Polonia: social media per stimolare la politica partecipativa

“Impossibile ignorare decine di migliaia di potenziali voti”

Durante gli ultimi due mesi, Facebook ha ospitato la campagna online “Appello ai parlamentari” [pl, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato], che, nata con l'intento di raccogliere via web suggerimenti volti a migliorare la legislazione polacca, ha raccolto in poco tempo più di 63.000 simpatizzanti. A ridosso delle elezioni parlamentari [it] del 9 ottobre scorso, i promotori dell'iniziativa hanno quindi presentato le idee raccolte sul web ai partiti in lizza, impegnandosi a sostenere i candidati che avrebbero appoggiato le proposte legislative più gettonate tra i netizen.

La campagna si è sviluppata sulla scia della protesta inizialmente intrapresa dallo stesso collettivo per la modifica della normativa antidroga polacca, una tra le più restrittive dell'Unione Europea. Grazie anche a uno spot pubblicitario centrato su un volto celebre, più di 63.000 persone hanno aderito a questo appello su Facebook — tutte contrarie alla prospettiva di farsi tre anni di carcere per aver fumato uno spinello.
Alla fine, il Parlamento polacco ha deciso di rispondere positivamente alle proposte di modifica suggerite e ha adottato una nuova legge antidroga. Salutata con generale favore dal gruppo di Facebook, l'idea ha tuttavia ricevuto anche le critiche di parecchi netizen insoddisfatti dagli emendamenti apportati.

Più di 63,000 netizen hanno avanzato proposte su Facebook per migliorare la legislazione polacca. Immagine concessa dai promotori della campagna.

Più di 63,000 netizen hanno avanzato proposte su Facebook per migliorare la legislazione polacca. Immagine concessa dai promotori della campagna.

Il 26 maggio, Alex Raczynski, uno dei sostenitori, si esprime sulla bacheca del gruppo Facebook criticando la sostanziale irrilevanza del successo ottenuto e sottolineando, d'altra parte, il valore della vicenda politica in sé:

I nuovi articoli sono stati partoriti con fatica, sono incompleti e saranno un fiasco perchè la situazione non cambierà di molto. Tuttavia, l'importante è che quei vecchi parlamentari si siano piegati alla volontà popolare. Bravi miei cari. Un po’ alla volta, finalmente, ci stiamo dirigendo verso una società civile.

Incoraggiati dal successo dell'iniziativa, gli organizzatori hanno quindi deciso di ampliare i loro orizzonti e di trasformare la campagna in uno strumento di dialogo tra i giovani e la classe dirigente, specialmente in vista delle elezioni parlamentari. I loro intenti sono sintetizzati dal seguente messaggio, pubblicato sulla bacheca del social network:

Provate a pensarci: quale partito potrebbe ignorare decine di migliaia di potenziali voti? Invitiamo più amici possibili al nostro gruppo, attiriamo l'attenzione dei media e facciamo pressione sui politici. Magari alla fine riusciremo a farci ascoltare!

“Alla lavagna!”

La nuova campagna, accompagnata anche questa volta da un video (postato il 15 settembre su Vimeo da Apelujemy), incoraggiava i netizen polacchi a condividere le loro idee sulla relativa pagina di Facebook:

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In un comunicato stampa, i fautori dell'iniziativa hanno voluto sottolineare la neutralità politica della loro azione, sorta con l'unico obiettivo di amplificare la voce dei giovani che si sentono ignorati o traditi dai partiti politici.

Michal Juda, uno dei promotori, afferma :

Le elezioni si avvicinano e ancora non abbiamo qualcuno per cui votare. Stiamo leggendo i programmi dei vari partiti ma non riusciamo a trovare nulla che ci interessi davvero. Ecco perchè abbiamo dato vita a questa iniziativa chiamata “Alla lavagna!”. Con l'aiuto di Facebook, vogliamo incoraggiare i giovani a stilare e condividere una propria lista di proposte. Alla fine, presenteremo gli elenchi raccolti ai candidati politici e chiederemo loro di chiarire la propria posizione su ognuno dei punti.

