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Turchia: ancora silenzio sui curdi prigionieri in sciopero della fame

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Turchia, Citizen Media, Diritti umani, Politica, Protesta

I prigionieri politici curdi hanno raggiunto il loro 55mo giorno di sciopero della fame. Ci sono centinaia di prigionieri politici in sciopero della fame in Turchia, e questo ha portato a dimostrazioni di solidarietà in tutta l'Europa, e soprattutto in Turchia. Nella mattinata di ieri [4 novembre 2012], le madri di alcuni prigionieri politici hanno organizzato un sit-in, ma hanno sono state accolte dal gas lacrimogeno [1] [en, come tutti gli altri link eccetto ove diversamente indicato], e sono state innaffiate con delle taniche d'acqua. I maggiori media turchi e i ministri del governo non si rendono ancora conto della rabbia crescente dei cittadini curdi, e la loro indifferenza per una risoluzione politica della questione dei curdi in Turchia ha peggiorato la situazione.

In gran parte del Kurdistan, ci sono state proteste e dimostrazioni di solidarietà, ma nonostante l'attenzione ricevuta dallo sciopero della fame nelle regioni curde, ci sono pochi media importanti che parlano dello sciopero. La mancanza di copertura da parte dei media ha fatto infuriare molti curdi, che si sono fatti sentire nei siti di social network. Hulya, da Liverpool, dice:

@hulyaulas [2]: Il più grande sciopero della fame politico nella storia dei prigionieri politici curdi è assolutamente ignorato dai media mondiali.

Dirman aggiunge:

@dirman95 [3]: È così difficile mangiare, sapendo che lo sciopero della fame continua da 51 giorni e il mondo non sta facendo nulla a riguardo…disgustoso.

Durante il programma The Stream, Al Jazeera è stata l'unica emittente riconosciuta internazionalmente che abbia evidenziato la gravità dello sciopero della fame [4]. Hanno quindi usato la loro voce sui social media per accrescere la consapevolezza. Per esempio, recentemente hanno twittato:

@ajstream: [5] Perché il governo e i media in Turchia hanno ignorato lo sciopero della fame di 715 prigionieri politici curdi?

È stata anche lanciata una petizione online [6], con 3.451 firmatari finora, che chiede al governo turco di impegnarsi in un dialogo costruttivo con i prigionieri. Judith Butler da Berkley [7] commenta:

Il governo turco deve iniziare dei dialoghi seri con quei prigionieri che ora rischiano la loro vita per mostrare l'ingiustizia in cui vivono.

KurdishBlogger.com [8] ha caricato la seguente foto su Facebook:

curdi mostrano solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame

Curdi a Slemani, nel Kurdistan del Sud, dimostrano solidarietà coi loro fratelli e sorelle curde (almeno 682 detenuti) in sciopero della fame in 67 prigioni in tutta la Turchia.

E Tara Fatehi [9], un'attivista curda che vive in Australia, ha espresso la sua rabbia verso la comunità internazionale:

Migliaia di prigionieri politici curdi sono in sciopero della fame dal 12 settembre e la comunità internazionale resta in silenzio. Questa è la fame dei curdi per la libertà, non è un concetto nuovo. I curdi lottano per i loro diritti, per la pace e la libertà, ormai da decine d'anni. Hannelore Kuchlersaid l'ha espresso al meglio “Il Kurdistan è una nazione in ostaggio.” E mentre i media internazionali vogliono che la gente pensi che si tratta solo di Abdullah Ocalan e il PKK, non è così. Si tratta invece di acquisire i diritti umani fondamentali nella loro patria.