Fare attivismo con lo ‘slam’ nell'Africa francofona

Negli ultimi dieci mesi, i movimenti sociali sono germogliati nel mondo intero a una velocità impressionante. Iniziato con un gesto disperato [en] nella città di Sidi Bouzid, in Tunisia, il movimento si è ormai esteso a 87 paesi e 951 città [en] sparse ovunque nel mondo, secondo gli organizzatori del movimento United for #GlobalChange (October 15).

Manifestare di fronte agli edifici istituzionali è un modo per esprimere il desiderio di cambiamento sociale. Ma altre forme di attivismo, esistenti ormai da parecchio tempo, sono state rispolverate un po’ ovunque per protestare contro lo status quo. Noto canale di espressione per molti attivisti dell'America del Nord, la poesia slam [it], una fusione unica di poesia e narrazione ritmata, è stato ormai adottato nel resto del mondo.

Per molti è stato talvolta difficile appropriarsi di una forma di espressione che, spesso a torto, viene percepita come propria alla sola gioventù urbana dell'America del Nord. In realtà, lo slam è ormai radicato nella cultura di molti Paesi, in particolare in Africa, poiché fa propria la tradizione africana della narrazione orale. Ecco alcuni esempi di slam provenienti dal continente africano, e il contesto in cui hanno preso forma.

La rivoluziona araba

King Bobo ha scritto su UniversalSlam un tributo ai giovani tunisini, egiziani, siriani e libici dal titolo Liberté chérie j’écris ton nom [fr, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] (Cara libertà, scrivo il tuo nome):

Liberté chérie j’écris ton nom
Ecoutez ce vent de liberté qui souffle dans toutes les langues
La jeunesse tunisienne s’exprime sur les murs
Avec des slogans tracés à la peinture
Liberté, liberté, liberté
La jeunesse égyptienne grave sur les sépultures
Des hiéroglyphes modernes inscrits pour le futur
La jeunesse syrienne ne voit que des balles perdues
Qui ricochent un peu partout et qui tracent sur les murs
Les poètes libyens de Benghazi murmurent
Des poèmes satiriques comme des caricatures

Cara libertà, scrivo il tuo nome
Ascolta questo vento di libertà che soffia in tutte le lingue
La gioventù tunisina si esprime sui muri
dipingendovi gli slogan
Libertà, libertà, libertà
I giovani egiziani incidono sulle tombe
Geroglifici moderni iscritti per il futuro
I giovani siriani non vedono che proiettili volanti
che rimbalzano ovunque e lasciano segni sui muri
I poeti libici di Bengasi mormorano
Poemi satirici come caricature

Algeria

L'autore, poeta e blogger algerino Fodil Belhadj scrive su Regards Africains (Sguardi africani) uno slam sulla promessa di indipendenza algerina, facendo un'analogia con la sua storia personale e l'esilio dalla madrepatria.

 

 

Fodil Belhadj pubblica nel suo blog anche una lettera aperta all'esercito algerino:

.. Cela s’appelle l’autodétermination Chère Armée Algérienne. L’aurais-tu par je ne sais quel crime oublié ? Ah oui j’avais oublié que les Algériens s’étaient « trompés » en mandatant 188 députés du Front islamique du salut. Oui c’est vrai z’avaient qu’à pas voter pour de méchants islamistes, alors que toi tu es tellement, tellement sympathique. Chère Armée Algérienne. C’est tout ce que tu as trouvé comme argument spécieux, s’il en est, pour écraser ton propre peuple et rassurer « ta » communauté internationale…!
Sache donc grande muette puisque tu feins de ne point le comprendre, et à défaut de l’admettre, que démocratie signifie : Se soumettre au verdict des urnes.

.. Si chiama autodeterminazione, caro esercito algerino. L'hai per caso dimenticato, commettendo non so qual crimine? Certo, dimenticavo che gli algerini si sono “sbagliati” mandando in parlamento 188 deputati del FIS (Fronte Islamico per la Salvezza). Certo, non avrebbero dovuto votare per gli islamisti cattivi, mentre tu sei talmente, talmente simpatico. Caro esercito algerino. &#200 l'unico argomento ingannevole che hai saputo trovare, per opprimere il tuo popolo e rassicurare la “tua” comunità internazionale…!
Sappi, grande muto [“muette” è il soprannome dato all'esercito in molti Paesi francofoni], visto che fingi di non capirlo e non lo ammetti, che democrazia significa: Sottomettersi al verdetto delle urne.