Il nuovo progetto ha raccolto opinioni diverse tra i simpatizzanti del gruppo. Il 15 luglio, Pan Kapica incoraggia gli organizzatori a portare avanti l'iniziativa:

Sono favorevole a qualsiasi, anche al più piccolo, cambiamento della legge antidroga polacca. L'appello ai parlamentari si è affermato come uno strumento forte e concreto di iniziativa popolare, e i polacchi ne hanno bisogno. Se siamo riusciti ad ottenere questi risultati, perchè non andare avanti?

Damazy Podsiadlo sottolinea l'importanza del progetto, nonostante un certo scetticismo sul suo impatto concreto:

Trovo che sia una buona idea, è giusto ricordare ai parlamentari di essere stati eletti dal popolo per rappresentarne gli interessi. Siamo noi che affidiamo loro il mandato di governo (teoricamente e costituzionalmente) e quindi abbiamo il diritto di organizzare e portare avanti azioni di questo tipo. Personalmente, credo che finora i parlamentari siano stati così cinici da essersene dimenticati. Ecco perchè, nonostante la bontà di queste iniziative, nutro seri dubbi sulla reale possibilità di riuscire a raggiungere certi obiettivi solo con il loro aiuto.

L'utente Facebook Kamil Fikou, l'8 agosto esprime lo stesso concetto in maniera più concisa e colorita:

Ottimo che questa iniziativa stia prendendo piede, ma la realtà è che il governo se ne frega altamente.

Iza Forys, invece, manifesta senza indugi il suo sotegno alla campagna “Alla lavagna!”:

Sono molti i cambiamenti che si dovrebbero apportare alla legge polacca, perchè questo è un paese in cui è impossibile vivere; basta dare un'occhiata alla legislazione di altri stati per notare delle differenze abissali (e, sia chiaro, non sto parlando solo del caso marijuana). Probabilmente, ogni giorno, ciascuno di noi incontra delle assurdità di fronte alle quali non fa che chiudere gli occhi per quieto vivere. Ora, la questione è: siamo costretti a chiudere gli occhi o lo facciamo solo perchè siamo pigri? Offrirò il mio sostegno a qualsiasi iniziativa che tenti di unificare le persone per cercare di cambiare le cose.

Al contrario, El Ogurro non crede nel potere dell'attivismo virtuale e incita all'azione:

Forse è arrivata l'ora di capire che il mondo non si cambia su Facebook ma tra le strade, con una molotov in mano.

Anche Sebastian Chmura si lamenta del cosiddetto “slacktivism”, ossia l'attivismo dei fannulloni:

È facile e comodo cliccare su “mi piace”, ma poi nessuno vuole andare a votare.

Nonostante gli scetticismi, una volta aperta la famosa “lavagna” su Facebook, in migliaia si sono confrontati condividendo idee e suggerimenti sulla modifica della legislazione polacca. Le proposte riguardavano varie materie, dalle politiche del lavoro, a quelle familiari, al rapporto Stato-Chiesa e hanno provocato non poche discussioni. Alla fine, la legge antidroga si è confermata come uno degli argomenti più gettonati dai giovani: migliaia di netizen hanno lanciato il loro appello per la legalizzazione della marijuana.

L'iniziativa ha ricevuto anche il sostegno dei media e, soprattutto, numerose reazioni da parte dei politici, che hanno risposto alle questioni raccolte sulla “lavagna” attraverso delle registrazioni video, disponibili su YouTube (qui, qui, qui e qui). La campagna è culminata con un dibattito che ha avuto luogo presso l'Università di Varsavia, alla presenza dei rappresentanti dei maggiori partiti politici. Unico grande assente, il partito nazionale conservatore, Diritto e Giustizia [it], guidato da Jaroslaw Kaczynski [it].

Il 9 ottobre scorso, data delle elezioni parlamentari nazionali, i giovani netizen polacchi hanno avuto quindi l'opportunità di decidere chi dei politici aveva superato il test, dando ascolto alle richieste della “lavagna”, e chi, invece, non aveva risposto alle aspettative.
Di fronte al generale successo del dibattito online “Alla lavagna!”, è lecito chiedersi se stiamo assistendo all'alba di un nuovo modo di fare politica in Polonia. A tal proposito, il 20 settembre, dopo l'iniziale reticenza, Alex Raczynski esprime una rinnovata visione ottimistica:

Sono molto speranzoso riguardo le possibilità e le potenzialità di un discorso politico dal basso. Basta vedere quello che abbiamo raggiunto in materia di legislazione antidroga. […]

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