Pakistan: la risposta alla lettera del militante talebano a Malala

Acclamata in tutto il mondo per il suo coraggio, nel suo Paese è stata accusata di essere una spia della CIA, un fantoccio dell'Occidente e una bugiarda.

Persino dopo l'audace discorso alle Nazioni Unite [it], in cui si è rivolta ai leader mondiali rivendicando il diritto a un'istruzione libera per ogni bambino, la giovane attivista Malala Yousafzai [it], colpita alla testa da un proiettile per mano dei talebani nel 2012, rimane in Pakistan una figura controversa.

In seguito al suo discorso, un militante talebano ha indirizzato a Malala una lettera pubblica [en, come i link successivi, eccetto dove diversamente indicato] in cui la invita a rientrare nel suo Paese e a continuare gli studi presso una madrasa [it], ovvero una scuola islamica. La lettera è stata prontamente smontata da un giornalista pakistano che, in una risposta pubblica, sconsiglia al talebano di mettersi contro le donne pakistane.

Malala Yousafzai, the Pakistan teen who survived an assassination attempt by the Taliban, at the United Nations on Friday. Beside her at left, is Ban Ki-moon, UN Secretary-General, and Mr. Vuk Jeremiae, President of the General Assembly. Image by Nancy Siesel. Copyright Demotix. (12 July 2013)

Malala Yousafzai alle Nazioni Unite. Alla sua sinistra, il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon e Vuk Jeremiae, Presidente dell'Assemblea Generale. Foto su concessione di Nancy Siesel. Copyright Demotix. (12 luglio 2013)

Nella lettera pubblica, il militante di Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP) Adnan Rasheed afferma che la sedicenne Malala è stata vittima di un’ aggressione da parte dei talebani [it] per averli diffamati, e non perché volesse proseguire gli studi. In una lettera distribuita ai giornalisti pakistani attraverso la cellula mediatica dei talebani del Pakistan, Rasheed scrive:

Innanzitutto, bada bene che i talebani non ti hanno mai aggredito per il semplice fatto che andassi a scuola o perché ti piacesse studiare, inoltre tieni presente che nessun talebano o mujaheddin è contrario all'istruzione maschile o femminile che sia. I talebani ritengono che tu stessi scrivendo deliberatamente contro di loro e stessi conducendo una campagna oltraggiosa volta alla diffamazione dei loro sforzi per l'istituzione di un sistema islamico nel distretto di Swat, e che i tuoi scritti fossero provocatori.

Il giornalista e autore premiato pakistano Mohammed Hanif risponde a Rasheed tramite una lettera pubblicata dal Guardian dal titolo: “Caro leader talebano, grazie per aver scritto a Malala Yousafzai”:

 Scrivo per ringraziarla della generosa lettera che ha scritto a Malala Yousafzai. Grazie per aver ammesso che i suoi compagni abbiano tentato di ucciderla sparandole alla testa. Molti dei vostri sostenitori in Pakistan continuano ad affermare che i talebani non aggredirebbero mai una ragazzina. Credevano che Malala si fosse in realtà sparata da sola per diventare famosa e ottenere un visto per il Regno Unito. Le donne, come sappiamo, farebbero di tutto pur di ottenere ciò che vogliono. Quindi, grazie per aver detto che una quattordicenne è l'avversaria dei talebani.

Aggiunge Hanif:

Il governo ha praticamente consegnato la valle ai suoi compagni ma, poiché hanno ordinato alle donne di restarsene a casa, il controllo da parte loro non è durato che qualche settimana.

C'è una sola lezione da imparare: si può combattere l'esercito del Pakistan; si può quasi riuscire ad uccidere il comandante supremo del Pakistan, come il gruppo di cui fa parte ha eroicamente dimostrato; potete finanziare una jihad gloriosa contro brutali forze imperialiste. Ma non potete scontrarvi contro le donne lavoratrici del vostro quartiere e sperare di vincere. Queste donne probabilmente non parleranno mai alle Nazioni Unite ma non si può chiedere a nessuna di loro – dalla raccoglitrice di cotone all'impiegata di banca – di starsene zitta e a casa, per il semplice motivo che non lo faranno.

The Edequal Foundation, an educational charity founded by Shahzad Ali and based in north London which supports teachers and students demonstrated in a show of support for Malala Yousufzai, the Pakistani schoolgirl shot by the Taliban. Image by Peter Marshall. Copyright Demotix (20 October 2013)

La fondazione Edequal, un'organizzazione benefica del settore dell'istruzione con sede a Londra, protesta in segno di solidarietà a Malala Yousufzai. Foto su concessione di Peter Marshall.
Copyright Demotix (20 ottobre 2012)

Spiega nel suo blog Zubair Towali, che vive nel distretto di Swat, di cui Malala è originaria:

Esistono molte spiacevoli teorie cospirazioniste contro Malala. Una di queste ipotizza come Malala sia uno strumento nelle mani della lobby ebraico-statunistense. Questa linea di “pensiero” afferma che la sua “fama improvvisa” sia stata alimentata e guidata da elementi cospirativi contro il Pakistan.

