Cile: muore Daniel Zamudio, vittima di un pestaggio omofobo

Este bestial, cruel y despiadado ataque no pasará a la historia como un asalto más, o como una noticia de crónica roja más. Te prometo que lucharemos y combatiremos para que esta práctica nefasta sea extirpada de nuestra sociedad.

Questa aggressione bestiale, crudele e spietata non passerà alla storia come uno dei tanti atti di violenza o come la solita notizia di cronaca nera. Ti prometto che lotteremo e combatteremo affinché questa pratica nefasta venga estirpata dalla nostra società.

Così promette Marcos Cárdenas, gesuita e studente di filosofia presso la Alberto Hurtado University nella sua lettera aperta [es, come tutti i link successivi] che si unisce alla costernazione di tanti altri cileni, alla notizia delle barbare percosse subite dal giovane omosessuale Daniel Zamudio il 3 Marzo scorso.

Daniel Zamudio Vera. Immagine acquisita va varie fonti Internet.

Daniel Zamudio Vera. Immagine ripresa da varie fonti online

Di seguito un riassunto di quanto accaduto, basato sulla versione offerta dal blog The Clinic:

Todo empezó la madrugada de un sábado, en las cercanías de un cuartel policial y en un parque vigilado por guardias, un grupo de matones masacró a golpes a Daniel Zamudio, un joven homosexual que estaba allí. Lo torturaron seis horas y nadie vio nada. De los cuatro agresores, uno dicen que es claramente neonazi. El resto, una mezcla de lumpen y descarriados. Pero todos hoy están acusados de participar en uno de los ataques más salvajes que se recuerden en Santiago.

[…] Sobre él estaban Fabián Mora, Alejandro Angulo y Pato Core golpeándolo nuevamente. Esta vez con más fuerza, con “patadas, combos en la cabeza, en la cara, en los testículos, en las piernas, por todo el cuerpo”. López reconoce que pegó un par de patadas. A esa altura, cuenta, Zamudio ya sangraba por la nariz y la cara. Estaba tan ido por la borrachera y los golpes -dice-, que ni siquiera tuvieron que afirmarlo cuando Angulo y Pato Core le escarificaron tres esvásticas con el gollete de una botella de pisco sour Campanario, que minutos antes habían quebrado en su cabeza.[…]

Tutto è cominciato all'alba di sabato, nei pressi di una stazione di polizia e in un parco sorvegliato. Un gruppo di teppisti ha massacrato di botte Daniel Zamudio, un giovane omosessuale che si trovava nei paraggi. Lo hanno torturato per sei ore e senza che nessuno si accorgesse di nulla. Dei quattro aggressori sembra che uno sia sicuramente neonazista. Gli altri non sarebbero che mascalzoni e vagabondi. Ora, però, sono tutti accusati di aver preso parte a una delle aggressioni più selvagge mai accadute a Santiago.

[…] Ad accanirsi sono stati Fabián Mora, Alejandro Angulo e Pato Core. Lo colpivano sempre più forte dandogli “pedate, cazzotti in testa, in faccia, sui testicoli, sulle gambe e su tutto il corpo”. López ammette di aver sferrato anche lui un paio di calci. A questo punto – racconta – a Zamudio ormai sanguinavano il naso e il viso. Era talmente intronato dall'alcol e dalle botte che non hanno dovuto neanche tenerlo bloccato quando Angulo e Pato Core gli hanno tatuato tre svastiche con il collo di una bottiglia di Campanario pisco che pochi minuti prima gli avevano spaccato sulla testa. […]

Ecco di seguito reazioni tratte da vari blog, da siti d'infomazione e da Twitter una volta diffusasi la notizia, il 27 Marzo, della morte di Daniel Zamudio.

Fiaccolata di protesta in onore di Daniel Zamudio a Santiago. Foto del 22 marzo di Movilh Chile da Flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

Fiaccolata di protesta in onore di Daniel Zamudio a Santiago. Foto del 22 marzo di Movilh Chile da Flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

La legge contro ogni discriminazione

La Legge antidiscriminazione, rimasta bloccata in Parlamento per sette anni, è tornata a essere tema di attualità a seguito dell'aggressione perpetrata contro Zamudio. È stato formalmente richiesto che ora venga chiamata  Legge Zamudio e che, dopo l’ultima votazione tenutasi nel Novembre del 2011, venga ripresentata dinanzi alla Commissione Parlamentare Mista.

