Repubblica Centrafricana: il cambiamento parte dal basso

Refugees of the fighting in the Central African Republic via wikipédia Public Domain

Profughi dopo gli scontri nella Repubblica Centrafricana. Autorizzazione Wikipedia – Public domain

I volontari a tempo pieno dell'organizzazione ATD Fourth World [en, come tutti i link successivi salvo diversa indicazione] nella Repubblica Centrafricana avevano iniziato a lavorare con i più svantaggiati ancor prima che il violento conflitto religioso cominciasse a dilaniare il paese. Le azioni intraprese per aiutare la popolazione locale hanno preservato l’unità e la coesione sociale di alcune comunità indebolite dai combattimenti tra i ribelli Seleka, di confessione islamica, e gli anti-Balaka, composti prevalentemente da gruppi di giovani cristiani. La continua presenza del gruppo all’interno della comunità li ha resi protagonisti e osservatori della situazione attuale.

Global Voices ha intervistato i volontari per conoscere le loro prospettive riguardo all'attuale situazione e cosa pensino sia necessario fare per ricostruire il Paese. In seguito, la seconda parte dell’intervista a Michel Besse, il leader della squadra locale del movimento ATD Fourth World a Bangui e ai suoi collaboratori. La prima parte è disponibile qui [it].

Global Voices (GV): Quali azioni si sono dimostrate più utili alla popolazione finora? 

Michel Besse: Pendant l'année de plomb qu'à vécu le pays en 2013, une douzaine de membres du Mouvement ATD Quart Monde, sont venus de leurs quartiers et de leurs villages chaque semaine jusqu'au Centre-Ville. Ils ont procédé à l’élaboration du programme d'action du Mouvement pour 4 ans, exprimer ce qui est le plus important pour leur pays ne pas laisser se perdre l'intelligence des enfants, et rejoindre d'autres qui souffrent plus encore ! Dans un pays ou même le lendemain est incertain, ils ont persévéré et résisté : malgré la pression de l'urgence et des dangers, malgré les incertitudes du présent, pour eux penser l'avenir était important. Ils voulaient semer l'espoir maintenant pour garantir l'avenir et ils continuent.

Michel Besse: Durante l’anno della carneficina sofferta dal Paese nel 2013, circa una decina di membri dell'ATD Fourth World ha viaggiato ogni settimana dai quartieri e dai villaggi verso il centro della città. Hanno lavorato sul programma di azione quadriennale del movimento, idenficando cosa fosse più urgente per il loro Paese: non permettere lo spreco dell’intelligenza dei bambini e darsi da fare per raggiungere altre persone che soffrono ancora di più! In un paese dove il domani è incerto, le comunità hanno perseverato e resistito all’odio; nonostante le difficoltà causate dall'emergenza e dalla pericolosità della situazione, nonostante la costante incertezza, era importante per loro pensare al futuro. Hanno voluto piantare il seme della speranza nel presente per assicurarsi un futuro e tuttora continuano a farlo.


Video sui bambini a Bangui e altri bambini di altri paesi.

GV: Afferma che è essenziale per le comunità parlarsi e mantenere un dialogo per risolvere i problemi. Quali sono le condizioni necessarie perché avvenga tale dialogo? In che modo può essere d’aiuto la comunità internazionale?

MB: Ce que le Mouvement ATD Quart Monde a appris de l'expérience, pour l'avoir vécu ailleurs aussi, c'est que partout où il y a des catastrophes, des crises, les premiers à y faire face, ce sont les gens du pays, et en particulier les gens d'en bas : les habitants des quartiers qui s'organisent sans attendre l'aide internationale, ceux dont les paroles et les actes restent encore invisibles.  La plus grande crainte, c’est que le fossé ne se creuse trop entre les communautés, et qu’il soit trop difficile ensuite d’envisager la réconciliation. Alors, chaque perte en vie humaine est une souffrance pour tous ceux qui veulent la paix. Il faut soutenir les initiatives qui vont dans le sens de la paix, aider à faire entendre les voix et voir les gestes qui portent cette aspiration profonde de fraternité et d’unité.

Les jeunes n'ont pas attendu que le recensement du camp de personnes déplacées de 100.000 soit fait à l'aéroport pour commencer des bibliothèques de rue. Chancella, Kevin et Herbert l'ont fait sans autres moyens qu'un tout petit peu de matériel, quelques crayons et leurs chansons mais surtout toute leur personne. Ils n'ont pas attendus pour se mettre au service communautaire dans les camps : aider les personnes malades à prendre leurs médicaments, aller chercher de l'eau pour les plus faibles, enterrer les morts, mais aussi les mères de familles à réorganiser leur petits commerces pour les besoins du camp et pour nourrir leur familles. Comme ces jeunes, ce que les habitants du pays espèrent, c'est d'être aidés mais en étant soutenus dans leurs initiatives.

