Perù-Brasile: controverso e criticato il progetto della centrale idroelettrica di Inambari

La recente approvazione da parte del Governo peruviano di due decreti d'urgenza, che eliminano il requisito della valutazione di impatto ambientale [es, come gli altri link tranne ove diversamente segnalato] per l'ottenimento di specifiche autorizzazioni amministrative, ha riportato nuovamente agli onori della cronaca il progetto per la costruzione della centrale idroelettrica di Inambari [en]. Si presume infatti che, tra i progetti a cui i due decreti spianerebbero la strada, ci sia anche quello per la realizzazione di questa grande opera.

In cosa consiste il progetto? In base alle informazioni reperibili sul sito web ufficiale, si tratta della costruzione di una grande centrale idroelettrica sul Rio Inambari che attraversa le regioni amazzoniche dei dipartimenti di Puno [it], Cuzco [it] e Madre de Dios [it]. La costruzione richiederà un investimento di 4 miliardi di dollari e, a realizzazione ultimata, Inambari sarà la quinta centrale idroelettrica più grande della regione la cui potenza installata è stimata in 2.200 megawatt.

Abitanti del Rio Inambari

Abitanti del Rio Inambari. Foto gentilmente concessa da Andrew Dare.

Fin dalla sua presentazione, il progetto ha incontrato la ferma opposizione degli abitanti delle aree interessate: non solo viene contestato il pesante impatto ecologico, ma anche il fatto che 101 chilometri del tratto meridionale della Carretera Interoceánica [it, autostrada che unisce il Perù con il Brasile] verrebbero sommersi dal bacino artificiale. Inoltre, nelle regioni di Puno, Madre de Dios e Cusco, a causa del progetto, si renderebbe necessario spostare e ricollocare circa 60 centri abitati, spesso contro la volontà degli abitanti, che non vogliono essere costretti a lasciare i propri paesi. Nonostante ciò, la centrale di Inambari gode dell'appoggio delle autorità locali.

Johnny Lescano, membro del Congresso della Repubblica, mette in evidenza l'impatto negativo che questa centrale produrrebbe sull'ecosistema: in base a uno studio commissionato da Egasur, l'azienda promotrice del progetto, lo sbarramento a) provocherà l'alterazione dei cicli biologici della flora e della fauna acquatica b) causerà la perdita di superfici boschive, la morte di animali e localmente anche l'estinzione di alcune specie c) aumenterà il rischio di malattie infettive come la malaria, la febbre gialla, il dengue ecc. e d) produrrà enormi quantità di pericolosi gas a effetto serra a causa della decomposizione delle piante sommerse, che provocherà l'emissione di più di 69 milioni di tonnellate di CO2.

Nel blog Sociología Política, Pablo Raúl Fernández fa notare che i decreti che danno la luce verde al progetto potrebbero presentare incongruenze di tipo legislativo:

Nadie entiende cómo una norma con rango de ley, que el Poder Ejecutivo sólo puede dar en caso de urgencia económica y financiera, termine abordando temas ambientales y lo que es peor, eliminando requisitos fijados para obtener una concesión en esta materia. Por ello muchas instituciones, como el Instituto de Defensa Legal, están reclamando la inconstitucionalidad de esos decretos. Asimismo, esta semana se han pronunciado diversas organizaciones que siguen con preocupación el caso de las grandes hidroeléctricas que incluyen represas en la selva peruana…

Non si capisce come un atto avente forza di legge, che il potere esecutivo può adottare solo in casi straordinari d'urgenza economica e finanziaria, finisca per regolamentare questioni di natura ambientale e che, peggio ancora, venga usato per eliminare requisiti sanciti dalla legge per ottenere una concessione in questo ambito. È per questo che molti enti della società civile come ad esempio l’Instituto de Defensa Legal, stanno sostenendo l'incostituzionalità di questi decreti; allo stesso modo la pensano molte altre organizzazioni che seguono con preoccupazione i progetti delle grandi centrali idroelettriche che prevedono la costruzione di dighe nella regione amazzonica peruviana…

