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Ucraina: Luk'janivs'ka, la nuova Bastiglia

Categorie: Europa centrale & orientale, Ucraina, Citizen Media, Diritti umani, Governance, Legge, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Relazioni internazionali

Il 2 aprile scorso l'emittente TVi ha mandato in onda un documentario diretto da Kostjantin Usov [1] [uk,ru] sulle condizioni di detenzione nella Luk'janivs'ka, [2] [en, come i link successivi, tranne dove altrimenti indicato] prigione storica situata in uno dei quartieri centrali di Kiev. Conosciuta da tutti come SIZO n.13 e utilizzata come istituto di custodia cautelare [3] [it], la struttura è famosa per la corruzione del personale penitenziario. Il documentario, condiviso anche su YouTube [4] [uk, ru], contiene immagini filmate con dei cellulari, nel corso di alcuni mesi su richiesta di Usov e all'insaputa delle guardie.

  

Chi lo ha visto, ne è rimasto a dir poco sconvolto.

LEvko, autore del blog in inglese Foreign Notes ne parla in un post [5] dal titolo La Luk'janivs'ka, un vero buco infernale:

Il coraggioso Konstjantin Usov, giornalista investigativo di TVi è riuscito a introdurre diversi cellulari nella Luk'janivs'ka, famoso istituto di detenzione dove è stata rinchiusa anche [l'ex Primo ministro Julija Tymošenko [6][it]], e dove si trova tuttora [Jurij Lucenko [7]], ex Ministro degli affari interni. L'agghiacciante documentario è disponibile qui [8]….

Le condizioni in alcune celle sono terrificanti…..infernali…..non guardatelo prima di andare a dormire….
E per di più questi detenuti non sono stati processati né condannati, quindi molto di loro potrebbero essere innocenti; eppure sono lì dentro da anni…

È inconcepibile come degli esseri umani possano venire trattati così in una istituzione governativa della capitale di una democrazia europea del ventunesimo secolo….. assolutamente vergognoso. […]

Della Luk'janivs'ka si è parlato molto a livello internazionale nel 2011, quanto ci viene rinchiusa l'ex Primo ministro Julija Tymošenko durante il suo processo per abuso d'ufficio [9] [it]. In un articolo sul Guardian del 16 ottobre 2011 Miriam Elder descrive [10] la prigione ucraina:

[…] Tymošenko rimane dunque in custodia cautelare alla Luk'janivs'ka, dove è costretta a spartire uno spazio di 15 metri quadrati con altre due donne accusate di crimini economici.

La sua cella ha una finestra piccola e a inferriata tripla; manca l'acqua calda e gli ambienti sono freddi e umidi per via degli spessi muri ottocenteschi. Unico passatempo: la lettura. […].

Nel dicembre 2011 emittenti TV e social network ucraini diffondono un filmato dell'ex Primo ministro ricoverata nel reparto medico della prigione. In un articolo della Reuters datato 15 dicembre 2011 si legge [11]:

[…] L'intento dei due filmati trasmessi dalle emittenti ucraine era probabilmente quello di dimostrare che Julija Tymošenko è trattata meglio che in un albergo.
[…]

In uno dei video le guardie della prigione si danno un gran daffare per aiutare il cameraman, addirittura tentendo alzato il copri-spioncino in modo da facilitare le riprese.

Dalla porta semi aperta poi si intravvede la paziente cinquantunenne, coricata e ben coperta. Nonostante non si senta quanto dice, la donna appare evidentemente infastidita dalla presenza della telecamera.

L'operatore si sofferma quindi sui particolari della stanza arredata di tutto punto, con tanto di frigorifero e televisore; a un certo punto si odono chiaramente le parole di Tymošenko: “Fino ad ora mi avete tenuto in condizioni inaccettabili; ora non voglio che mostriate questa menzogna.” […]

  

Il documentario di Kostjantin Usov svela il vero volto della Luk'janivs'ka: quello di una prigione dove migliaia di persone attendono il proprio verdetto vivendo in condizioni subumane, rinchiusi in celle sovraffollate e malsane, senza alcun accesso a mezzi di informazione. Nel suo blog Ukrainska Pravda il giornalista ucraino descrive così [12] [uk] il suo progetto:

Luk'janivs'ka: dove le persone sono trattate come animali.

La Luk'janivs'ka è un istituto di custodia cautelare. Ciò significa che queste celle oscure ospitano persone in carcerazione preventiva, non gente condannata per qualche crimine. In altre parole, chiunque sia sospettato di un reato può finire qui dentro, senza necessariamente essere un criminale.
[SIZO n.13] è al primo posto nella classifica degli istituti di detenzione in cui sono state riscontrate crudeltà, torture, morti misteriose in cella e condizioni di vita disumane; […] questo è il luogo dove il regime [del Presidente Viktor Janukovič [13] [it]][rinchiude] i suoi nemici; ecco perché ci siamo dati da fare per mostrare alla gente la vera Luk'janivs'ka, non quella proposta dai media governativi.
In brevissimo tempo abbiamo creato una nostra rete di agenti all'interno del SIZO, in modo da averne alcuni in ogni edificio e in ogni piano. Siamo quindi riusciti a introdurre un telefono cellulare dotato di videocamera per ciascuno dei nostri agenti; per sei mesi i detenuti hanno filmato stralci della loro vita, in frammenti di 10 – 15 secondi alla volta. […]

I commenti al documentario sono piovuti da ogni parte: i netizen hanno detto la loro sul blog Ukrainska Pravda, su Facebook [14] [uk], Twitter [15] [uk] e YouTube [4][uk, ru].

