Libano: ennesima crisi politica, e online s'accende la discussione

Per gentile concessione di Maya Zankoul

La caricatura di Maya Zankoul [en, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] sulla crisi politica libanese riassume in modo efficace l'umore generale che si respira nella blogosfera locale. Altro giro altra crisi politica, dopo che il tribunale appoggiato dalle Nazioni Unite ha pubblicato la versione confidenziale e non definitiva dell'indagine sull'assassinio del 2005 del precedente primo ministro Rafik Al Hariri.

Liliane di From Beirut With Funk si chiede, sarcasticamente, se il dispositivo per riattivare antichi post sui blog degli anni passati sia il modo giusto per tenersi aggiornati sulla natura ciclica delle crisi politiche libanesi:

Guarda un pò! Quando pensi che sia impossibile viaggiare indietro nel tempo, succede qualcosa in Libano che ti fa fare un tuffo nel passato.

Ieri, il nostro governo è caduto! È crollato. 10 ministri dell'opposizione si sono dimessi (onestamente non mi importa il perchè), e un undicesimo si è unito a loro, rendendo in questo modo il governo incapace di governare. DUNQUE, bye bye governo. Date un'occhiata a questo mio post “Il parlamento non è raggiungibile in questo momento, si prega di riprovare più tardi“, di quasi 4 anni fa, un deja vu? Per la cronaca, ci sono voluti più di 9 mesi perchè si formasse un nuovo governo.

E per continuare, abbiamo di nuovo paura di una guerra fra Hezbollah e Israele? Allora potete dare un'occhiata ai primi 100 posts di questo blog! Niente Presidente? Torniamo indietro di 3 anni, persino Maz Jobrani lo faceva notare! Paura di una possibile guerra civile? hmmm devo continuare? Come dice il BeirutSpring.com sarebbe bello avere un dispositivo per poter riattivare i post di 3 anni fa.

In From Miami to Beirut, si percepisce ansia come se il blogger stesse presagendo la calma prima della tempesta, facendo riferimento alle accuse delle Nazioni Unite nel 2005 per l'assassinio dell'allora primo ministro Rafik al-Hariri:

Le strade quel fine settimane erano tranquille.

Troppo tranquille.

E con il verdetto del Tribunale Speciale per il Libano [it] previsto per domani.

Si può solo sperare..

Si tratta della calma prima della tempesta ?

Mustapha su The Beirut Spring esclude che la caduta del governo possa avere un impatto sulla vita di tutti i giorni dei comuni cittadini libanesi:

Anthony Chadid sta cercando di identificare le ragioni per cui ai Libanesi non importi più molto delle crisi politiche.

Penso che la gente abbia capito che con o senza il governo, la vita di tutti i giorni prosegue come nulla fosse.

Habib Battah su The Beirut Report teme un ritorno alla totale paralisi politica di tre anni fa quando Hezballah e i suoi alleati organizzarono massicce manifestazioni e sit-in nella capitale per circa due anni. Battah racconta di raduni di giovani in diverse zone cittadine:

Alle 7 di mattina circa gruppi di giovani si sono misteriosamente riuniti in crocevia stategici e in diversi quartieri della capitale libanese, per poi sciogliere il raduno un'ora più tardi.

Dopo aver elencato tutti i quartieri dove si sono verificati questi incontri, e aver collegato i punti tra loro, il risultato è una specie di rete un pò angosciante che ricopre quasi metà della città.

Secondo i notiziari, membri dell'opposizione tra cui il presidente del parlamento Nabih Berri, hanno definito i gruppi come “spontanei” scoppi di protesta contro il governo, ma in un dibattito televisivo di oggi, politici a favore del governo hanno sarcasticamente messo in questione il possibile spontaneismo di questi molteplici raduni alle 7 del mattino. MTV ha aggiunto che qualcuno sembrava usare dei walkie-talkie.

In ogni caso, il blogger Franco-Libanese Frenchy [fr] riporta le voci secondo cui i raduni in alcuni quartieri di Beirut siano storie inventate dai media di Hariri:

Nouvelle du jour: des rassemblements auraient lieu ce matin dans la partie ouest de Beyrouth, notamment dans les quartier s de Basta, Nourieh, Béchara Khoury et au Centre-Ville, les sources: les services de sécurités et les médias proches de Saad Hariri. La nouvelle sera démentie par les médias proches de l’opposition.

