Serbia: I netizen discutono del suicidio di un ufficiale Usa coinvolto nei bombardamenti Nato del 1999

articolo di alo! sul suicidio del Ten.Col Harold F.

Screenshot di un articolo sul suicidio del Ten. Col. Harold F. Meyers

È evidente il motivo per cui la tragica morte del Ten. Col. Harold F. “Hootch” Meyers [en], pilota di caccia statunitense  che si è suicidato [en] nella sua casa di Santa Barbara, in California, lo scorso 12 settembre, ha avuto ampia eco nei media e nella blogosfera serba.

Secondo il quotidiano Alo! [sr, come tutti i link dell'articolo tranne ove diversamente segnalato], Meyers era uno dei piloti americani che aveva partecipato al bombardamento [it] effettuato nel 1999 dalla NATO contro la Serbia e il Montenegro. Le sanguinose statistiche pubblicate nell'articolo stimano in 3.500 civili, di cui 79 bambini, le vittime di quegli attacchi aerei, implicando una responsabilità diretta da parte di Meyer. Prima dell'attacco NATO alla Jugoslavia, il pilota aveva partecipato a operazioni nella Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, in Iraq e in Afghanistan.

Il quotidiano Kurir descrive Meyers come una persona mentalmente instabile che non riusciva a convivere con i rimorsi di coscienza e gli incubi costanti che lo tormentavano in seguito ai bombardamenti del 1999. Si era congedato da pochi mesi, dopo che gli erano stati diagnosticati un disturbo post traumatico da stress [it] e una grave forma di depressione.

Kurir pubblica le dichiarazioni degli amici di Meyers, secondo i quali da molto tempo il pilota soffriva di incubi:

Uno dei suoi amici ha dichiarato: “Sognava di continuo i bombardamenti, le urla e gli strepiti della gente e i corpi smembrati di bambini e anziani: ma la cosa peggiore era che non riusciva a svegliarsi da questi incubi. Evidentemente, quanto accaduto [aveva segnato la sua psiche]”.

Elisabeth, moglie di Meyers, riferisce che non c'era ragione di sospettare [di quanto stava per accadere]:

“Abbiamo trascorso una giornata meravigliosa insieme, stavamo pranzando e ci divertivamo, ma [Harold] era stranamente taciturno, una costante degli ultimi anni… quando siamo tornati a casa ha estratto la pistola e ha detto: “Mi dispiace, ma non ne posso più”, e si è sparato un colpo alla tempia” […].

I ricordi traumatici e le ferite ancora aperte dai tempi del bombardamento della NATO hanno acceso tra i netizen serbi un appassionato dibattito che ha spaccato in due la blogosfera: alcuni hanno esultato alla notizia del suicidio, ritenendo che il soldato meritasse questa fine, mentre altri, più cristianamente, hanno scelto il perdono.

Sul forum di  Vidovdan.org sono reperibili i post pubblicati da quanti hanno perso i propri familiari nei bombardamenti aerei della NATO.

Zoran Milenkovic, la cui figlia Sanja di 15anni è stata uccisa nel bombardamento del Ponte Varvarin, non si rammarica della morte di Meyers. Secondo lui questo suicido, così come il destino di altri soldati NATO che hanno bombardato la Serbia, sarebbe un segno di giustizia divina:

La loro coscienza si è risvegliata. Mia figlia è stata una vittima innocente, e anche io lo sono… Era un genio della matematica, e avrebbe avuto un grande futuro. Questa ferita non guarirà mai.

Milsu risponde alle affermazioni di Milenkovic:

[…] credo che la piccola Sanja non possa trovar pace, in paradiso, sentendo quanto va dicendo il padre.

Savle avverte Milsu:

[…] Non esiste dolore più grande della perdita di un figlio. Nessuno tranne quest'uomo può capire cosa si provi. Hai ragione, il suo non è un discorso da cristiano, ma è pur sempre un essere umano, e non merita simili giudizi… In questo caso sono tutti vittime degli Stati Uniti: Sanja, suo padre e il pilota…Per Sanja, è finito tutto immediatamente, mentre l'agonia del pilota è durata dieci anni e suo padre convive ancora con quel dolore.

Vladimir Veliki di Sremska Mitrovica ricorda ancora il giorno in cui, durante il bombardamento delle vicine caserme, sua moglie Ljiljana rimase uccisa da una scheggia nel retro della loro abitazione:

Io e mia figlia abbiamo assistito alla morte di Ljiljana, quando quel pilota, come un dio, ce l'ha uccisa… Stiamo ancora soffrendo, e sono passati 11 anni…Capisco, il pilota ha eseguito un ordine, ma non mi dispiace affatto del suo suicidio!… Si potrebbe definire giustizia divina o cosmica.

Milsu conclude:

Pover'uomo, si è pentito e si è ucciso, proprio come Giuda. È un peccato che non abbia trovato conforto in Cristo, come (San) Pietro.

Broker scrive quanto segue su Paluba.info:

Credo che sarebbe dovuto venire in Serbia a cercare perdono.

I nazionalisti del forum serbo Stormfront.org hanno reagito con toni vendicativi, senza far trasparire alcuna pietà per il pilota americano. Uno di loro ha concluso bruscamente che Meyers “ha avuto quel che meritava, sebbene fosse solo uno strumento. Il diavolo si è ripreso ciò che gli apparteneva!”

L'articolo pubblicato su Kurir ha provocato forti reazioni tra i lettori.

Dimitrije, il cui figlio è nato tre giorni dopo l'inizio degli attacchi NATO, ha commentato:

Per me, è del tutto irrilevante se è stato ucciso o se si è suicidato. L'importante è che uno dei carnefici dei Serbi abbia trovato la punizione che meritava.

Mrgud replica:

Capita. La giustizia è lenta, ma…

Bami chiede:

Quando sarà il turno di Blair e Clinton?

Ratko è d'accordo:

Solo lui? E su, Blair, Clinton, tutti gli altri… Cosa state aspettando?

Sandra apostrofa irritata i netizen serbi:

Vivete nel passato, ed è per questo che non c'è futuro per la Serbia! Smettetela con queste ridicole “maledizioni” religiose!

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