Colombia: aggressioni con acido preoccupano la popolazione

Le aggressioni con l’acido avvenute nelle ultime settimane hanno messo in allerta la Colombia. Nonostante le leggi in materia [es, come i seguenti] approvate nel 2013, sono ancora considerate insufficienti le misure atte a contrastare l’aumento di questo tipo di violenze, il cui bilancio delle vittime è salito a 926 negli ultimi dieci anni. In tutti questi casi, solo tre imputati hanno ricevuto una condanna.

Recentemente si è creato un putiferio a livello mediatico dopo un'aggressione con l’acido avvenuta ai danni di Natalia Ponce, giovane benestante aggredita da un conoscente, in seguito arrestato. Il fatto ha scatenato numerose reazioni su Twitter e su altri social network, dove unanimi sono stati i commenti contro le aggressioni ai danni delle donne:

È inammissibile l’aggressione a Natalia Ponce con l’acido! Domani potrebbe capitare a chiunque. #NonUnaDiPiù Abbiamo bisogno di una giustizia PIÙ FORTE!

Quanta tristezza, impotenza e codardia in queste aggressioni con l’acido contro le donne, è una modalità che mi lascia perplesso e senza parole.

Dopo India e Pakistan, la Colombia è il terzo paese al mondo con più aggressioni con l’acido contro le donne.

Sul blog “Rostros sin Ácido” (Volti senza acido) sono state pubblicate immagini di diverse donne vittime di questo tipo di aggressioni che, come si può notare, “hanno deciso di mostrarsi in pubblico per sensibilizzare la società ed esigere politiche di stato che permettano loro di rifarsi una vita”:

Gina Potes, de 35 años

Gina Potes, 35 anni

Viviana Hernández, de 28 años

Viviana Hernández, 28 anni

Nubia Espita, de 33 años

Nubia Espita, 33 anni

Tuttavia, sul blog ¿Quién se beneficia de tu hombría? (Chi ci guadagna dalla tua virilità?) si afferma che il problema non riguarda esclusivamente le donne e, oltre a rifiutare la stigmatizzazione, afferma:

Todo esto resulta llamativo porque de los 926 casos de ataques con ácido registrados en el país durante los últimos diez años, entre las víctimas hay 471 mujeres y 455 varones. Es decir, los hombres constituyen el 49% de los agredidos, pero apenas han recibido atención mediática o política.

Tutto questo è sorprendente perché, dei 926 casi di aggressione con l’acido registrati nel paese negli ultimi dieci anni, si contano 471 donne e 455 uomini. Questo significa che gli uomini costituiscono il 49% delle vittime. Tuttavia, hanno ricevuto scarsa attenzione mediatica e politica.

Dopo l’attacco a Natalia Ponce si sono registrati altri due casi: il 2 aprile la ventitreenne Sorleny Pulgarín è stata aggredita con l’acido in un quartiere di Engativá, a nord di Bogotá. Successivamente, il 9 aprile, si è verificata la morte deplorevole di Alejandro Correa, a seguito di un’aggressione avvenuta nel comune di Estrella, nel dipartimento di Antioquia, probabilmente per motivi di gelosia.

Le autorità hanno scoperto la presunta truffa di Inés Carrillo, la quale ha affermato di essere stata vittima di un’aggressione con l’acido per incassare un’indennità di 75 milioni di peso colombiani (circa 28.000 €) messa a disposizione dal governo, scatenando così forti reazioni nei suoi confronti:

L’ignoranza e l’avarizia di Ines Carrillo presunta vittima di un’aggressione con l’acido potrebbe portarla in carcere.

La signora Ines Carrillo di Bosa non è stata aggredita con l’acido, si è bruciata a seguito di un incidente domestico, la sua famiglia voleva ottenere l’indennità.

Nel frattempo si sono formate associazioni e si stanno organizzando nuove iniziative per contrastare questo tipo di aggressioni che ledono psicologicamente e fisicamente le vittime. Tuttavia, la gente continua a pretendere soluzioni efficaci, come dimostra l’utente “Profe” in un suo commento sul sito El Líder.com, dove chiede la restrizione della vendita di liquidi dannosi per la salute:

Se debe prohibir la venta libre de este producto igual como lo hacen con las armas, su venta es supervisada por el ejercito, se debe tomar registro de los vehículos que se les cambie el acido y la policía debe ser conocedora de estos.

Si deve proibire la libera vendita di questo prodotto così come succede con le armi, la loro vendita è supervisionata dall’esercito, si deve tenere un registro dei veicoli che cambiano l’acido e la polizia deve esserne informata.

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