Ewing Jesús Falla, nel suo blog Nauseapolítica, pretende che i candidati alle elezioni presidenziali si occupino dell'argomento:

Lejos de defender nuestra Amazonía, se la viene subastando para beneficiar a Estados vecinos… La cuestión ahora es saber si los candidatos a la Presidencia en el Perú, van a priorizar temas como este o si sólo van a bendecir las atrocidades y corruptelas que deja el gobierno aprista liderado por quien ha resultado ser el mejor vendedor de nuestros recursos: el señor Alan García Perez. El tema esta en la mesa, los ciudadanos peruanos esperamos sus respuesta señores candidatos !!

Invece di salvaguardare la nostra regione amazzonica, questa viene messa all'asta a beneficio dei paesi confinanti… Ora, il punto è capire se i candidati alla presidenza del Perù daranno priorità a temi come questo o si limiteranno a dare il loro beneplacito alle atrocità e alla corruzione che si lascia dietro il governo dell’APRA [it], guidato da colui che si è dimostrato un eccelso venditore delle nostre risorse: il signor Alan García Perez [it]. Il tema è sul tavolo, Signori candidati!! E noi cittadini peruviani aspettiamo le vostre risposte.

È però necessario tener conto anche di quanto scrive J. Francisco Canaza nel suo blog Apuntes Peruanos:

Hace más de cinco años señalamos que Brasil iba a requerir más energía a cargo de sus ratios de desarrollo. Y que, o la obtenía de Bolivia o de nosotros. (…) La situación nos ha puesto en el casi deber de ser proveedores. Ante esta circunstancia, lo necesario es establecer el cómo cumplir con esas necesidades sin destruir nuestros recursos, tanto energéticos como naturales. Se necesita establecer un modelo en el que se desarrolle socialmente la zona sur del país sin perjudicar el entorno natural.

Più di cinque anni fa abbiamo fatto presente che il Brasile, in ragione del suo tasso di sviluppo, avrebbe richiesto più energia e che questa poteva essere fornita o dalla Bolivia o da noi. (…) Stando così le cose, è stato quasi un obbligo diventare fornitori. Di fronte a queste circostanze, dobbiamo stabilire come far fronte alle necessità brasiliane senza per questo distruggere le nostre risorse, sia energetiche che naturali. È necessario adottare un modello di sviluppo sociale per la zona sud del paese, senza pregiudizio all'ambiente naturale.
Mezzo di trasporto pubblico fluviale. Rio Inambari.

Inambari: trasporto pubblico fluviale. (Foto gentilmente concessa da Andrew Dare.)

Il presidente Alan García ha ammesso la possibilità che i decreti “vengano valutati dal Consiglio dei Ministri“; nel frattempo, il deputato Johnny Lescano ha annunciato che chiederà la dichiarazione d'incostituzionalità dei decreti d'urgenza e in un comunicato stampa, Daniel Cámac, vice Ministro dell'Energia, ha ribadito che la centrale di Inambari non verrà costruita finché l'azienda Egasur (Empresa de Generación Eléctrica Amazonas Sur) non avrà ottenuto la licenza sociale [it].

Il dibattito è proseguito anche su Twitter. Javier Diez Canseco (@javierdcc), ex membro del Congresso Nazionale peruviano, commenta:

@javierdcc Inambari: poderosos intereses en juego, grandes constructoras d Brasil d dudosa reputación por irregilaridades,y un fuerte impacto ambiental

@javierdcc: Inambari: enormi interessi in gioco, grandi costruttori brasiliani di dubbia reputazione per irregolarità e un forte impatto ambientale

In risposta al messaggio di Javier Diez Canseco, l'utente Aber Ver-Val (@catadioptrico) scrive:

@catadioptrico @javierdcc asi como estas en contra de inambari,xq no dices nada de todo el microtrafico de madera hecha por peruanos en las narices d todos.

