Brasile: censura online in vista delle elezioni

Diciamo no alla censura

Diciamo no alla censura

La blogosfera brasiliana è stata scossa il 17 giugno scorso da un palese tentativo di censura ai danni del blog Os Amigos do Presidente Lula [Gli amici del presidente Lula, pt] da parte del Pubblico Ministero Elettorale, che ha chiesto al Tribunale Elettorale Superiore (TSE) di oscurare il blog dopo che vi era apparsa un'inchiesta pubblica considerata offensiva per l'avversario alla candidatura presidenziale, José Serra [it].

Il blogger Brizola Neto aggiunge [pt] altre informazioni in linea con il suo grado di indignazione:

O Ministério Público Eleitoral passou de todos os limites em matéria de arbitrariedade e parcialidade em sua atuação neste período de pré-campanha eleitoral. Segundo o Tribunal Superior Eleitoral, a Procuradoria Eleitoral pediu a retirada do ar do blog Amigos do Presidente Lula pelo fato deste noticiar que um relatório da união de bancos suíços considera significativa possibilidade de Dilma Rousseff ganhar eleição no primeiro turno em “razão do desejo do eleitor de manter as coisas como estão e do fato de ela ser associada como candidata da continuidade”.

Ora, a mesma informação foi publicada pelo jornal O Estado de S. Paulo no dia 4 de Junho deste ano. E foi publicada porque é notícia. E se é notícia, não deve ser escondida das pessoas. E muito menos o MPE tem o direito de escolher que este site tem o direito a publicá-la e aquele outro não tem.

A atitude do Ministério Público Eleitoral é discricionária, mesmo na alegação de que há críticas a Serra.

Nel corso del suo operato in questa campagna pre-elettorale, il Pubblico Ministero Elettorale (PME) ha superato tutti i limiti di arbitrarietà e parzialità. Secondo la Corte Superiore Elettorale, il PME ha richiesto la chiusura del blog Os Amigos do Presidente Lula perchè aveva annunciato che un'indagine dell’Unione delle Banche Svizzere [it] considera che vi sia una grossa probabilità per Dilma Rousseff [en] di vincere le elezioni al primo turno, per “il desiderio dei votanti di mantenere le cose come stanno, essendo vista come il candidato della continuità”.

In realtà la stessa notizia era stata pubblicata dal quotidiano O Estado de São Paulo [pt] il 4 giugno scorso Ed è stata pubblicata perchè è una notizia. Ed essendo una notizia, non dovrebbe essere nascosta alla gente. Il PME non ha il diritto di scegliere cosa questo sito debba o non debba pubblicare.

Il PME ha agito in modo discrezionale, anche per quanto riguarda l'affermazione che la notizia contenesse critiche a Serra.

La censura nella blogosfera brasiliana è un argomento estremamente delicato. Il Brasile ha vissuto una dittatura militare brutale dal 1964 al 1985, durante la quale la censura era legale e le opinioni personali erano punite con il carcere, la tortura e a volte con la morte.

In vista delle elezioni presidenziali del 2010, l'assedio si stringe. Con la nuova controversa riforma elettorale stabilita in Brasile dal senatore Eduardo Azeredo [pt] (PSDB), i blogger dispongono ora di un campo d'azione molto limitato per analizzare le posizioni dei candidati (Global Voices ha già pubblicato in passato sull'argomento, chiedendo se sia apparso davvero sulla scena elettorale un'Internet libera [en]). In Brasile queste iniziative di controllo vengono chiamate “AI5Digital”, in riferimento al Ato Institucional Número 5 (Atto Istituzionale Numero 5, AI5) [en], creato dal regime militare nel 1968 che istituiva la censura come politica di Stato (tra altri effetti immediati).

Molti blogger sono stati censurati in passato per il loro pensiero e per essersi opposti alle opinioni dei media, come nel caso di Antônio Arles (@aarles), censurato [pt] verso la fine del 2009, o nel caso di Carlinhos Medeiros, censurato per aver criticato l'opinione tendenziosa [pt] di un giornalista collegato ai mass media, sempre alla fine del 2009.

Per quanto riguarda il caso di censura di Os Amigos do Presidente Lula, Antônio Arles su Twitter [pt] richiede che vi sia una libertà online “ampia, universale e senza restrizioni”. La sua posizione è chiara:

ABSURDO!!! Mais um blog ameaçado: http://miud.in/6Tq #censranuncamais
Enfim, tem gente realmente incomodada com a livre manifestação do pensamento por “cidadãos comuns” na Rede

ASSURDO!!! Un altro blog minacciato: http://miud.in/6Tq #censorshipnevermore
E’ proprio vero, ci sono alcune persone davvero preoccupate della libera espressione di pensieri della “gente comune” in Rete

Libertà di espressione

Luiz Carlos Azenha, dal blog Vi o Mundo [Ho visto il mondo, pt] va oltre e afferma [pt] che il TSE non capisce la blogosfera. Secondo Azenha, il TSE non è conscio dei propri limiti quando afferma che tutti quei blog che basati su un host all'estero sono sotto la giurisdizione del tribunale:

O Tribunal Superior Eleitoral quer controlar a blogosfera. O tribunal entende (entende?) que pode determinar o que é ou não é campanha antecipada na blogosfera.

O erro do TSE está em acreditar que a blogosfera pode ser engarrafada, sob o comando de Brasília. Sugiro aos blogueiros que se sentirem prejudicados — sejam do PT, do PSDB ou do PCdoB — que estabeleçam seus blogs em Santa Cruz de La Sierra, Bogotá ou Miami.

Será que o TSE tem jurisdição lá?

