Bahrain: Sparisce nel nulla collaboratore di GV, si teme per la sua vita

Il 18 marzo, Global Voices ha ricevuto dalla Bahrain Human Rights Society notizie molto allarmanti sul nostro amico e collega Ali Abdulemam, di cui non si hanno più tracce.

Ali Abdulemam, redattore di Global Voices Advocacy e importante blogger del Bahrain, era stato arrestato il 4 settembre 2010 [en, come tutti i link tranne ove diversamente segnalato] e rilasciato il 23 febbraio 2011, giorno in cui il Re aveva ordinato la liberazione di alcuni detenuti comuni, prigionieri politici e attivisti:

Ali Abduleman, che secondo alcuni sarebbe il «padre della blogosfera» del Bahrain, è sparito dopo aver creato il primo forum non censurato dal Governo, aperto a dibattiti politici e sociali riguardanti il Paese; nemmeno la famiglia ha più sue notizie.

Lo zio di Ali ha descritto la scena svoltasi la notte del 18 marzo: 50 poliziotti armati di tutto punto sono piombati in casa ad appena poche settimane dalla sua liberazione, che faceva parte di un'operazione volta a calmare i manifestanti. In occasione del suo primo arresto, Ali era stato accusato di far parte di una «cellula organizzativa», e assieme ad altri 25 era stato fermato con l'accusa di cospirazione antigovernativa.

La mattina del 18 marzo, verso l'una e un quarto, gli abitanti del complesso residenziale di Aali, dove Ali aveva preso in affitto dal cugino un appartamento, sono stati svegliati dal rimbombo dei colpi d'arma da fuoco sul metallo del cancello d'ingresso.

Circa 50 poliziotti, armati di tutto punto, hanno forzato la porta di legno della casa. Il cugino di Ali, la moglie e la figlia dormivano nell'appartamento al piano terra. Gli agenti hanno fatto irruzione senza lasciare il tempo alle due donne di coprirsi e hanno domandato dove fosse Ali, puntando le armi conro di loro.

Irritati dalla vacuità delle risposte (il cugino e i familiari avevano risposto ai poliziotti che Ali e la moglie non rincasavano ormai da due giorni, e che non avevano idea di dove potessero trovarsi), i poliziotti hanno devastato l'appartamento per poi fare irruzione nell'appartamento di Ali, abbandonato dallo stesso qualche giorno prima a seguito delle minacce sempre più numerose. Il commando ha poi forzato anche una porta vicina, ma la famiglia che vi abitava – del tutto estranea alla vicenda – non era presente. È probabile che Ali avesse consigliato loro di traslocare altrove.

Dopo aver saccheggiato l'appartamento e distrutto tutto ciò che si sono trovati sotto mano, i poliziotti hanno riempito una grande valigia con tutto il materiale elettronico rinvenuto nella casa, macchine fotografiche, hard disk, videocamere, DVD e quant'altro. Dopodiché, sono tornati nell'appartamento al piano terra e hanno reiterato le loro domande, minacciando di portare via con sé la figlia della coppia. Il padre e la madre hanno dichiarato che avrebbero dovuto ucciderli prima di portare via la figlia. Fortunatamente i poliziotti hanno desistito, probabilmente dopo aver realizzato che la famiglia non era a conoscenza del luogo in cui si trovavano Ali e la sua famiglia. Questi avevano lasciato la propria abitazione tre giorni prima per rifugiarsi in un luogo segreto: l'unico contatto telefonico era servito a rassicurare i parenti circa le proprie condizioni di salute, e per informarli che si trovavano ormai al sicuro. A tutt'oggi non c'è più stata alcuna comunicazione con Ali, e i suoi familiari non sanno se si trovi ancora in Bahrain, se sia riuscito a fuggire o se la polizia lo abbia arrestato.

Qui è disponbile un'intervista fatta ad Ali Abduleman dopo la sua liberazione a febbraio.

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