Egitto: cala la notte dopo una giornata di rabbia

Mentre in Egitto calava la notte, al Cairo e in altre aree del Paese continuavano le manifestazioni di protesta. Le notizie non parlano che degli eventi accaduti in Tharir Square, a Il Cairo, dove la polizia ha cercato di sciogliere una mnaifestazione con lacrimogeni, pallottole di gomma e cannoni ad acqua provocando molti feriti. Sembra che a Suez, ci siano stati tre morti [en]. Ad Alessandria d'Egitto un sit-in di migliaia di persone è cominciato fra gli arresti. A El-Mahala [it], grande città agricola, alcuni messaggi su Twitter riportavano le azioni di poliziotti che hanno distrutto proprietà pubbliche nella piazza di El-Shoon e di altri scontri tra civili e polizia [en].

@Alaa [en] ha scritto su Twitter che c’era un disperato bisogno di medici in Tahrir Square:

Cerca di portare le persone in ospedale invece, i medici hanno bisogno di medicine e attrezzature ♻ @husseinelsaid: @alaa c’è un DISPERATO bisogno di medici a Tahrir pls RT

Mentre il governo egiziano ha bloccato Twitter e le reti dei cellulari nei dintorni di Tharir Square, lasciando i manifestanti senza mezzi per comunicare con il mondo esterno. I residenti del vicinato, allora, hanno rimosso spontaneamente le password delle reti wireless per permettere loro di accedere ad Internet:

@Mohrad [ar, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato]

المواطنين والمحلات لغوا باسوردات شبكات الوايرلس والمعتصمين في التحرير يستطيعون الآن التواصل مع الناس#Jan25 #fb

Civili e negozianti hanno eliminato le password dei loro router wireless. Ora i manifestanti di Tahrir Square possono comunicare liberamente online.

Inoltre i negozianti della zona hanno cominciato ad offrire cibo e acqua ai manifestanti.

@Mohrad

من التحرير: هارديز طلع ساندوتشات صغيرة للمعتصمين والأمن منعهم وطلب منهم يقفلوا ويمشوا ورفضوا يقفلوا ومشاركين الشباب

Da Tahrir: Hardee's ha distribuito gratuitamente panini ai manifestanti ma la polizia ha cercato di fermarli mandandoli via. I negozianti si sono però rifiutati unendosi alla gente.

Anche alcune celebrità si sono unite ai manifestanti, aggiornando i propri account Twitter: gli attori Amr Waked e Khaled Aboul Naga, la presentatrice televisiva Bouthayna Kamel, il regista Amr Salama, e il politico Ayman Nour.

Amr Salama e Khaled Aboul Naga hanno rilanciato un aggiornamento dai manifestanti a tutti gli egiziani:

رسالة من المعتصمين: كلنا موجودين في ميدان التحرير مش هنتحرك، و هنبات و هنكمل مظاهرتنا بكره الصبح رغم كل اللي بيعمله الأمن، اللي يقدر منا ينزل للناس دي ينزل، و اللي يقدر يجيبلهم مية أو أكل يجيب، و اللي مايقدرش ينشر الخبر دا و مايصدقش اللي بيتقال عن إنهم هيمشوا أو هيتحركوا من مكانهم… قوم يا مصري

Dai manifestanti: Rimarremo a Tharir Square. Non ci muoveremo da qui. Rimarremo e continueremo a protestare anche domattina nonostante la brutalità della polizia. Unitevi a noi se potete. Chiunque possa portarci acqua o cibo, per favore lo faccia. Li butteremo fuori dal Paese. Davvero Partecipate, egiziani!

Intorno alle 22 orario de Il Cairo, Farouk ha scritto su Twitter da Tahrir Square:

@farokadel:

من التحرير المعنويات مرتفعة بس الامن بيجهز هجوم تقريبا

La speranza è forte. Ma sembra che la polizia stia preparando qualcosa.

@Sandmonkey [en] aggiunge:

Fatto buffo del giorno: nessuna ragazza è stata molestata oggi. Tutti si sono comportati con il massimo rispetto. #jan25

Comunque l’atmosfera è cambiata bruscamente verso mezzanotte, quando la polizia ha usato la forza per sgomberare i presidi a Tahrir Square.

@Mohamed_A_Ali scrive su Twitter dal luogo del sit-in:

الضرب اشتغل الحقونا

Hanno cominciato a picchiarci. Aiutateci.

Secondo quanto riportato da una nota donna coinvolta nel mondo politico, Gameela Ismail [en], almeno quaranta persono sono state arrestate dalla polizia e portate in un luogo sconosciuto, tra cui il figlio Noor, il dottor Mostafa El Nagar, il coordinatore generale della “Campagna per il cambiamento”, il giornalista Mohamed Abdelfattah, e AbdelRahman Ayyash, studente di ingegneria che domani avrebbe dovuto sostenere un esame in facoltà.

Seguite gli aggiornamenti nello speciale di Global Voices Online, sia in inglese che in italiano

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