@catadioptrico: @javierdcc visto che ti schieri contro inambari, come mai non dici nulla del traffico illegale di legname praticato dai peruviani e che sta sotto gli occhi di tutti

Diego (@lokerias) pretende che il tema venga incluso nei dibattiti della campagna elettorale:

A Garcia le convienen los enfretamiento entre los candidato, asi, no nos preocupamos por Inambari , atención ¡¡ investiguen ¡¡

A García conviene che ci sia uno scontro tra i candidati, così non ci occupiamo di Inambari, fate attenzione, indagate!!

Emma Robles (@RosaEmma89) chiede al candidato alla presidenza Alejandro Toledo di prendere posizioni riguardo all'argomento:

@RosaEmma89 @atoledomanrique, tómese la molestia de responder al electorado si está o no a favor de la construcción de la hidroeléctrica inambari.

@RosaEmma89: @atoledomanrique, si prenda il disturbo di far sapere all'elettorato se è favorevole o meno alla costruzione della centrale idroelettrica di Inambari.

MonicaSol (@monicasol_35) si preoccupa per l'impatto ambientale:

@monicasol_35 @carlos1cd la mineria informal en MDD [la región Madre de Dios] lleva casi 40 años, encima se viene la represa de Inambari y los pozos petrolíferos caletas [“escondido” en jerga peruana] de HuntOil.

@monicasol_35: @carlos1cd le attività minerarie “informali” a MDD [la regione di Madre de Dios] vanno avanti da quasi 40 anni e ora, in aggiunta, arrivano la diga di Inambari e i pozzi petroliferi clandestini di HuntOil.

Ana Karina (@Apioverde) si chiede che ne sarà dei 101 chilometri di strada che verrebbero sommersi:

¿No que la carretera será inundada por la hidroelectrica de Iñambari? Pregunto nomás.

È vero che la strada verrà sommersa dalla centrale idroelettrica di Inambari? È solo una domanda.

Nel suo commento, Rosario Linares considera il luogo a cui verrà destinata l'energia prodotta (Brasile):

@maroliva22 La energía de la CH Inambari, no será del Perú sino de los brasileros, pero Alan tenía que aceptar la orden de Brasil.

@maroliva22: L'energia della centrale idroelettrica di Inambari non apparterrà al Perù ma al Brasile, però Alan doveva sottostare agli ordini dei brasiliani.

Intanto il movimento di opposizione ai decreti d'urgenza ha varcato i confini delle regioni direttamente interessate dal progetto ed è sbarcato nella capitale Lima dove si stanno convocando marce di protesta per esigerne l'abrogazione: secondo Marian Castro della ONG SPDA (Sociedad Peruana de Derecho Ambiental) questi decreti rappresentano un rischio per il diritto alla consultazione preventiva (delle comunità indigene).

Sia il mondo politico che l'opinione pubblica si sono fermamente opposti al progetto anche in ragione del fatto che gran parte dell'energia prodotta verrebbe destinata al Brasile e non al Perù. A tal proposito, J. Francisco Canaza, nel suo blog, evidenzia come sia necessario un uso delle risorse atto a promuovere lo sviluppo nel territorio peruviano interessato dal progetto, non solo del Brasile.

Ulteriori notizie e sviluppi riguardo a questo progetto e alla sua portata sono attesi nelle prossime settimane.

Rio Inambari, Madre De Dios, Perù

Rio Inambari: Puerto Carlos al crepuscolo. Foto: Wendorf Rodríguez.

Le prime due foto sono state gentilmente concesse da Andrew Dare.

NOTA: Segnaliamo inoltre lo speciale curato dalla ONG Sociedad Peruana de Derecho Ambiental e intitolato Inambari (lo que quedará bajo agua) [Inambari, ciò che verrà sommerso] in cui vengono raccolte immagini, informazioni e video relativi alle zone in cui potrebbe essere costruito il bacino artificiale

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