Iran: 4 foto di graffiti del ‘Banksy iraniano’ che descrivono l'attualità del paese

Immagini, diventate virali su Facebook e Twitter, di coraggiosi graffiti che adornano le mura e gli edifici di Teheran. 

La street art, che offre puntualmente spunti di riflessione sugli eventi in Iran e a Gaza, è frutto del lavoro di un artista (o un gruppo di artisti anonimi) conosciuto come Black Hand, soprannominato il “Bansky dell’Iran” dalla stampa. I graffiti sono illegali nel paese, ma le autorità tollerano solo quelli che sostengono la Repubblica Islamica. 

Black Hand sfida il governo con la sua arte: contro il divieto alle donne di partecipare a eventi sportivi e anche contro i brogli elettorali del 2009, evento che ha portato milioni di persone a scendere in piazza [en, come tutti i link seguenti] per manifestare contro la cosiddetta vittoria schiacciante di Mahmoud Ahmadinejad. A seguire una panoramica sulle quattro foto artistiche diventate virali sui social media. 

1. Gaza sanguinante

L'artista iraniano Black Hand colpisce ancora, questa volta in nome di Gaza.

Nel più recente graffito di Black Hand, diventato virale, gli iraniani hanno postato in rete le immagini del murales che raffigura il sangue scorrere intorno alla parola “Gaza” dal 2012. L'artista ha poi ringraziato i suoi fan su Facebook per aver fatto parlare l'arte nella rinnovata violenza in corso tra Israele e Gaza, che ha causato finora la morte di più di 200 palestinesi. Nel suo post, l'artista Black Hand era felice di vedere che gli iraniani di ogni fede politica si siano ritrovati uniti per protestare contro il bombardamento israeliano contro l'enclave costiera.

2. Le donne e lo sport

La protesta del detersivo. Black Hand viene a volte definito come il “Banksy dell'Iran”!

L'immagine di una donna che indossa la maglietta della squadra di calcio iraniana mentre spreme una bottiglia di detersivo per i piatti, ricorda i giocatori di calcio mentre tengono in alto il trofeo della Coppa del Mondo, ed è apparsa nel periodo in cui la squadra era impegnata a giocare contro il Brasile a giugno. Black Hand ha postato l’immagine di questa sua opera su Facebook.

Le donne, incluse le giornaliste, non sono ammesse allo stadio durante le partite di calcio e di palla a volo. Il graffito, che è comparso sulla via principale di Teheran, è stato cancellato con la vernice rossa subito dopo.

Non è chiaro se siano state le autorità a cancellarlo o sia stato un gesto dell’artista, come una sorta di metafora per la mancanza delle donne agli eventi sportivi. 

3. ‘Basta scontri, avanti con la diplomazia’  

L'artista di strada iraniano Black Hand ha consigliato a #IranTalksVienna (hashtag che indica i negoziati della diplomazia iranana in corso a Vienna n.d.t.): Basta scontri, avanti con la diplomazia.

Questa immagine dei guantoni da boxe che sembrano essere appesi per bene, è accompagnata dalla didascalia “Basta scontri, avanti con la diplomazia”. Un’immagine artistica diventata questa settimana virale sui social media in Iran, per protestare contro i negoziati nucleari in corso a Vienna.

Il graffito è comparso nel luglio del 2013, alla fine del periodo politico del Presidente Ahmadinejad, quando in seguito al programma nucleare dell’Iran le sanzioni continuavano a paralizzare l’economia del paese. Nel giugno del 2013, il Presidente moderato Hassan Rouhani venne eletto, intraprendendo la strada della diplomazia con la conseguente fine del conflitto e della crisi economica.

4. Elezioni del 2009  

Uno dei migliori graffiti che abbia mai visto in vita mia. Il lavoro di un artista iraniano anonimo. #Blackhand 

Questo avvistamento d'arte di giugno è diventato virale sui social media, grazie ad un graffito recente il semplice indirizzo ad un video su YouTube di un comandante della Guardia Rivoluzionaria dell'Iran, mentre dice che il ritorno alla guida nel 2009 da parte dei riformisti ha segnato una sorta di “linea rossa”, alludendo, per la prima volta, alla partecipazione delle autorità ai brogli elettorali.

Il Presidente Ahmadinejad è stato rieletto, sebbene milioni di persone abbiano sostenuto che le elezioni sono state truccate. La rabbia per i risultati ha scatenato i Verdi, con manifestazioni di massa nei mesi successivi e il seguente tentativo di manifestazione nel febbraio del 2010, che è stata brutalmente soppressa

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