La Corte Superiore Elettorale vuole controllare la blogosfera. La Corte ritiene (ne è in grado?) di poter determinare cosa sia o non sia una campagna elettorale anticipata nella blogosfera.

L'errore dell TSE è di credere che la blogosfera possa essere imbottigliata sotto il controllo di Brasilia. Suggerisco ai blogger che si sentono danneggiati – che siano del PT [it] (Partito dei lavoratori), del PSDB [it] (Partito socialdemocratico) o del PCdoB (Partito Comunista) – di creare i propri blog a Santa Cruz de la Sierra, a Bogotà o a Miami.

Il TSE vi ha giurisdizione?

In risposta, Antônio Arles concorda [pt]:

@Aarles: @emerluis: É fácil censurar blogs do blogspot. Google tem escritório no BR. WP ou outros
TSE teria q recorrer a JUS d país de origem

È facile censurare i blog su Blogspot. Google ha una sede in Brasile. Per WordPress e altri, il TSE dovrebbe ricorrere alla giustizia del paese d'origine

Nell'attuale caso di censura contro i blog, lo stesso Amigos do Presidente Lula ha spiegato cosa succede [pt] in un post e, in un altro, ha mostrato tutta la propria indignazione [pt] contro l'intero caso.

Su Twitter, molti utenti hanno sostenuto il blog, come @BetoMafra [pt], @Dolphindiluna [pt], @Stalney Burburinho [pt], @emerluis [pt], @luciaorphan [pt], @Katytasv [pt], @samaronegomes [pt], @MVTVCOM [pt] e molti altri.

Blog di Dilma

Schermata del Blog da Dilma

Un altro blog nella stessa situazione è quello che sostiene la candidatura di Dilma Rousseff alla successione di Lula. Questo è il Blog da Dilma (Blog di Dilma), che è accusato [pt] di elogiare la candidata e chiedere aiuto economico per la campagna elettorale: alle accuse il blog risponde e mette in chiaro sulla sua pagina principale [pt] che solo i suoi editori sono responsabili dei contenuti del blog e che non hanno legami con alcun partito politico.

I blogger e gli utenti Twitter hanno già iniziato a organizzarsi contro quella che considerano un'assurda censura proveniente dal tribunale elettorale, sia attraverso post che ripudiano direttamente la censura [pt], sia attraverso la chiara difesa [pt] della candidata, sfidando la Corte e il PME.
Brizola Neto non considera la questione una “sfida”, bensì un diritto [pt]:

Agir em nome da lei é proteger os direitos do povo; agir contra o direito de qualquer cidadão de manifestar sua opinião, sua preferência, inclusive eleitoral, é agir contra os direitos do povo.

Agire in nome della legge significa proteggere i diritti dei cittadini; agire contro il diritto di ciascuno di esprimere la propria opinione, le proprie preferenze, incluse quelle elettorali, significa agire contro i diritti più elementari.

Movimenti contro la censura e una rete di solidarietà per la protezione della blogosfera [pt] sono stati lanciati in tutto il web, come i blog Mega Não [Mega No, pt] e Xô Censura [Addio Censura, pt]. Marcelo Branco lascia un suggerimento che incita ad agire:

@MarceloBranco: Blogueir@s e tuiteir@s, que tal organizarmos um flashmob pela liberdade de expressao na rede?

@MarceloBranco [pt]: Blogger e utenti twitter, che ne dite di organizzare un flashmob per la libertà di espressione online?
Mai più censura

Mai più censura

Questo post è stato corretto da Manuela Tenreiro.

1 commento

  • fernando fancelli

    L’enorme territorio brasiliano, che la maggioranza degli stessi brasiliani non conosce e non conoscerà mai, come e dove vivono migliaia di persone sperdute nelle lande dell’entroterra di questo paese.
    Noi conosciamo alcuni grandi centri, e nonostante tutto a San Paolo, che è una megalopoli, non arriveremo mai a conoscere tutti i sobborghi della grande periferia.
    A mio avviso, il paese da alcune decade ha investito moltissimo nella agro-industria, tutti lo sappiamo, ciò ha fatto crescere enormemente l’economia, nonostante tutti i divari e tutte le disuguaglianze economiche che gravano su gran parte della popolazione. Lula ha avuto successo politico anche perchè la sua stella ha avuto la fortuna di arrivare in un’epoca economica prolifera, subito dopo le due elezioni precedenti in cui gli eletti fecero poco o nulla, tranne la prima che apri’ le importazioni delle auto, e le ultime due gestioni, il presidente tenne in piedi la nuova moneta, il Real, mantenendo bassa l’inflazione e nulla più. Il popolo, stanco di tanti sacrifici e di pochi risultati, aprì le porte al PT dI Lula, la sua immagine è il simbolo perfetto del brasiliano, quello povero, quello che lavora sodo, e che ha molti figli, che per giunta mantiene una stretta una empatia col popolo. Ecco il successo, la parlata semplice, alla buona, che si fa capire al volo dai concittadini.
    In un certo “senso”, naturalmente ci corre molto, come Berlusconi è un grande comunicatore, brillante simpatico che sa senza sforzo agglutinare le simpatie di quelli che credono nel fare e vedono il suo esempio concreto; non di quelli che chiedono sempre favori e pretendono tutto dalle autorità, quelli valgono poco, usano la parola solo per disfattismo, non hanno ancora capito come si deve fare e comportarsi idoneamente all’opposizione; le persone che brillano di luce propria sono quelle che valgono.
    Ecco il successo di Berlusconi in un senso e di Lula in un altro, quello che li accomuna è la simpatia che attirano ognuno nella propria struttura semantica.

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