In molti hanno lodato il coraggio di Usov. su YouTube l'utente slafkorood scrive [4] [uk]:

Posso solo immaginare quanto sia stato difficile per Usov e la sua squadra [realizzare questo documentario]; il suo lavoro non è stato fatto invano. Usov è un coraggioso; magari ci fossero più persone come lui.

Altri temono per l'incolumità del giornalista. Ecco cosa scrive su Facebook [16] [uk] Roman Plechun:

Kostjantin, non hai paura che “il regime” te la faccia pagare? Dove hai trovato il coraggio?

L'utente YouTube BenderZT commenta così [4] [ru] il documentario:

Una frase perfetta a conclusione del filmato sarebbe questa: “la Luk'janivs'ka è la versione in miniatura del Paese”. Davvero triste doverlo ammettere…

Evgenij Titorčuk rilancia su Facebook [17] [ru]:

[…] Atroce. Difficile assistere all'orrore e all'assurdità di un sistema che non ha alcun rispetto per gli esseri umani. E quello che più spaventa è che questo stesso sistema è stato creato da esseri umani e viene tenuto in piedi da esseri umani.

In Ukrainska Pravda Lyubomyr Drozdovskyy offre una propria interpretazione [8] [uk] del motivo che si troverebbe dietro alle scioccanti crudeltà alla Luk'janivs'ka:

A dire il vero, il vantaggio economico delle guardie non è l'unica ragione delle condizioni disumane in cui è tenuta la gente al SIZO: l'intento è quello di esasperare i detenuti a tal punto da spingerli a chiedere il trasferimento in una vera prigione, dove perlomeno verrebbero trattati meglio. Mettiamo che ci sia un sospettato per il quale mancano prove concrete di colpevolezza, ma la sua condanna sarebbe utile alle autorità che devono migliorare le statistiche dei casi risolti. Allora questa persona viene messa al SIZO, e dopo qualche mese di vera e propria tortura è pronta ad autoincriminarsi, solo per uscire dal SIZO, anche se uscirne significa andare a finire in un carcere vero e proprio.

Sempre in Ukrainska Pravda l'utente skilachi scrive [uk]:

Nulla è cambiato da come erano le cose otto anni fa. Ricordo ancora ciascuno dei 254 gorni che ho trascorso lì dentro. […] Al mio rilascio la mia speranza era che tutti coloro che si apprestano a lavorare per un qualsiasi ente che decide le sorti di un imputato – [Minisero degli affari interni], procura, tribunali – facessero un “tirocinio” di almeno qualche mese in questa struttura prima di assumere il proprio incarico. In questo modo forse si farebbero un'altra idea delle misure di prevenzione nei confronti di sospettati e accusati. Ma forse mi sto illudendo. A coloro che hanno sperimentato sulla propria pelle questo inferno, i miei migliori auguri di buona salute. A coloro che non riescono a evitarlo, dico: non perdete mai la vostra umanità.

Per il momento non ci sono state reazioni da parte del governo al documentario di Usov. Il 2 aprile 2012 comunque, tramite il proprio servizio stampa, il Servizio dei penitenziari di stato ha rilasciato una dichiarazione [18] [uk] che ha tutto il carattere di un “attacco preventivo” ai giornalisti come Usov:

Il SIZO di Kiev al centro dell'attenzione dei media

Negli ultimi tempi i media hanno parlato molto delle attività delle strutture gestite dal Servizio penitenziari. In particolare vi sono state diverse polemiche riguardanti le condizioni di vita dei detenuti e il comportamento del personale penitenziario.
L'analisi accurata degli articoli e dei filmati al riguardo lascia trasparire una mancanza di competenza e obiettività e talvolta anche la mal celata parzialità politica dei loro autori. […]. Per questo motivo [alcuni rappresentanti del servizio penitenziario] hanno il compito di ribattere alle informazioni pubblicate dai giornalisti o di fornire commenti aggiuntivi. […]

Recentemente la Luk'janivs'ka è tornata sotto i riflettori internazionali in occasione dell'incontro avvenuto il 3 aprile tra alcuni rappresentanti di Freedom House [19] [it] e l'ex Ministro degli affari interni Jurij Lucenko, al momento uno degli ospiti più illustri del SIZO. A tale riguardo LEvko, su Foreign Notes cita [5] la notizia dell'incontro riportata sul Kyiv Post [20]. LEvko scrive:

[…] I rappresentanti della Freedom House che martedì hanno incontrato Jurij Lucenko in carcere dovrebbero dare un'occhiata al video [di Usov]…Dopo la visita: “Il Servizio dei penitenziari di stato comunica che i visitatori della Luk'janivs'ka hanno notato l'impegno delle autorità ucraine per un adeguamento delle condizioni di vita e dei servizi medici agli standard internazionali. [20].”

Che fottutissimi bugiardi…