MB: Il movimento ADT Fourth World ha imparato dall’esperienza, avendo vissuto le stesse problematiche in qualsiasi altro posto, che ovunque ci siano disastri o crisi, è la popolazione locale che deve occuparsene per prima, specialmente le persone più povere; sono i residenti dei quartieri che si organizzano senza attendere l’aiuto internazionale, e le loro parole ed azioni rimangono invisibili. La paura più grande è che il divario tra le comunità peggiori, rendendo la riconciliazione una prospettiva difficile. Ogni vita umana persa crea sofferenza a coloro che vogliono la pace. E’ importante per le iniziative a supporto della pace assicurare che le voci e le azioni, le quali trasmettono un profondo desiderio di fratellanza e unità, vengano ascoltate e viste.

I giovani di Bangui non hanno aspettato che le 100000 persone rifugiate si accampassero all’aeroporto prima di avviare le Biblioteche per le strade. Alcuni volontari, Chancella, Kevin e Herbert hanno reso possibile tutto questo con nient'altro che piccoli frammenti di materiale, qualche matita e le loro canzoni, ma dobbiamo sottolineare che sono stati loro a prendere la situazione in mano. Non hanno esitato a mettersi al servizio delle comunità nei campi, aiutando i malati a prendere le loro medicine, procurando acqua per i più deboli, sotterrando i cadaveri, e aiutando le madri a ricostruire le loro piccole attività, fornendo loro beni primari e nutrendo le loro famiglie. Ciò che questi giovani e gli abitanti del paese sperano è di essere aiutati, attraverso il supporto delle loro iniziative.

GV: In che modo l’aiuto internazionale potrebbe ricostruire il Paese senza nuocere a chi guida le iniziative in corso?

MB: On l'a souvent vu ailleurs, l'état a été dénigré et contourné par l'aide internationale.  Il faut soutenir les initiatives des gens du pays et ne pas les écraser. Comment dire qu'on ne peut se mettre derrière ceux qui sont engagés et ont une expérience et une réflexion sur ce qu'il faut faire, nourrie par des années d'engagement ? Les responsables  d'une « maison » pour enfants vulnérables a vu des tonnes de riz distribué en rations individuelles… et les plus faibles se faire dépouiller, ou le vendre à vil prix pour avoir quelques sous. Ces responsables auraient su comment procéder avec ses collègues pour qu'il serve à tous les enfants, plus équitablement.

MB: L’abbiamo visto accadere altrove, venir denigrati e calpestati dagli aiuti internazionali. Le iniziative della popolazione devono essere supportate, non schiacchiate. Perché rifiutarsi di seguire il percorso tracciato da chi è coinvolto, da chi ha esperienza e sa cosa è necessario fare, grazie a tutti questi anni di coinvolgimento? I responsabili che si occupano di dare una “casa” ai bambini più vulnerabili hanno visto tonnellate di riso distribuito in porzioni individuali…e i più deboli se lo facevano rubare, oppure veniva venduto a prezzo più basso per guadagnare qualche centesimo. I responsabili di queste case avrebbero saputo guidare gli altri colleghi affinché il riso potesse essere usato per aiutare tutti i bambini in modo più equo.

GV: Come potremmo agire nell’accordare le visioni e le idee della popolazione e impegnarci con loro come partner?

MB: Alors qu'elle était Maire de Bangui, l'actuelle Chef de l’État de la transition avait expliqué lors d'une table ronde des organismes humanitaires cet enjeu central : « des chefs de quartier peuvent sembler de vieux messieurs, des instituteurs sans travail depuis des mois ou des responsables d'associations de jeunes dont les locaux sont détruits depuis des années peuvent ne pas ressembler à des interlocuteurs habituels pour ces ONG, mais c'est pourtant avec eux qu'une action passe et peut être acceptée par les habitants ». C’est vital, et c’est d’ailleurs le principe de respect des peuples et un sens profond de la solidarité qui garantie la paix et le vrai progrès avec tous.

MB: Quando l’attuale Capo di Stato era il sindaco di Bangui spiegò la questione chiave ad un incontro con le organizzazioni umanitarie attraverso queste parole: “Sembrerebbe che alcuni leader della comunità siano uomini anziani, insegnanti che non lavorano da mesi, capi di associazioni giovanili le cui premesse erano state distrutte anni prima, e non sembrano essere il tipo di persone con cui le ONG tengono rapporti di solito, ma è attraverso il loro lavoro che le politiche vengono approvate e accettate dai residenti”. È di vitale importanza, e si basa sul principio del rispetto della popolazione e su un senso profondo di solidarietà che, insieme, garantiscono pace e progresso per tutti.

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