Palestina: ancora detenuti i giornalisti e attivisti della Freedom Waves

Il 4 novembre scorso, le forze militari israeliane hanno abbordato le due navi dirette verso la Striscia di Gaza. La nave canadese Tahrir (Liberazione) e quella irlandese, Saoirse (Libertà) si dirigevano verso Gaza, in un nuovo tentativo di rompere l'assedio israeliano sul territorio palestinese. I giornalisti a bordo delle navi hanno riportato su Twitter che le forze navali israeliane hanno intercettato le navi in acque internazionali, al largo della costa di Gaza, arrestando tutti i passeggeri a bordo e portandoli al porto di Ashdod in Israele.
Su YouTube, le forze di difesa israeliane (IDF) hanno diffuso [en, come tutti i link tranne ove diversamente indicato] un video intitolato “Soldati dell'IDF abbordano le navi in rotta verso la Striscia di Gaza”.
La flotilla, denominata Freedom Waves, è stata tenuta sotto segreto fino a poche ore prima della sua partenza da un porto turco nella sua strada verso Gaza, il 2 novembre. Oltre agli attivisti, a bordo delle imbarcazioni che portavano gli aiuti umanitari, c'erano anche dei giornalisti.
Fin dal giorno della detenzione, i social media hanno continuato a pulsare di rilanci e commenti.

Il giornalista Alan Fisher segnala su Twitter:

@AlanFisher: Le forze navali israeliane hanno abbordato due navi dirette verso #gaza vanificando l'ultimo tentativo per rompere il blocco israeliano sul territorio, che ormai dura da quattro anni.

E poi prosegue:

@AlanFisher: L'abbordaggio israeliano delle due imbarcazioni si è tenuto in acque internazionali

Si è anche fatto notare l'appoggio alla giornalista egiziana Lina Attalah, la quale si trovava a bordo della Tahrir. L'egiziana Amr Gharbeia spiega:

@gharbeia: Penso a @Linaattalah e a tutti coloro che sono detenuti sulle navi della #freedomwaves flotilla, ora trattenuti da Israele.

Mohamed Abdelffath aggiunge:

@mfatta7: La giornalista egiziana @Linaattalah, caporedattore di @AlMasryAlYoum_E, era sulla nave Tahrir ed ora si trova detenuta nel porto di Ashdod.

Salma Said si chiede:

@salmasaid: Cosa pensa di fare il governo egiziano con #freelina?

E il tunisino Slim Amamou scrive:

@slim404: La mia amica @linaattalah è stata arrestata dagli israeliani durante il tragitto di #freedomwaves. Sta usando l'avatar @alaa in sostegno di #freealaa #freelina.

Fortunatamente, Attalah è stata rilasciata il giorno dopo, insieme ad altri 5 passeggeri.

Il giordano Shaden Abu Al-Haijaa ha chiesto al fumettista brasiliano Carlos Latuff, autore di famose vignette a sostegno della causa palestinese e delle rivoluzioni arabe, di farne uno per la Freedom Wave Flotilla:

@Shad84: @CarlosLatuff per favore fai un fumetto su #Freedom Waves e sugli attivisti detenuti che erano a bordo @Linaattalah.

Allo stesso tempo, il giornalista israeliano Joseph Dana riassume così le operazioni relative all'abbordaggio:

@ibnezra: La semplice verità mostra che l'esercito israeliano ha illegalmente portato gli attivisti di #FreedomWaves in Israele contro la loro volontà.

E aggiunge:

@ibnezra: Immaginate che vogliate andare in Canada e l'esercito statunitense vi fermi e vi accusi di entrare illegalmente negli USA #FreedomWaves

@Ibnezra: L'esercito israeliano porterà direttamente in una prigione all'interno del paese, probabilmente per accusarli di “ingresso illegale in Israele”

Ed è ovvio che la prosecuzione dell'assedio su Gaza da parte di Israele non è stata ben accolta dai netizen.

Roqayah si lamenta:

@iRevolt: La Striscia di Gaza è la prigione all'aperto più grande del mondo; Israele ha privato della libertà e dei diritti umani basilari 1,6 millioni di persone.

Gli attivisti detenuti sono stati portati alla prigione israeliana di Givon. Il sabato 5 novembre, 6 dei 27 detenuti, tra attivisti e giornalisti, sono stati rilasciati dalle forze israeliane e le prime testimonianze sono già state pubblicate sui principali social media.

Ad oggi, l'aggiornamento riguarda la telefonata che Fintan Lane, coordinatore della nave irlandese MV Saoirse, è riuscito a fare dal carcere di Givon, dove rimane detenuto insieme ad altri 13 attivisti irlandesi (gli attivisti canadesi sono nella stessa prigione ma separati). Lane ha condannato l'atteggiamento israeliano nell'abbordaggio delle navi; a suo avviso è stato “violento e pericoloso”, in chiara contraddizione con quanto raccontato dagli israeliani. Il loro rilascio si aspetta per martedi prossimo, dopo le 72 ore che per legge possono essere trattenuti in Israele prima della loro deportazione “volontaria”, cioè: accettando di aver commesso un delitto nell'entrare illegalmente in Israele.

3 commenti

  • Sembra proprio che nessun viaggio per la pace in Medio Oriente sia destinato ad avere buon fine… Persino il viaggio per il dialogo tra le fedi che alcune organizzazioni francesi hanno organizzato in Israele e Palestina ha scatenato un confronto aspro, ma interessante, nel quale non è così semplice capire chi abbia torto e chi abbia ragione… (link)

    • Giorgio

      Articolo molto interessante, grazie per averlo linkato. E´un punto di vista estremamente in ombra nei media “ufficiali”, io ad esempio non sapevo niente riguardo l´attività di organizzazioni per i diritti omosessuali in Palestina. Sono particolarmente colpito anche dalla presenza di simili organizzazioni da parte araba, che certo non devono avere vita facile (senza voler fare discriminazioni o generalizzazioni in senso religioso o culturale, ma volendo essere molto realista). Coraggiosi ed importanti.

      • La presenza di organizzazioni omo-transessuali nel mondo arabo è una realtà davvero poco conosciuta, ed è un peccato proprio perché, come dici giustamente, è una realtà fatta di attivisti di grande coraggio che non hanno vita facile. Noi stiamo raccontando pian piano, paese dopo paese, queste comunità nascoste e vivaci nell’ambito del nostro progetto MOI Musulmani Omosessuali in Italia :-)

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