Marcos Alvo, in un articolo intitolato “Tolerance for Dummies“, pubblicato da El Dínamo, spiega:

[…] Es por eso que necesitamos con urgencia la aprobación de la Ley Antidiscriminación. Legislar no cumple el único propósito de coaccionar , sino -más importante aun- el de ser un manifiesto social acerca de lo que nosotros como país queremos reflejar, con lo que estamos de acuerdo y con lo que no estamos dispuestos a tranzar.

[…] È per questo che abbiamo urgente necessità che venga approvata la legge antidiscriminatoria. L'atto legislativo non ha come unico proposito quello coercitivo, ma è anche e soprattutto il manifesto sociale di ciò che vogliamo rispecchiare come paese, quello su cui siamo d'accordo e ciò su cui non siamo disposti invece a transigere.

A tal proposito il presidente della Comunità Ebraica in Cile, Shai Agosin, ribadisce:

Por desgracia, la ley antidiscriminación, como está hoy día, no incluye una institucionalidad, no incluye políticas públicas ni un ministerio que esté encargado de llevarla adelante de buena forma.

Fiaccolata di protesta in onore di Daniel Zamudio al Posta Central (Ospedale Generale). Tratta dal blog J. Su autorizzazione del suo autore, Javiera Tapia.

Fiaccolata di protesta in onore di Daniel Zamudio al Posta Central (Ospedale Generale). Foto ripresa dal J. Blog su autorizzazione dell'autore, Javiera Tapia.

Sfortunatamente, la legge antidiscriminatoria, così come è oggi, non prevede alcuna misura istituzionale né misure politiche o tantomeno un ministero che si faccia carico di portarla avanti in maniera formale.

Diversità o tolleranza?

Queste le riflessioni di Lala sul blog Zancada:

Recordé qué poco nos enseñan de diversidad, de lo aislados que estamos geográfica y mentalmente. Sé que en muchos casos no es así, pero si encendemos la tele y vemos cómo se burlan de los homosexuales, de los peruanos, de los “distintos”, no nos están enseñando a integrarlos a todos, sino que nos dicen que es mejor reírnos de ellos o huir. Dicen que la xenofobia se cura viajando, y qué cierto es. Cuando te das cuenta de que ese que tiene otro color de piel u otro acento, o cree en otro dios, no te hará nada, que es en el fondo igual a ti, te haces más persona y pierdes el miedo. Eres un poco más libre.

Y lo mejor es que ni siquiera sería necesario viajar si aquí en nuestras casas nos lo dijeran. Si en los colegios nos contaran. Si la tele y los medios lo mostraran.

Tengo a far presente quanto poco ci insegnino sulla diversità, tanto siamo isolati sia dal punto di vista geografico che mentale. Riconosco che in molti casi non è così. Se, però accendiamo la televisione, vediamo come si prendano sempre in giro gli omosessuali, i peruviani, i “diversi”, e allora non ci viene di certo insegnato a integrarli quanto, piuttosto, che è meglio deriderli o  scansarli. Dicono che la xenofobia si curi viaggiando, ed è vero. Quando hai consapevolezza che chi ha il colore della pelle diverso dal tuo o un altro accento, o crede in un altro dio, non ti farà alcun male, che in fondo è uguale a te, divieni più umano e la paura scema. Ora sei un po’ più libero.

E il bello è che non sarebbe necessario viaggiare se solo ce lo dicessero qui a casa nostra. Se ce lo raccontassero a scuola. Se ce lo mostrassero in TV e sui media.

Beatriz Gimeno condivide la propria opinione in un articolo de El Ciudadano:

No estar activamente posicionado en contra de cualquier tipo de discriminación es dar alas al odio y a la violencia. No hace falta llamar directamente a la violencia legitimar la violencia. No reconocer que las personas lgtb somos merecedores de exactamente los mismos derechos, es no querer reconocer que somos merecedores del mismo respeto, de la misma dignidad; es no querer reconocer que compartimos exactamente la misma humanidad. Y finalmente cuando no se reconoce la misma humanidad ni la misma dignidad, se termina por favorecer que alguien entienda que somos merecedores de algún tipo de castigo.