A l’annonce de la nouvelle, je n’ai pas pu m’empêcher de demander à quelques amis habitant ses quartiers s’ils ont remarqué quelque chose. Tout était normal, selon eux. « Circulez, il n’y a rien à voir ».

La notizia del giorno: si sono verificati dei raduni questa settimana nella parte ovest di Beirut, specialmente nei quartieri di Basta, Nourieh, Bechara Khoury e in centro. Le fonti ? I servizi segreti e i media vicini a Saad Hariri. Le notizie sono state smentite dalle testate legate all'opposizione.

Non appena è stata diffusa la notizia, non ho potuto fare a meno di chiedere a molti amici che vivono in quei quartieri se hanno notato qualcosa. Secondo loro non stava succedendo nulla di strano. “Dì alla gente che non c'è niente da vedere”.

In risposta all'accusa pendente delle Nazioni Unite, Angry Arab se la presa con gli Stati Uniti per le imposizioni al Libano:

Il giudice del tribunale di Hariri ha ricevuto il capo d'accusa oggi. Lasciate che ve la riassuma: blah, blah, blah e poco altro. In pratica ci dicono di credere che finchè la vedova e i figli di Hariri vorranno far cadere il tribunale, gli Stati Uniti insisteranno che si vada avanti ma NON per ragioni politiche per servire gli interessi di Israele dando la colpa dei loro nemici al Libano, ma semplicemente per ragioni emotive dato che Obama, Bush, Feltman, e Hillary sono a tal punto stravolti dalla morte di Hariri–che per quanto mi riguarda non sarà mai morto a sufficenza–che vogliono davvero trovare il responsabile perchè se no non riescono a dormire la notte. Ci credo. Davvero. Così come credo che il governo di Obama appoggia i Tunisini perchè possano scegliere tra i propri leaders–dopo e non prima–l'usurpatore del loro dittatore pro Stati Uniti.

Anche Rami Zurayk su Land and People accusa gli Stati Uniti di essere dietro alle indagini delle Nazioni Unite sull'assassinio di Hariri, con l'obiettivo di distruggere la resistenza libanese (Hezballah):

Gli Stati Uniti (e la Francia) sono chiaramente dalla parte di coloro che fanno parte di Marzo 14 che sono, va detto, in generale meglio vestiti della gente del Marzo 8. L'obiettivo è quello di distruggere la Resistenza, guidata da Hizbullah, in modo che i dittatori arabi possano continuare a governare e a opprimere la gente. La Resistenza, sia nel 2000 che nel 2006, ha mostrato agli Arabi che possono ottenere ciò che vogliono. Distruggere la Resistenza è anche una precondizione per la “normalizzazione ” con Israele, come dire che Israele aiuterà apertamente i regimi arabi a controllare e opprimere la propria popolazione (un compito che a Israele riesce assai bene) ottenendo in cambio la Palestina, il petrolio e i petrodollari.

Ma l'opposizione libanese è formata da partiti settari, il che riduce l'efficacia nel raggiungimento della giustizia sociale se non addirittura la sua negazione. E quindi verso cosa ci stiamo dirigendo? Verso un altro compromesso “a la Libanaise”, sicuramente. Spero soltanto che in questo processo vengano risparmiate vite umane. Si tratta di un'epoca di negoziazioni, e di offerta di un'altenativa di giustizia sociale alla politica di parte…

Il Tribunale internazionale di Hariri, strumento guidato dal gruppo Marzo14-Israele-Stati Uniti, creato con l'obiettivo di danneggiare la Siria, Hizbullah e chiunque non piaccia nè agli Stati Uniti nè ad Israele, probabilmente pubblicherà la sentenza d'accusa contro Hizbullah in un futuro alquanto prossimo.

