Consigli utili per cyber-attivisti nel mirino delle autorità

Il 2011 è stato marcato dall'incredibile capacità di blogger e utenti dei social media nel catturare l'attenzione del mondo intero con il loro attivismo. Nello stesso tempo, i regimi hanno accelerato il loro gioco al “gatto e il topo” con i netizen, reprimendo il loro diritto di espressione con la sorveglianza, la censura, la persecuzione e la detenzione dei blogger. Ad esempio il regime siriano, sempre più astuto sul piano tecnologico, avrebbe chiesto ai detenuti [en, come gli altri link eccetto ove diversamente specificato] i dati di login ai loro account, quando la tortura continua a essere usata nelle prigioni di certi Paesi.

Consapevoli delle minacce a cui sono esposti, i blogger spesso pensano a dei piani d'emergenza nel caso fossero detenuti. La blogger Razan Ghazzawi stava andando a una conferenza in Giordania alcune settimane fa, quando è stata arrestata [it] (ora è di nuovo libera).

Cercando di proteggere i suoi contatti, aveva condiviso precedentemente le proprie password con degli amici fidati fuori dal Paese, dando loro istruzione di modificarle in caso di arresto. In questo modo, non avrebbe potuto fornire le password, non conoscendole più. Altri blogger informano i loro contatti dei loro piani d'emergenza, decidendo in anticipo se vogliono che vi sia una campagna per il loro rilascio. Molti dei blogger arrestati quest'anno in Egitto, Siria e altri paesi sono connessi alle reti internazionali di attivisti che hanno esperienza nel creare campagne globali e che possono facilmente contattare responsabili del governo, società e organizzazioni di diritti umani.

Valutare il rischio individuale non è facile, né semplice. Tuttavia, tutti i blogger – che abbiano buoni contatti o siano ai primi passi – dovrebbero considerare la possibilità di avere un piano d'emergenza in caso d'arresto. Detto ciò, non mancano certo le risorse per sapere se altri blogger sono detenuti, molestati o sorvegliati nel loro Paese; se il loro governo controlla le chiamate telefoniche o le attivit àonline; se i detenuti sono costretti a fornire informazioni, come i dati di accesso agli account personali.

Tenendo ciò a mente, EFF (Electronic Frontier Foundation) e Global Voices Advocacy hanno deciso di offrire un quadro che segue sulle questioni più urgenti.La lista non pretende di essere esaustiva, ma dovrebbe costituire un punto d'inizio da cui i netizen a rischio possano sviluppare specifici piani d'emergenza.

Tuttii cyber-attivisti dovrebbero:

  • Considerare la possibilità di fornire a qualcuno all'estero i seguenti dati:
    • Le password dei propri social media, dell'email e dell'account del blog
    • Le informazioni per contattare dei famigliari
    • Le informazioni sulle proprie condizioni di salute
  • Fare regolarmente la copia dei propri blog, Facebook, email, e altri account
  • Considerare la possibilità di fare un mirror [it] del proprio sito web, per assicurarsi che resti in funzione senza che l'autore debba prestarci attenzione (Global Voices Advocacy dà delle istruzioni su come fare il mirror di un blog su WordPress).
  • Criptare i file sensibili e prendere in considerazione la possibilità di nasconderli in un drive separato
  • Considerare la possibilità di usare strumenti come Identity Sweeper (per chi usa Android) per proteggere/cancellare i dati del proprio cellulare
  • Considerare la possibilità di preparare un comunicato per chiedere la liberazione in caso di arresto — Potrà essere utile ai media internazionali e alle organizzazioni di diritti umani
  • Prendere in considerazione la possibilità di registrare un breve video in cui il blogger si identifica (informazioni biografiche, scopo del proprio lavoro e i rischi che corre), condividendolo con dei contatti fidati
  • Mettersi in contatto con organizzazioni di diritti umani e organizzazioni per la libertà di espressione*
  • Pensare a una strategia/un piano d'emergenza su cosa fare in caso di detenzione (vedi sotto)

Se il blogger fosse arrestato o detenuto:

  • C'è una persona fidata (o più) che vorrebbe autorizzare a prendere decisioni importanti al suo posto–come decidere se fare una campagna pubblica oppure no? Se sì, deve assicurarsi di discutere delle sue preferenze con questa persona. Seguono alcuni degli argomenti di cui potrebbero discutere:
    • Quali sono le sue preferenze riguardo le campagne pubbliche? C'è un messaggio particolare che ritiene rappresenti chiaramente se stesso e le sue opinioni?
    • Quali sono le organizzazioni alle quali si considera più vicino per delle potenziali campagne per il suo rilascio e/o miglior trattamento?
    • C'è un avvocato (o più) che conosce e che vorrebbe venisse contattato per il suo caso?
    • Ha delle preferenze su cosa fare dei suoi account? Ad esempio: cambiare le password, farli diventare degli account per la campagna, chiuderli. C'è qualcuno di fiducia a cui affiderebbe la responsabilità di prendere delle decisioni cruciali sui suoi account, se la sua situazione cambia?
    • C'è qualche informazione particolare su di lui o sul suo caso che preferisce non venga resa pubblica?
    • Ha delle malattie gravi o croniche che necessitano di medicine o cure? Se sì, quali sono? (Asma, diabete, malattie cardiache, ecc.)
    • Ci sono membri della sua famiglia che possono essere contattati per prendere delle decisioni importanti o per parlare ai media? Se sì, chi? Ci sono membri della sua famiglia che assolutamente non vuole parlino a nome suo?

Quando avrà queste conversazioni, dovrà ricordare che potrà prevedere a fatica tutti gli sviluppi futuri. La migliore cosa da fare potrebbe essere avere una conversazione approfondita con degli amici fidati e dei membri della famiglia, in modo che possano capire in modo chiaro le sue preferenze, e poi autorizzarli a prendere le decisioni che considerano migliori secondo l'evolvere della situazione. In altre parole, “delegare dando un orientamento”, in modo che le persone fidate possano agire nel suo interesse e secondo i suoi desideri con l'evolversi della situazione.

*Ci sono numerose organizzazioni e non potremmo nominarle tutte. EFF e Global Voices Advocacy sono un buon inizio, ma raccomandiamo anche alcune organizzazioni internazionali come Human Rights Watch, Amnesty International, FrontLine Defenders, Reporters Without Borders, il Committee to Protect Journalists (Comitato per la protezione dei giornalisti), e Access. Se hai bisogno di assistenza nel trovare delle organizzazioni locali nel tuo Paese, contattaci e cercheremo di aiutarti.

Questo post è stato curato da EFF e Global Voices Advocacy. Un ringraziamento speciale a Zeynep Tufekci.

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