidarietà sociale è intervenuto con una circolare [en], nella quale veniva dichiarato che in futuro non verrà più richiesto il pagamento anticipato di tale somma, lasciando comunque irrisolta la questione della differenza tra il prezzo del parto e il sussidio per il parto.

Due organizzazioni per i diritti delle donne, “L'iniziativa delle donne contro le politiche di austerità” e il “Movimento indipendente delle donne”, hanno avviato un'opera di sensibilizzazione riguardo a questi episodi:

Mettere al mondo dei figli non è un privilegio per ricchi! Chiediamo che le donne abbiano diritto ad un parto privo di costi e che il fondo di salvataggio vada direttamente al settore sanitario…

La notizia è stata condivisa e commentata dai netizen greci sui social media.

Dimitris Oikonomu esprime il suo sdegno per quanto accaduto:
@d_oikon: ΝΤΡΟΠΗΗΗΗ…! Που φτάσαμε γαμώτο!! [Έδιωξαν από νοσοκομεία ετοιμόγεννες που δεν είχαν χρήματα…]
@d_oikon: UNA VERGOGNA! E che diamine, ma a che punto siamo arrivati? (Delle donne incinta, sul punto di partorire, sono state rifiutate dagli ospedali perché non avevano soldi…)
Mentre l'utente Gangelakis aggiunge, in pieno spirito natalizio:
@Gangelakis: Και ο Χριστός σε σπηλιά γεννήθηκε: Δημόσια νοσοκομεία αρνήθηκαν α περιθάλψουν ετοιμόγεννες,επειδή δν είχαν ν πληρώσουν
@Gangelakis: Anche Gesù Cristo nacque in una grotta: degli ospedali pubblici si sono rifiutati di accogliere delle donne incinta con le doglie perché non avevano i soldi per pagarli.
Nemi Vl commenta [el] su Facebook:
Ένα ένα τα διαβάζω σήμερα, σκάνε σαν χαστούκια…
Ho letto le notizie di oggi…è stato come ricevere un ceffone sul viso…
Lector pone l'accento su quanto accaduto [el] in una discussione su un forum:
Δεν κοιταξαν την ταυτοτητα αλλα το πορτοφολι.
Non hanno controllato la carta d'identità, ma il portafogli.
Nello stesso forum l'utente simonbolivar fa un paragone [el] con il sistema sanitario americano:
Η ΑΠΟΛΥΤΗ ΞΕΦΤΙΛΑ!
Ο ΔΙΑΣΥΡΜΟΣ ΕΝΟΣ ΣΥΣΤΗΜΑΤΟΣ,ΚΑΙ ΜΙΑΣ ΚΥΒΕΡΝΗΣΗΣ!
Μας κανανε Αμερικη,οπου αν δεν εχεις καλη ασφαλιση εισαι τελειωμενος!
UN’ UMILIAZIONE COMPLETA! È LA DIFFAMAZIONE DI UN SISTEMA E UN GOVERNO! Ci hanno fatti diventare come l'America, dove puoi considerarti finito se non possiedi una buona assicurazione!
Mentre, nello stesso spirito, l'utente Isis aggiunge al tutto un po’ di ironia  in un altro forum [el]:
Συγκίνηση, γινόμαστε Αμερική.
Ακούς εκεί να ξεγεννάνε δωρεάν τα δημόσια νοσοκομεία. Κατάργηση και του επιδόματος τοκετού ΤΩΡΑ.
Sono commosso: stiamo diventando come l'America. Partorire negli ospedali pubblici? Impossibile. Già che ci siamo, eliminiamo SUBITO anche il sussidio per il parto.
In un portale di notizie dove è stata condivisa la notizia dell'accaduto, l'utente Harry esprime la propria rabbia in un commento sotto il post originale riguardante le spese ospedaliere [el] e il trattamento della maternità:
Από όλες τις επιθέσεις που έχω δεχτεί από το κράτος (χαράτσια, ΔΕΗ, φόροι) πρέπει να πω ότι η μεγαλύτερη οργή μου προκαλείται από το πως αντιμετωπίζει την έγκυο γυναίκα μου. Η ασφάλειά μου δεν καλύπτει τίποτα πλέον (ΤΕΒΕ) και το νοσοκομείο είναι πανάκριβο και για κλάμματα. Κάθε κράτος στηρίζει την μητρότητα εκτός από την Ελλάδα. Αν συνεχίσει αυτή η κατάσταση θα μεταναστεύσουμε σε άλλη χώρα οικογενειακώς.
Tra tutti gli attacchi da parte dello Stato che ho dovuto affrontare (tassazione pesante, costi dell’ elettricità, tasse addizionali) devo dire che quello che mi fa più imbestialire è il trattamento che mia moglie incinta deve subire. La mia assicurazione non copre più niente (“Finanziamento per liberi professionisti e artigiani”), e l'ospedale è tanto costoso quanto il suo servizio oltraggioso. Tutti i paesi supportano la maternità, tranne la Grecia. Se questa situazione va avanti, io e la mia famiglia intera emigreremo all'estero.
Su Twitter, l'utente Jordi critica i responsabili [el]:
@jorjito73: Έδιωξαν από νοσοκομεία ετοιμόγεννες που δεν είχαν χρήματα…Όχι δεν φταίει ο Λοβέρδος, οι ανάλγητες διοικήσεις…
Delle donne con le doglie sono state rifiutate dagli ospedali perché non avevano soldi…È colpa di Loverdo (il ministro della sanità)? Ovviamente no, dovremmo incolpare la crudele amministrazione…
La discussione poi si sposta su un argomento del tutto diverso, concernente il futuro del paese e i suoi futuri cittadini:
@katerinas_diary: @jorjito73 επεμβαίνουν και στο μέλλον της φυλής δηλαδή.. Αν οι άνεργες κλπ ετοιμόγεννες δεν θα γίνονται δεκτές στα δημόσια νοσοκομεία!!!
@katerinas_diary@jorjito73 Viene compromesso il futuro della razza, voglio dire…Le donne disoccupate che vogliono partorire non vengono ammesse negli ospedali pubblici!!!
@jorjito73: @katerinas_diary Είναι μια αρχή κι αυτή για να διαμορφώσουν οριστικά & αμετάκλητα το εκλογικό σώμα τα επόμενα χρόνια… Αίσχος και κατάντια
@jorjito73@katerinas_diary È l'inizio della formazione dell'elettorato per i prossimi anni una volta per tutte…È una vergogna e una degradazione.

Il tasso di natalità in Grecia sembra essere diminuito del 15% negli ultimi anni [el], in quanto la dura situazione economica forza molte coppie a ritardare il progetto di mettere al mondo il primo o il secondo figlio.

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