La blogger politica Elias Muhanna su Qifa Nabki prega il leader Hezballah Hassan Nasrallah di mantenere una posizione ferma per l'intera durata della crisi:

…permettetemi di ripetere un punto fondamentale che ho segnalato varie volte: si può dubitare che l'opposizione controlli le armi più potenti (parlando in termini retorici) in Libano? Abbiamo Hasan Nasrallah, il leader di un partito religioso e conservatore e di una milizia più forte dell'esercito che è sul punto di essere accusata dalle Nazioni Unite di aver organizzato l'omicidio del primo ministro Sunni, che sembra l'uomo politico più ragionevole, razionale e schietto del Libano. Sottolineo che io non sono d'accordo sul contenuto di quanto affermato (ossia, siamo onesti, una sorta di altro tipo di demagogia come quella di tutti gli altri ), che però sottolinea qualcosa di ovvio: Hizbullah sarebbe in una posizione ben differente in Libano oggi se non fosse per la leadership di Hasan Nasrallah. Nessun altro sarebbe in grado di riconciliare le numerose contraddizioni dell'identità di Hizbullah e di organizzare il programma in modo efficace e cattolico come ha fatto Nasrallah. Sottostimare il suo ruolo secondo me significa non comprendere in modo completo l'affermarsi di Hizbullah.

Nel frattempo, alcuni blogger stanno studiando possibili soluzioni ai sintomi di quelli che sembrano i problemi politici infiniti del Libano. The Modern Dictator fa un passo oltre, proponendo la divisione del paese in una confederazione, un ‘idea che è stata una volta sostenuta dall’ estrema destra della Christian Lebanese Forces [it] .

Per poter capire perchè il Libano si trova in questa situazione oggi, bisogna conoscerne la storia. Sapete come siamo arrivati a questo punto?

Durante l'impero Ottomano il Libano non esisteva, perchè faceva parte della Siria – ma la regione del Monte Libano ha sempre beneficiato di una certa “autonomia” in quanto differente – includeva i Maroniti (sapete i cristiani che sono governati da questo perdente[it]). Quando i Turchi se ne sono andati, il Libano e la Siria sono diventati protettorati francesi e la Giordania e la Palestina sono entrati nell'orbita britannica.

Parecchi anni dopo quell'accordo, non esisteva ancora uno stato chiamato Libano; finchè un giorno i francesi non si sono resi conto che il Monte Libano era diverso sia dal punto di vista religioso che culturale. Decisero allora di separare la Siria (il che spiega perchè la Siria sia così desiderosa di riprendersi il Monte) e crearono il Libano.

In generale, il Libano è considerato una democrazia perchè siamo costituiti da tante e diverse religioni e culture. E per quanto in tanti lo neghino: i cristiani non danno troppo peso ai musulmani e i musulmani fanno lo stesso con i cristiani, e i sunniti e gli sciiti non si prendono in considerazione. E come è possibile gestire un Paese con queste premesse?

Dunque una confederazione sembrerebbe l’ ipotesi più vicina a una possibile soluzione per il Libano. Diverse regioni sarebbe gestite separatamente e la gente sarebbe responsabile per chi elegge nei propri cantoni. L'unica cosa che mi spaventerebbe è che una volta realizzata la separazione in cantoni, i leader dei clan d'antan tornerebbero alla carica e cercherebbero di riprendere il potere nei rispettivi cantoni come fecero i loro antenati -ma è un rischio di cui ho intenzione di farmi carico.

Joseph el-Khoury in Arabdemocracy si schiera su una posizione opposta e – prendendo spunto dalla recente rivoluzione tunisina – richiama a una secolare e radicata tradizione democratica per unire il Libano e combattere la piaga del settarismo che causa le frequenti crisi:

Mi chiedono spesso quale sia secondo me la soluzione per il Libano, dato che ho lamentato a lungo la mancanza di un movimento politico in grado di farsi carico dei difetti strutturali del sistema libanese. Credo tuttavia che un lavoro profondo e duraturo spinto da chiari principi di responsabilità democratica, secolare e sociale sarebbe la soluzione vincente. Da notare che un elemento che potrebbe spiegare il successo della decapitazione del regime di Tunisi sia stata la presenza di una opposizione di sinistra secolare con un forte ascendente sulle classi medie. Il movimento islamico, anche se attivo, non appare in grado di mettersi alla testa della rivolta. Potrei però sbagliarmi e i giorni a venire potranno darci un quadro più completo.

A prescindere da quale parte dello spettro settaristico e politico libanese si appoggi, esiste un condiviso senso di disincanto e di affaticamento dell'intero sistema politico libanese. Dato che il recente conflitto ha minacciato di dividere ancora una volta il fragile Paese, molti cittadini comuni rispondono con una forte apatia al processo politico che ha causato loro solo dolore. L'ultima crisi non fa che confermare a molti libanesi che nessun partito politico sia davvero interessato ai loro problemi.

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