Risponde su Twitter l'utente pakistano Saqib Ali Kazmi:

tutti quelli che parlano contro #malala dovrebbero leggere la lettera del TTP indirizzata a malala e chiedere scusa per aver diffuso della falsa #propaganda #Pakistan

Nella sua lettera, il militante talebano risponde punto per punto al discorso di Malala alle Nazioni Unite. Scrive:

Mi auguro che l'esercito pakistano impari la lezione sulla compassione che hai appreso da Maometto (che la pace sia con lui) sperando che cessi lo spargimento di sangue musulmano nelle aree della FATA e del Balochistan. Mi auguro che gli Stati Uniti e la NATO imparino la lezione sulla compassione che hai appreso da Gesù, affinché cessi lo spargimento di sangue musulmano innocente nel mondo e mi auguro lo stesso per i seguaci di Budda, perché la smettano di uccidere musulmani disarmati e innocenti in Birmania e in Sri Lanka, e lo stesso per l'esercito indiano, affinché segua gli insegnamenti di Gandhi e cessi il genocidio nel Kashmir.

Tuttavia, alcuni utenti Twitter pakistani nutrono ancora dei dubbi. Scrive in un tweet Ahmed Bilal:

Nonostante le atrocità commesse, il leader #talebano Adnan Rasheed, nella lettera rivolta a #Malala, ha esposto un punto valido. Qui lo dico. #Pakistan

Alcuni, invece, traggono un messaggio personale dalla lettera, come nel caso del musicista pakistano Salman Ahmad, che scrive:

Il potere di una sedicenne pakistana: il discorso di #Malala spinge un talebano pentito a dare sfogo alla sua visione del mondo http://t.co/VZRIN4jJVh

Scrive Khuldune Shahid, corrispondente per la rubrica finanziaria di ePakistanToday:

I liberali pakistani hanno bisogno della lezione di onestà e chiarezza di #AdnanRasheed. Il nostro liberalismo è limitato al numero di marche di alcolici che siamo in grado di nominare.

Ma persino Shahid difende Malala nel suo articolo “Epicentro del terremoto Malala”:

Il conflitto dei talebani contro Malala, così come la maggior parte delle lotte contro i loro avversari, consiste in uno scontro di insegnamenti religiosi e punti di vista umanistici. […] I talebani seguono devotamente teologie antidiluviane, mentre Malala difende l'illuminismo.”

Supporters of Pakhtoonkhawa Students Federation are protesting against an attack on Malala Yousaf Zai by Taliban during a demonstration at Peshawar press club.  Image by PPI Images. Copyright Demotix (18/10/2012)

La Federazione Studentesca Pakhtoonkhawa in protesta al Press Club di Peshawar contro l'attacco subito da Malala per mano dei talebani. Foto su concessione di PPI Images. Copyright Demotix (18/10/2012)

Il sostegno di Shahid nei confronti di Malala, insieme all'attacco ai liberali che normalmente la difendono, e la critica generalizzata contro altri attivisti adolescenti in Pakistan, potrebbe rappresenare uno dei sintomi di una più vasta crisi di identità del Paese. Scrive a propostio del Contraccolpo Malala la giornalista Huma Yusuf nel Latitutde blog del NYT:

Queste reazioni violente stridono con le pretese di un Paese che afferma di valorizzare l'istruzione e i diritti delle donne. Ma ciò è semplicemente il segno che il Pakistan fa ancora difficoltà a definirsi – a definire come partecipare nella moderna economia globale mentre viene a patti con il suo passato coloniale, a rifiutare la pressione occidentale mentre desidera approvazione a livello internazionale, a rafforzare le sue istituzioni democratiche pur essendo una repubblica islamica.

Scrive Rafia Zakaria, editorialista di Dawn, un importante quotidiano inglese del Pakistan:

Se rientrasse, Malala Yousafzai, esattamente come altre eroine pakistante prima di lei, dovrebbe affrontare i giudizi crudi di una società in cui è permesso fare promesse a vuoto in materia di istruzione, ma in cui la libertà non è un diritto per le donne.

Nella sua lettera, Rasheed afferma anche di aver scritto a Malala personalmente, e non in veste di talebano: “Ti scrivo con sentimento fraterno perché apparteniamo alla stessa tribù Yousafzai”. Nel frattempo, i leader talebani hanno comunicato alla BBC che non hanno nulla a che fare con la lettera scritta da Adnan Rasheed e che “la sua lettera verrà esaminata” [ur].

Rasheed è stato fatto evadere dal carcere dai talebani nel 2012, mentre attendeva di scontare la pena capitale per il tentato omicidio dell'ex-presidente Pervez Musharraf nel 2003. In passato, ha fatto parte dell'aviazione pakistana.

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