Russia: da Kiev a Mosca, vane proteste sono state subito represse dalla polizia

Tires (for burning on barricades) in the shape of the Olympic symbol. Anonymous image found online.

Pneumatici (come quelli bruciati sulle barricate durante le proteste “Maidan” in Ucraina) messi a forma del simbolo olimpico. Immagine anonima dalla rete. 

Finti i giochi olimpici di Sochi, le cose ritornano al loro normale corso in Russia — vane proteste dell'opposizione e repressioni reazionarie del governo. Lunedì 24 Febbraio 2014, il tribunale Moscovita di Zamoskvoretsky ha condannato otto attivisti politici a diversi anni di prigione per aver partecipato ad una sommossa, il 6 Maggio 2012, nei pressi della centrale piazza Bolotnaya. Le sentenze di questo processo variano da due anni e sette mesi per Artem Savelov, fino a 4 anni per Sergey Krivov. Alexandra Duhanina, l'unica donna imputata, dopo la concessione di un'amnestia anticipata in liberazione di Maria Baronova, ha ricevuto una condanna con sospensione condizionata di 3 anni e 3 mesi. 

An image showing the Bolotnaya prisoners and their sentences. Anonymous image found online.

Un'immagine degli arrestati di Bolotnaya e delle rispettive sentenze. Immagine di anonimo trovata sulla rete.

Le sentenze sono state emesse lunedì scorso, invece che il venerdì precedente come era inizialmente previsto [ru], probabilmente per non rovinare la cerimonia di chiusura dei giochi olimpici con notizie sgradevoli. Nonostante il giorno lavorativo, centinaia di persone sono arrivate sono il palazzo del tribunale e poi nella piazza Manezhnaya, per protestare contro il processo, visto da molti nella sua natura manipolatrice e politica. Sembra che alcuni dei manifestanti siano stati ispirati dai moti insurrezionali nella vicina Ucraina, dove violente proteste urbane sono servite all’ opposizione per raggiungere i propri obiettivi. Nello specifico, diverse hanno richiesto con dei tweet di portare dei pneumatici alla manifestazione — sia come gesto di sfida riferito ai cumuli di copertoni bruciati dai manifestanti sulle barricate di Kiev, sia come invito a costruire le proprie barricate.

Ilya Azar, corrispondente presso la Lenta.ru, è stato il primo a far richiesta di “pneumatici a Manezhka”, diffondendo via tweet:

не забудьте каждый взять с собой на Манежку хотя бы одну автомобильную покрышку

Tutti quanti, non dimenticate di portare con voi una ruota a Manezhka

Dopodichè ha cancellato il suo tweet, forse per il legittimo timore che i poco scherzosi dirigenti del Cremlino potessero usarlo come accusa per aver incitato alla violenza, ma altri netizen sono comunque riusciti a farne uno screenshot [ru]. Altri [ru] hanno raccolto questo appello come richiamo all'azione. Un'altro utente di Twitter ha addirittura invitato [ru] a portare bottiglie vuote, benzina ed olio di macchina (i componenti per produrre una molotov), mentre un'altro ha usato un linguaggio esopico per evitare accuse di estremismo:

Ho bisogno di aiuto! ho una gomma a terra, vicino a Manezhka. Chi passa di qui, per piacere, me ne porti una di scorta; va bene anche vecchia o consumata.

Ed effettivamente, qualcuno ha risposto alla chiamata, fra cui Nadezhda Tolokonnikova, già nota dai tempi delle Pussy Riot, che pare sia stata arrestata mentre trasportava una gomma [ru]. Tolokonnikova ha riferito [ru] più tardi, tweetando dall'interno di un furgone della polizia, di essere stata sottoposta ad un arresto “rude”.

Un uomo arrestato in piazza Manezhka, mentre porta un copertone. Grani.ru

La Polizia di Mosca ha reagito prontamente e duramente, disperdendo i manifestanti ed arrestando diverse centinaia di persone, fra le quali il presunto leader dell'opposizione Alexey Navalny [ru], secondo[ru] quanto riportano resoconti via Tweet [ru] dei manifestanti. Alcuni hanno anche descritto [ru] l'azione della polizia come “insolitamente” brutale ed intollerante. Lo scrittore pro-Cremlino Eduard Bagirov, ha diffuso su Twitter [ru] che questo è accaduto a causa dell'effetto Ucraina; dopo i fatti di Maidan la polizia si vede moralmente obbligta ad “agire” contro i manifestanti, sostiene.

A burning Kiev barricade photoshopped to look like a Google "doodle." The protesters are holding car tires. Anonymous image found online.

Una barricata in fiamme a Kiev, ritoccata su Photoshop per assomigliare al logo di Google. Immagine anonima tratta dalla rete.

Yulia Arkhipova, studentessa di economia che recentemente ha intrapreso un'infuocato dibattito su Twitter [pezzo di Global voices in inglese] con il conduttore Vladimir Solovyev, per essere pro-Maiden, ha aspramente criticato [ru] la “debacle” dei copertoni, spiegando e sostenedo che i russi stanno sì emulando le tattiche degli attivisti Ucraini, ma non con lo stesso spirito: 

В России оппозиция насмотрелась на Майдан и теперь играет в ролевые игры. К Замоскворецкому суду приносят российский флаг, поют российский гимн. Протестующие кричат “Банду гэть!” и называют ОМОНовцев Беркутом.

L'opposizione russa hanno assistito alle proteste di Maidan e adesso sta facendo lo stesso gioco, innalzano la bandiera russa nel tribunale di Zmoskoretsky ed intonano l'inno nazionale. I manifestanti sbraitano “abbasso i ladri” [in Ucraino] e chiamano la polizia antisommossa “Berkut”.

Certo, potrebbe sembrare come quelli di Maiden, scrive, ma a questi manifestanti manca la decisione di lasciare il proprio lavoro per stare in piedi mesi al freddo. Per questo, ciò che ha funzionato a Kiev, non sembra destinato ad avere successo a Mosca.

Nel frattempo, i prigionieri di piazza Bolotnaya sono destinati ad un cupo futuro, anche se il difensore dei diritti umani Pavel Chikov si augura [ru] che, essendo le condanne sufficientemente basse, possano presto essere liberati sulla parola, considerato anche il lungo periodo che sono già stati in prigione. Resta da vedere se questi otto uomini e donne diverranno i paladini del movimento di protesta, o se piuttosto la loro vicenda sia servita da efficace deterrente.

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