Non opporsi fattivamente a qualsiasi tipo di discriminazione equivale a dar adito all'odio e alla violenza. Non e’ necessario che si legittimi la violenza istigando direttamente al suo compimento. Non riconoscere che noi, individui lgtb, abbiamo gli stessi diritti, equivale a non voler ammettere che condividiamo la stessa condizione di essere umani. Infine, quando non viene riconosciuta la medesima dignita’, si finisce per favorire l'idea che meritiamo una qualche sorta di castigo.

Marcos Alvo, nell'articolo di cui sopra, precisa:

Si hasta hablar de tolerancia me parece intolerante.  Decir: “te tolero” suena de un egocentrismo absoluto. Quien soy yo para “tolerar”. Es casi como afirmar que a pesar de tu diversidad te permito vivir en mi país. WTF.

L'atto stesso del parlare di tolleranza suggerisce l'idea di intolleranza. Dire: “Io ti tollero” suona come puro egocentrismo. Chi sono io per “tollerare”? Equivale quasi ad affermare che nonostante la tua diversità, io ti permetto di vivere nel mio paese. WTF.

Dalla parte di Daniel

Manifestazione a favore di Daniel Zamudio e la sua famiglia a Curicó, Cile. Immagine da utente Twitter, @JParadaHoyl, utilizzata su consenso.

Manifestazione a favore di Daniel Zamudio e della sua famiglia a Curicó, Cile. Immagine di @JParadaHoyl, ripresa con autorizzazione.

Fin dal primo giorno, gli hashtag #FuerzaDanielZamudio e #DanielZamudio hanno raccolto su Twitter  il sostegno a Daniel e il dissenso verso i suoi aggressori.
Il movimento promotore e difensore dei diritti umani di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, noto come Movilh Chile (@Movilh), ha diffuso continui aggiornamenti sulle condizioni cliniche di Daniele e lancia una iniziativa invitando gli utenti Twitter a illuminare i propri avatar con una candela virtuale a sostegno della causa.

Fra i personaggi noti, il cantante Ricky Martin esprime solidarietà (@ricky_martin) via Twitter:

La notte scorsa ho vinto un premio molto importante: un @Glaad award! Che onore! Molto gradito. Mi piacerebbe dedicarlo a #DanielZamudio e alla sua famiglia #Chile

Anche in altre parti del Paese, tra cui AntofagastaSantiago e Curicó, si sono tenute fiaccolate per chiedere che venga fatta giustizia. Ulteriori immagini delle manifestazioni svoltesi davanti all'ospedale in cui Daniel Zamudio era ricoverato sono disponibili su J. Blog.

La morte di Daniel

Alla notizia del decesso di Daniel, le reazioni dei cileni su Twitter sono state pressoché immediate.

Conti (@gcontador) dichiara:

Antes que lo mataran, lo ningunearon los políticos que tú elegiste, se rieron de el los humoristas que tú premias y lo condenó tu iglesia

Prima che lo ammazzassero, i politici che tu hai eletto lo disdegnavano, i comici che tu plaudi lo deridevano e la tua chiesa lo condannava.

Questa la critica dell'utente @Festitroll da Viña del Mar:

Lloran la muerte de #DanielZamudio pero se burlan de Hinzpeter por ser Judio y gritan a Zalaquett por ir a la posta. Rica tu tolerancia

Piangono la morte di #DanielZamudio ma prendono in giro Hinzpeter (Ministro dell'Interno cileno) perché ebreo e inveiscono contro Zalaquett (sindaco di Santiago) perché si reca all'ospedale. Bel tipo di tolleranza la tua.

Il noto conduttore televisivo Rafael Araneda (@RafaAraneda) commenta:

Q tremendo ! Murió DanielZamudio no lo puedo creer… Es un hecho q habla muy mal de nuestros tiempos y de lo q nos rodea…

Terribile! #DanielZamudio è morto, non ci posso credere… È una vicenda emblematica, che dimostra la degenerazione dei nostri tempi e di quanto ci circonda.

Analoghe le conclusioni della presentatrice TV Carolina Urrejola (@CarolaUrrejola):

Algo edificante en medio del dolor: una sociedad entera está escandalizada. #DanielZamudio.

Eppure da tanto dolore è scaturito qualcosa di buono: un'intera società è rimasta sgomenta.#DanielZamudio.

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