Cina: intellettuali discutono su politica e Premio Nobel

Grazie al progetto spaziale, alle medaglie d'oro olimpiche e allo sviluppo economico, la Cina ha promosso nel mondo la sua immagine di nazione forte. L'aver sorpassato il Giappone diventando la seconda potenza economica [it] del mondo rappresenta un'iniezione di fiducia per il governo cinese. Tuttavia, nel campo della cultura e delle arti, la Cina ha ancora strada da fare.

In molti lamentavano la mancata assegnazione alla Cina di un premio Nobel per la letteratura nonostante i suoi 5000 anni di storia e civilità. Se da un lato gli intellettuali filogovernativi criticavano le scelte del comitato del premio Nobel, dall'altra auspicavano il riconoscimento dell'arte e della cultura cinese da parte dell'Occidente nemico. Così, quando il comitato quest'anno ha assegnato il premio allo scrittore cinese Mo Yan, i loro cuori, induriti dall'essere stati a lungo snobbati dagli organizzatori del premio, si sono addolciti. E’ finalmente arrivata la primavera [it].

Mo Yan

Mo Yan. Foto dell'utente Flickr Isaac Mao. (CC: BY)

A detta di molti il Comitato del Nobel per la Letteratura ha preso la decisione senza tener conto della politica internazionale. Lo scrittore cinese Guangdi conferma [zh] il successo letterario di Mo Yan:

Mo Yan è probabilmente lo scrittore più competente e assiduo oggi in Cina. Ha sperimentato vari generi diversi. Ha uno stile spigliato, potente, imponente e schietto. È troppo presto per dire se le sue opere sono profonde, questo sarà la storia a giudicarlo. Ad ogni modo è estremamente prolifico, dà vita ad opere di qualità, continua ad esplorare nuove tematiche e nuovi generi. Da questo punto di vista non ha rivali tra gli autori contemporanei. Un grande scrittore dovrebbe intervenire nella società ed indagare sulla natura umana. Vanno riconosciuti a Mo Yan i tentativi in questo senso, oltre alla padronanza della lingua.

Eppure per alcuni Mo Yan è lungi dall'essere un grande scrittore. Ad esempio l'operatore mediatico Kai Feng commenta [zh]:

La letteratura può anche essere avulsa dalla politica, ma la politica invade sempre il campo della letteratura. Viviamo in un Paese dove una volta si affermava che “la letteratura deve essere al servizio dei lavoratori, dei contadini e dell'esercito popolare” e che tuttora esercita il controllo totale sul settore letterario: come si può separare la letteratura dalla politica?

In effetti, all'annuncio del premio Nobel per la letteratura l'alto funzionario cinese Li Changchun, membro direttivo del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese [it] (PCC), ha scritto una lettera di congratulazione all'Associazione degli Autori Cinesi. Per questo Kai Feng ha sollevato la questione [zh]:

Si può valutare un'opera letteraria solo per la struttura e la sintassi? Per il cosiddetto “realismo magico”? E la sua anima? Il suo rapporto con la società? Il suo sentimento umano e le sue aspirazioni verso una società ideale?

Lo scetticismo del pubblico nei confronti di Mo Yan deriva dalla sua iscrizione al PCC e dal suo passato come vice dell'Associazione degli Autori Cinesi. Inoltre non è stato apprezzato il suo rifiuto a partecipare a un evento a Francoforte nel 2005 con la motivazione che era stato invitato anche lo scrittore dissidente Dai Qing. Molti poi trovano vergognosa la partecipazione di Mo Yan, nel maggio 2012, alla copiatura manuale dell'opera di Mao Zedong “Discorsi di Yan'an sulla letteratura e l'arte” [en].

Alcuni mettono addirittura Mo Yan a confronto con Haruki Murakami [it], noto scrittore giapponese, anche lui nella rosa dei candidati al premio Nobel per la letteratura, sottolineando come Murakami abbia scelto di “schierarsi dalla parte delle uova piuttosto che dalla parte del muro” [ossia dalla parte degli oppressi].

L'articolista di My1510.cn Zhu Zhenqiang si dimostra comprensivo [zh] nei riguardi di Mo Yan:

Mo Yan è stato costretto a vivere in una società estremamente repressiva e rigidamente politicizzata. Deve usare l'intelligenza per sopravvivere. Mo Yan si trova nella stessa posizione di tutti coloro che tentano di stare a galla nelle acque fangose di questo sistema fangoso.

Anche Chen Geng, altro autore di my1510.cn, è d'accordo [zh]:

Non dovremmo essere troppo duri con Mo Yan. Tutti i grandi sono persone normali, con le loro debolezze. Mo Yan non è che uno di loro.

Secondo Chen, il premio Nobel per la letteratura conferito a Mo Yan porrà fine al dibattito tra Hu Shih [it], che fu influenzato dalla letteratura occidentale, e Lu Xun [it], secondo il quale la letteratura deve servire gli oppressi, dibattito nel quale si inscrive tutta la storia della cultura contemporanea cinese.

Che tipo di persona è Mo Yan? Xi Wai, che lo conosce da quando era un giovane autore, afferma che Mo Yan è timidissimo e non ama parlare a voce alta (che è poi l'esatto significato del suo nome: Mo [non] Yan [parla a voce alta]), eppure sa essere un simpatico fratello maggiore per i suoi amici e ricorda [zh] dei tempi in cui abitavano entrambi in un villaggio rurale:

Il Partito ha voluto che sperimentassimo la vita di campagna a Kuan Dian. Abitavamo in una casa di contadini, maschi e femmine in camere separate. Prima di andare a dormire i ragazzi raccontano che Mo Yan diceva che per tenere lontane le pulci dovevano dormire nudi e spazzolarsi al mattino prima di indossare i vestiti. Quella sera ci facemmo certe risate nella camere delle ragazze.

Che Mo Yan piaccia o no, resta il primo cinese a vincere il premio Nobel con l'approvazione del governo cinese. Qualcuno arriverà sempre con la notizia che le sue opere saranno inserite nei libri di scuola elementare, o che la sua contea natale intende realizzare un parco a tema “Sorgo Rosso” per turisti. Mo Yan e il suo premio Nobel ormai sono una vicenda pubblica e continueranno ad essere oggetto di accesi dibattiti nei circoli politici e sociali.

My1510.cn ha raccolto le discussioni dal sito my1510.cn e le ha organizzate nell'inserto speciale Il Complesso del Premio Nobel [zh].

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