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Myanmar: violenta repressione contro monaci e manifestanti pacifici

Categorie: Asia orientale, Cina, Myanmar (Burma), Ambiente, Citizen Media, Economia & Business, Governance, Politica, Protesta

Durante le celebrazioni buddiste per la festività per il plenilunio [1] [en come i link successivi, eccetto ove diversamente indicato] a Tazaungmone, le unità antisommossa della polizia birmana hanno sgomberato in maniera violenta gli accampamenti in cui si erano insediati i monaci buddisti e gli abitanti del villaggi che si oppongono alla costruzione di una miniera di rame voluta dalla Cina a Monywa, nel distretto di Sagaing. Le proteste sono cominciate [2] lo scorso febbraio.

ll progetto è una partnership tra l'azienda controllata dal governo birmano, Union of Myanmar Economic Holdings Ltd. (UMEHL), e la cinese Wanbao. Secondo indiscrezioni, sembra che l'UMHEL abbia risarcito gli agricoltori le cui terre sono state espropriate [3] con 610 dollari USA per acro. Tuttavia molte fattorie sono state concesse senza una regolare notifica, e di conseguenza ciò ha portato i contadini a chiedere [4] a gran voce l'intervento del governo per fermare il progetto minerario.

Il 27 novembre scorso le autorità hanno ordinato ai manifestanti presenti nei pressi delle aree di Latpadaung e Kyayzintaung di smantellare i sei campi in cui erano accampati. Di fronte al loro rifiuto, i reparti antisommossa della polizia non hanno esitato a utilizzare cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per dispendere la folla. Ci sono state segnalazioni non confermate dell'utilizzo da parte della polizia di armi come bombe incendiarie e al fosforo, e persino del Napalm.

Circa cinquanta monaci sono rimasti gravemente feriti, presentando gravi ustoni [5].

A monk hospitalized with burn injuries. Photo from CJ Myanmar Facebook Page. [5]

Un monaco ricoverato a causa delle ustioni riportate. Foto proveniente dalla pagina Facebook CJ Myanmar

I netizen birmani hanno immeditamente condannato l'utilizzo della forza per sopprimere la protesta pacifica. Myo Set ha affermato [6] che subito dopo la storica visita [7] di Stato del Presidente americano Barack Obama in Myanmar, il governo ha mostrato la sua vera posizione nei confronti di manifestazioni e dissidenti:

Cara Hillary,

Come cittadino birmano, mi piacerebbe informala su come il governo birmano stia brutalmente soffocando le proteste guidate dai monaci, attivisti e contadini contro l'influenza dell'azienda mineraria cinese nei pressi della citta di Monywa.

Questa è la risposta del governo birmano da quando gli Usa hanno abolito le sanzioni a Burma.

Nessun negoziato è stato portato avanti nonostante gli appelli dei manifestanti.

 

Ko Htike condanna [8] [my] l'ambiguità del governo:

Era facilmente prevedibile che la situazione a Latpadaung sarebbe degenarata e hanno deliberatemtne evitato di consultare l'opinione pubblica.

Adesso appare chiaro che entrambe la parti non potevano fare marcia indietro. L'opinone pubblica non ha scelta se non quella di mostrarsi risoluta. Se la repressione continuerà, la regione di Latpadaung diverrà un luogo maledetto.

La questione per Latpadaung è che sarà U Thein Sein a giocare lo stesso tiro come ha già fatto per la faccenda della diga di  Myit Sone [9].

Il progetto della diga di Myit Sone è stato sospepo dal governo dopo una massiccia mobilitazione da parte dei residenti. Tuttavia secono le ultime notizie, ora i lavori sembrano essere ripresi [10].

Lwing Aung Soe chiede [11] [my] al presidente di mediare per far stemperare le tensioni nell'area:

Io  chiedo che il Presidente U Thein Sein, preposto alla protezione dell'interesse dei cittadini che esaudisca tre richieste.

1) Tenga una conferenza in merito allo sgombero dei campi che ospitavano i manifestanti.

2) Prenda una posizione ferma ed metta fine alle minacce e agli attachi indiscriminati contro i manifestanti.

3) Negozi una risoluzione condivisa dalle parti che permetta la formazione di una commissione, come già approvato dal parlamento per risolvere la questione della miniera di rame il prima possibile.

Alcuni netizens paragonano la capicità di risposta del governo alla proteste con quella relativa ai tumulti [12] scoppiati nello stato del Rakhine. Seguono alcuni commenti riportati su Facebook

Phyoe Pyeat Min [13][my]: Che coraggio! Forse il loro coraggio è utilizzato contro i propri compatrioti. Loro venerano gli insorti di Rakhine. Che esercito di cani.

Rainy Casper [14][my] : Non hanno mai utilizzato metodi così drastici durante i tumulti, quando la popolazione ha corso dei seri rischi. Adesso i monaci vengono trattati in questo modo. Che razza di bestie.

Maynadi Oo [15][my] : Nell'interesse della Cina, la loro crudeltà è andata oltre questa volta. Dov'era il Ministro dell'Interno mentre scoppiavano i tumulti nello Stato di Rekhine?

In passato le sommosse di Rohingya [16] e Rakhine hanno visto coinvolti centinaia di abitanti dei villaggi. Il governo è stato crititcato per la sua incapacità nel mettere fine alla sommesse e risolvere il conflitto.

Il portavoce dell'ufficio presidenziale ha poi diffuso [17] [my] una nota per giustificare la decisone di reprimere le proteste e ristabilire lo stato di diritto in modo da promuovere le relazioni tra il Myanmar e la Cina. Queste dichiarazioni danno il via alla facile ironia dei netizen. Alex Rain spiega [18] che le proteste si sono svolte in maniere pacifica senza alcun tipo di incidente o violenza.

Una protesta pacifica e una sommossa non sono la stessa cosa.
La polizia ha il diritto diutilizzare le armi per porre fine ad una sommossa. La forza è necessaria per fermare i rivoltosi dal devastare i luoghi pubblici.
Adesso, danno fuoco ai monaci mentre dormivano, alle 3 del mattino, e continuano a dire che stanno applicando la legge.

Qualche ora dopo aver ricevuto numerosi commenti virulenti che criticavano l'operato del governo, lo stesso sito web [19] [my] ha annunciato la rimozione della suddetta nota.

Daw Aung San Suu Kyi ha incontrato [20] una delegazione dei rappresentanti della Wanbao e i residenti in modo da negoziare un accordo. Ha preso la parola durante l'assemblea ed ha accettato di prendere parte alle trattative — staremo a vedere.