Repubblica del Congo

Abd al Malik [it] è un noto cantante e poeta, cresciuto a Brazzaville, nella Repubblica del Congo. Impegnato politicamente e socialmente, in particolar modo sulla percezione dell'islam in Francia, ha creato con altri artisti il gruppo “Nouveaux Poètes Africains” (NAP, Nuovi Poeti Africani). Nella sua poesia Soldat de plomb (Soldatino di piombo), Malik descrive la lotta di una gioventù ribelle che cerca di trovare il suo posto:

Soldat de plomb, soldat de plomb
Bien sûr qu'un sourire nous aurait fait plaisir,
Juste un peu d'attention et peut-être ça aurait été autrement.
Nous aurions été des enfants normaux et pas des enfants soldats,

Soldatino di piombo, soldatino di piombo
Certo che un sorriso ci avrebbe fatto piacere,
Sarebbe bastata un po’ di attenzione e le cose sarebbero andate diversamente.
Saremmo stati dei bambini normali, non dei bambini soldato.

Marocco

In Marocco, il sito di informazione indipendente Mamfakinch racconta di come, alcuni mesi fa, il Movimento del 20 febbraio aveva saputo dar voce al suo desiderio di cambiamento in modo innovativo:

Nous sommes jeunes, nous sommes capables d’innovation ! Pour ne pas tomber dans la banalisation de nos formes de protestation, et au vu de l’essoufflement que peuvent ressentir nos concitoyens et principalement les jeunes par les sit-in répétitifs, la coordination de Rabat des jeunes du 20 févier a décidé de diversifier ses formes des contestations.
C’est dans cet esprit nous avons choisi, après un long débat, de faire un Flash-mob: Plus précisément, un Freeze ( on explique plus bas le principe) et un petit concert de musique et poèmes contestataires.

Siamo giovani e capaci di innovare! Per non rischiare la banalizzazione delle nostre forme di protesta, e coscienti del rischio che i cittadini, soprattutto giovani, si possano stancare della ripetitività dei sit-in, la coordinazione di Rabat dei giovani del 20 febbraio ha deciso di diversificare le proprie forme di contestazione.
Dopo una lunga discussione, abbiamo scelto di mettere in atto un flash mob, più precisamente un freeze, e un piccolo concerto di musica e poesie di protesta.

Ecco un video di parte della protesta:

 

 

Madagascar

Si potrebbe obiettare che le origini dello slam sono da trovare in Madagascar. La cultura malgascia ha da sempre incorporato lo Hainteny (la parola malgascia che significa “conoscenza delle parole”), una forma tradizionale di letteratura e poesia orali che prevedono un largo uso delle metafore.

Lo Hainteny comprende una forma di discorso pubblico, detta Kabary, le cui origini datano del XVIII secolo. Il Kabary è spesso usato inoccasioni di vita sociale, come le feste di fidanzamento o di matrimonio, in cui i portaparola delle rispettive famiglie si confrontano oralmente.
Solitamente affare per uomini, ecco un raro esempio di Kabary pronunciato da una donna [mg]:

 

 

Mauritius

Lo slam ha preso piede persino alle Mauritius. Stefan Hart de Keating, anche conosciuto come StefH2K, è uno dei pionieri dello slam nell'Oceano Indiano. StefH2K spiega che, nello slam, la presenza scenica ha tanta importanza quanto la qualità del testo.

Fictif parla della crisi identitaria a cui è confrontata talvolta la minorità asiatica nelle Mauritius [fr, kr]:

Le Sino-Mauricien:

Aujourd’hui
Je veux slamer
Pour tous ceux
Qui comme moi en ont marre
D’être mis à l’écart
Car je ne suis pas qu’un petit Chinois
Mais un Mauricien
Comme toi… comme toi… comme toi
Oublie mon accent chinois
Ma langue maternelle, c’est le créole
Ki to ti kroir toi ? Mo pa konn koz kréol ?
Même si je regarde Jackie Chan à la télé
Ou pratique le kung-fu
Fou, hein ?
Ma danse préférée reste le séga

Il sino-mauritano

Oggi
Voglio fare dello slam
Per tutti quelli
Che come me non ne possono più
Di essere emarginati
Perché io non sono solo un piccolo cinese
Ma un mauriziano
Come te… come te… come te
Dimentica il mio accento cinese
La mia lingua madre, è il creolo
Cos'è che credevi? Che non parlassi il creolo?
Anche se guardo Jackie Chan in TV
O faccio kung-fu
Pazzo, no?
La mia danza preferita resta il sega [en]

Le cause per cui si protesta nelle strade o si prende parte ai dibattiti politici sono molteplici. Oggi i diversi modi per farlo si intrecciano e si alimentano reciprocamente con maggiore rapidità. Allo stesso modo, lo slam ha oltrepassato le frontiere, diventando un canale universale di espressione e attivismo sociale. Di fatto, l'affermazione dei social media ha svolto un ruolo importante nella diffusione dello slam come voce universale per gli oppressi.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.