Italia: la televisione pubblica cerca di conciliare reality show e azioni umanitarie

Rai1 [it] — canale televisivo faro del servizio audiovisivo pubblico nazionale, nonché il canale più guardato in Italia — ha in cantiere una trasmissione sull'aiuto umanitario sottoforma di reality show. Il primo episodio dovrebbe essere mandato in onda il prossimo 4 dicembre.

“The Mission” presentato come un'esperienza sociale o un documentario-fiction, metterà in scena per due settimane otto celebrità -al servizio dell’ONG italiana Intersos [en] — in alcuni campi di rifugiati nel sud del Sudan, in Repubblica Democratica del Congo [fr] (RDC) e in Mali [fr]. Tutto questo sotto la supervisione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (HCR) [it].

Sul blog African Voices [en] Carlo Cattaneo in “Mission” by Rai1. A time bomb?” [en] spiega:

L'obiettivo della RAI sarebbe dunque promuovere, attraverso questa esperienza sociale, la causa dei dannati della terra e l'impegno dei volontari, al fine di suscitare una più vasta presa di coscienza del pubblico. Secondo quanto noto, la produzione non si focalizzerà unicamente sulla sofferenza e la disperazione dei rifugiati, ma piuttosto sull'impegno positivo e concreto dei lavoratori volontari, sulla storia dei rifugiati, le ragioni e le cause per cui sono fuggiti dai loro paesi di origine. Ogni episodio sarà introdotto da una spiegazione precisa dell'evoluzione sociale, storica, politica e culturale del paese nel quale si svolge il programma, per fornire al pubblico un'informazione adeguata ed evitare così la messa in scena dei rifugiati. Laura Lucci capo dell'HCR in Italia, assicura che stanno riflettendo intensamente su un programma di informazione. La presenza del HCR deve assicurare che saranno filmati solo i rifugiati che lo desiderano e che il diritto alla vita privata e la libertà personale di ogni individuo saranno rispettati. Secondo i promotori l'aumentata consapevolezza e le storie intime dei rifugiati permetteranno una migliore tolleranza e comprensione delle questioni legate all'immigrazione illegale e delle ragioni che conducono a cercare disperatamente una vita migliore dall'altra sponda del Mediterraneo.

Carlo Cattaneo esibisce anche un’ autorizzazione ufficiale della RDC per le riprese di questo programma [en]:

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Molti italiani — volontari e non — criticano il programma già molti mesi prima della sua diffusione. Una petizione online chiede che il programma non sia diffuso. Firmata da più di 91 000 persone [it], sostiene che il programma darà in pasto la vita dei rifugiati banalizzando anche le conseguenze dei conflitti.

Il sito Afriqinfos [fr] scrive che il mondo dei Reality show è sul punto di oltrepassare un nuovo limite, quello della telerealtà in un campo profughi in Africa. Un progetto estremamente controverso… [fr]

Change.org et Activism.org [it] hanno lanciato una petizione mirata ad annullare la messa in scena di The Mission: “Vi piacerebbe vedere vostra madre, sopravvissuta a violenze inimmaginabili, essere messa in ridicolo come comparsa in un reality show?” argomenta la prima organizzazione.

 

Oltre alle critiche ricorrenti — soprattutto sui cachets degli artisti [it] — tutte le volte che qualche personaggio famoso o dei programmi popolari mettono le mani su una causa umanitaria, su una catastrofe o su un conflitto, uno degli argomenti contrari è che le celebrità scelte siano delle celebrità di seconda categoria, senza legittimità [it] oppure in declino.

Zaccunu09 commenta così l’articolo Sfiga Africa: ci mancava Al Bano [it], apparso su l'Espresso [it]:

Che bella idea questa di Leone,figlio dell'ex Presidente della Repubblica,ed è superfluo dire perché oggi si trova a quel posto!, forte di un'autorità che non sappiamo bene da dove venga, ha organizzato questa ridicola messinscena con personaggi che hanno un seguito da ridere se non fosse per la Rai che continua a farli apparire sulla scena televisiva,il più delle volte a sproposito. Albano, ci basta la presunzione e l'atteggiamento malandrino;il rampollo ruspante di casa Savoia,che non si sa a che titolo calca la scena Rai e con quali meriti se non una eredità che più scalcinata ed inquietante non poteva essere; Barale, ma esiste veramente? ,Cocuzza per più cocuzza non poteva essere,forse ho dimenticato qualcuno ma sicuramente sarà all'altezza degli altri. VIVA LA RAI ………

Su Articolotre.com, si legge cosa risponde Al Bano a tali critiche [it]:

Io difendo questo programma, e non capisco davvero cosa ci vediate di male: ce l'avete con me? Non capisco perché si parli di reality quando si tratta di realtà. Non sarebbe stato uno spettacolo, ma un'indagine, un'occasione per accendere i riflettori sulla gente che soffre. A me piaceva proprio l'idea di andare in un luogo in cui le persone sono abbandonate. Io voglio accendere qual faro, far vedere cosa succede. Continuano a morire dappertutto, ma se non proviamo ad accendere le luci che succederà?

Mentre per “Stop Koni”, i commenti degli Africani erano per la maggior parte negativi [fr] questa volta sembrano più eterogenei soprattutto su Facebook [fr]:

Aragone Diger : Far uscire i rifugiati dall'ombra, significa anche mostrare le tare della guerra ed in questo modo rendere coscienti le popolazioni dei paesi che sono coinvolti in guerre, soprattutto in Africa.

 

Renaud-Désiré Essoh Lath A me piace, mostra che nella vita non c'è soltanto Kardashians [it] ed esistono problemi più seri!!

 

In seguito alle voci di cancellazione del programma, la RAI ha pubblicato una smentita ufficiale. Grazie a questa polemica “The Mission” gode ora di un'operazione pubblicitaria senza pari.

Abdoulaye BahAntonella Sinopoli hanno contribuito a questo articolo

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