Caraibi: dopo il passaggio dell'uragano Sandy

Mentre l'uragano Sandy arriva sulla costa orientale degli Stati Uniti, i blogger nei Caraibi che ci sono già passati [en, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] condividono le loro esperienze.

Uncommon Sense, il blogger che si occupa della diaspora cubana, ha raccolto i tweet e le fotografie dei netizen che si trovavano sull'isola all'arrivo di Sandy, e Havana Times ha pubblicato una serie di post per raccontare i continui allarmi relativi a piogge e possibili inondazioni nelle province centrali del Paese, il rinvio di una seconda tornata di elezioni comunali originariamente previsto per la mattinata di domenica 28, e le devastazioni che si sono verificate nella provincia di Holguin.

In un post scritto poco dopo il passaggio dell'uragano, il blog riferisce:

Secondo i primi dati sugli effetti dell'uragano Sandy, nella regione orientale di Cuba ci sono state 11 vittime, nove a Santiago de Cuba e due a Guantanamo…

Alberi abbattuti e case crollate sono tra le cause già identificate.

L'uragano Sandy ha toccato terra nella provincia di Santiago de Cuba mercoledì sera, e ha lasciato l'isola giovedì mattina da Banes, Holguin.

L'aggiornamento più recente del blog riferisce che nei rapporti governativi si parla di “ampie devastazioni a Santiago de Cuba e a Holguin”:

A Santiago, dove Sandy ha colpito Cuba da sud, sabato le autorità locali hanno riferito che 132.733 tra abitazioni ed altri edifici sono stati danneggiati, di cui 15.322 sono considerati completamente distrutti. In più di 43.000 case è stato interamente o parzialmente asportato il tetto.

A Holguin, la provincia dalla quale Sandy ha lasciato Cuba diretto alle Bahamas e verso gli USA, sono state stimate 17.000 abitazioni danneggiate, 1.800 interamente distrutte e 3.000 scoperchiate.

Molte abitazioni sono state danneggiate anche nella provincia di Guantanamo.

In molte parti delle zone colpite manca ancora l'elettricità e sono arrivati centinaia di tecnici della rete elettrica da altre parti del Paese, con l'intento di ripristinare il servizio quanto prima possibile.

Più di 1004 scuole e quasi 400 strutture sanitarie sono state danneggiate dai venti dell'uragano, che hanno raggiunto una velocità di 168 km/h.

Nel frattempo, Generation Y [en] ha scritto un post con alcuni suggerimenti per le autorità, nello scenario post-uragano:

La gente di Cuba est non dimenticherà mai la mattina di giovedì. Il vento, i tetti che volavano via, le piogge torrenziali e gli alberi che si abbattevano su strade e case resteranno i ricordi indelebili dell'uragano Sandy. Alcuni hanno perso tutto, che non era poi molto. Per le vittime piove sul bagnato, in senso letterale e metaforico: ci si mette anche la natura ad aggravare il collasso economico e i problemi sociali di questa parte del Paese. Adesso è quindi il momento di raddoppiare la nostra solidarietà, di rimboccarci le maniche e aiutarli a ricostruire le loro case, di condividere il nostro pane, e di andare tutti ad aiutare quegli sfortunati cubani che Sandy si è lasciato dietro.

Penso che sappiamo tutti cosa possiamo dare e cosa possiamo fare, ma mi permetto comunque di presentare alcune proposte alle autorità cubane. Le decisioni che prenderanno nei prossimi giorni saranno fondamentali per abbreviare e mitigare la tragedia…

Queste sono alcune delle sue idee:

- Eliminare i dazi doganali sulle importazioni di cibo, medicinali, elettrodomestici e materiali edilizi nel Paese.
– Assicurare che i servizi pubblici siano organizzati per la raccolta, il trasporto e la distribuzione di vestiti, medicinali ed altre risorse nelle zone colpite.
– Incoraggiare e autorizzare la raccolta di fondi e risorse destinati all'isola da parte degli emigrati cubani, sia a livello personale che a livello di gruppo o istituzionale.
– Chiedere la valutazione e la collaborazione degli enti internazionali che forniscono aiuti, finanziamenti e consulenze per superare questo disastro.

In confronto a Cuba, le Bahamas hanno reagito abbastanza bene. Rick Lowe, sul blog Weblog Bahamas riferisce:

Ho appena parlato con i parenti a Marsh Harbour, Abaco, e anche se si sono staccate delle tegole e c'è un buco nel tetto, per ora va tutto bene.

Non ho sentito i parenti e gli amici a Eleuthera e nelle isole vicine, ma non ho sentito notizie di vittime.

Certo quelli di Cat Island hanno subito l'impatto dell'ennesima tempesta. Come ha detto un mio amico, è gente tosta e si riprenderanno. Speriamo che possano farlo in fretta e facilmente.

Qui da noi siamo stati fortunati. Sono caduti degli alberi in strada, ma li abbiamo spostati ai lati e la strada è già percorribile. Le raffiche più violente che abbiamo misurato sono state di 64 km/h.

Sul blog Womanish Words si legge di un'esperienza analoga:

L'uragano Sandy è arrivato qui alle Bahamas…ci sono solo piccole raffiche a 32 km/h, inframmezzate da momenti di quiete, per ora tutto bene, penso che gli alberi terranno.

Adesso c'è un altro momento di calma, un'altra raffica a 32 km/h che scuote gli alberi, è piacevole. Per ora.

Tutta un'altra storia ad Haiti, dove The Life and Times of the Mangine Many scrive:

Ci è toccata la parte orientale della tempesta, quella che trasportava piogge su piogge.

Ora, questo può essere un problema ovunque, ma in una terra che è deforestata per il 75%, smottamenti e inondazioni lampo sono pericolosissimi.

Altra cosa da dire: ci sono sempre stati problemi di erosione delle sponde del fiume ogni volta che tracima (leggi: ogni volta che piove) a Jacmel. Per ovviare al problema, qualcuno (il governo?) si è dato da fare per costruire un argine di rinforzo. Ma sì, un cerotto su una ferita da arma da fuoco. (A loro discolpa, l'argine non era ancora stato terminato, ma di certo non ha trattenuto l'acqua come avrebbe dovuto…)

Per citare Steve Concepcion (di Praxis Haiti) sull'argomento, ‘Ecco perché è importante aver cura dell'ambiente.’

L'immagine del titolo è ripresa dal sito di NASA Goddard Photo and Video, in base alla licenza Creative Commons BY 2.0.

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