Repeating Islands, spazio collaborativo per rilanciare il multiculturalismo dell'area pancaraibica

Lisa Paravisini-Gebert

Lisa Paravisini-Gebert

Nell'ormai classico The Repeating Island (1992) [in], lo scrittore cubano Antonio Benítez-Rojo [in] ha descritto le complessità culturali e storiche dei Caraibi. Sosteneva che all'interno della “fluidità socio-culturale” e della “espressione etnologica e linguistica” dei Caraibi “si possono percepire le peculiarità di un'isola che ‘si ripete’, aprendosi e biforcandosi fino a raggiungere tutti i mari e le terre del pianeta.”

Quando nei primi mesi del 2009 Lisa Paravisini-Gebert e Ivette Romero-Cesareo, studiose di letteratura, decisero di dar vita a un nuovo blog dedicato alla letteratura, alle arti e alla cultura dei Caraibi, si ispirarono non solo al titolo del libro di Benítez-Rojo, ma anche alla sua percezione del modo di essere caraibico come spazio mentale e culturale aperto e in espansione, non circoscritto da limiti geografici. Repeating Islands, lanciato nel marzo 2009, ha attratto ben presto una vasta platea di studiosi, scrittori e artisti, oltre a semplici lettori da un capo all'altro dei Caraibi e anche oltre.

Ivette Romero-Cesareo

Ivette Romero-Cesareo

Pubblicando parecchi post al giorno (occasionalmente commentati), e interessandosi di tutto, dai libri appena usciti alle mostre, agli intrighi politici e alle problematiche ambientali, Repeating Islands è una risorsa fondamentale per mantenersi aggiornati sugli sviluppi culturali nei Caraibi e sulla sua diaspora internazionale. Grazie alla preparazione, agli interessi di ricerca e al multilinguismo delle sue autrici, il blog oltrepassa le barriere linguistiche che possono rendere difficoltoso il coinvolgimento dell'intera regione.

Ivette Romero-Cesareo, nata a Manhattan e cresciuta a Porto Rico, “si è sempre considerata un'isolana”. È docente di spagnolo e direttrice di Studi latinoamericani al Marist College [in]. Lisa Paravisini-Gebert è nata e cresciuta a Porto Rico, ed è attualmente Randolph Distinguished Professor presso il Dipartimento di Studi ispanici al Vassar College [in]. Le due studiose hanno già collaborato in passato, curando due libri su studi culturali e letteratura caraibica.

Allo scadere del primo anniversario del blog le ho intervistate via e-mail, chiedendo loro le motivazioni che le hanno spinte a iniziare l'avventura di Repeating Islands, come il blog si intersechi con gli interessi di ricerca personali, e i progetti per il futuro.

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Nicholas Laughlin: Cominciamo dall'inizio: cosa vi ha spinto a lanciare Repeating Islands un anno fa? Vi siete ispirate a blog specifici già attivi o è stato il felice epilogo di una serie di eventi?

Ivette Romero-Cesareo: Il cervello e il motore di Repeating Islands è stata Lisa, che aveva già avuto esperienze di rilievo con i blog dal punto di vista della ricerca scientifica. Si era documentata a fondo sui blog e sul ruolo che svolgono in ambito accademico. Io ero sospettosa e piena di dubbi in merito ai blog, e tra l'altro senza motivo, poiché per la maggior parte li vedevo troppo focalizzati su tematiche univoche e, a parte l’Huffington Post di respiro mondiale, li consideravo un ambito per manifestazioni (talvolta) egocentriche.

Quando Lisa mi ha proposto di condividere un blog su arte, letteratura e manifestazioni culturali di diverso tipo, ho risposto in maniera sottile ed eloquente: “Un blog?! Naahhhh!” Stavo andando verso casa e ricevetti la sua telefonata sul cellulare; ho impiegato due minuti per liberarmi dell'umore da “Bah, sciocchezze”, l'ho richiamata e le ho detto: “Ho già un nome per il blog!”. Ahimè, non era Repeating Islands.

Lisa Paravisini-Gebert: Stavo lavorando su una ricerca dal titolo “Blogueros: The Puerto Rican Nation in Cyberspace” (Blogueros: la nazione portoricana nel ciberspazio), e pensavo a come i blog siano in grado di aggregare comunità di lettori intorno a interessi e problemi condivisi, quando mi è venuta in mente la possibilità di un blog per la nostra comunità, composta di persone che condividono l'interesse per la letteratura, la cultura e l'arte pancaraibica. La reazione di Ivette alla mia proposta è stata di ilarità: sembrava inorridita, così le ho suggerito di pensarci su. Mi ha richiamato subito. La spinta decisiva è arrivata non tanto da altri blog (nonostante ne sia una lettrice incallita) ma dalla mancanza di un blog dedicato ai nostri interessi ed esigenze. Immaginavo un blog che la gente potesse leggere ogni giorno, come un quotidiano del mattino, per aggiornarsi sugli eventi culturali dell'intera regione.

NL: In che modo il blog riflette le vostre rispettive ricerche e carriere d'insegnamento? Avete la percezione che i vostri studenti e colleghi siano lettori affezionati?

IRC: Abbiamo cominciato a scrivere dei post nel marzo del 2009. Mi trovavo presso il Vassar College in qualità di docente incaricato e per scherzo confessai a uno dei miei alunni che avevo la vista un po’ annebbiata dopo aver lavorato per parecchie ore sul nuovo blog, che era diventato una sorta di ossessione. Notai immediatamente che gli studenti si fecero assai curiosi e interessati al blog, specialmente quelli appassionati di letteratura e desiderosi di saperne di più sulle culture globali. Devo ammettere la mia meraviglia di fronte al fatto che, mentre alcuni colleghi si erano dimostrati entusiasti, altri studiosi fossero completamente refrattari al nuovo blog. Forse condividevano la mia sfiducia iniziale nei confronti dei blog in generale.

Invece, sono rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere che fin da subito abbiamo ricevuto apprezzamenti e riscontri più che positivi da parte di studiosi e scrittori di chiara fama; persone di cui avevo sempre ammirato e rispettato il lavoro erano diventate nostri lettori abituali. Questi apprezzamenti sono stati la migliore forma d'incoraggiamento.

Per quanto riguarda le mie ricerche e l'insegnamento, posso dire con tutto il cuore che Repeating Islands ha svolto il ruolo di “energizzante” sotto tutti i punti di vista. Scrivo con lentezza e come ricercatrice ho un po’ la testa tra le nuvole, una che si fa distrarre con facilità dalle informazioni di contorno. Da un lato, con il blog, posso impiegare utilmente la mia inclinazione alla digressione; in questo caso le “distrazioni” hanno portato dei frutti perché ho la possibilità di acquisire parecchie informazioni in più di quanto penso di trovarne. D'altro canto, il blog mi costringe a scrivere un po’ ogni giorno, obbligandomi a sviluppare uno stile di scrittura più veloce ed efficiente. Certamente, la mia percezione di “velocità” ed “efficienza” è ben diversa rispetto a quella dei miei co-blogger.

Quello che mi diverte di quest'impegno per Repeating Islands è che ora sono assai più informata sui Caraibi e in una prospettiva più ampia. Visto che io e Lisa ci occupiamo di studi comparativi sui Caraibi, quest'attività è molto ben coordinata ai temi delle nostre ricerche e della didattica.

LPG: Il blog risponde ai miei interessi e tematiche in ambito accademico, ma anche all'intenzione di connettere queste tematiche alla politica e ai modi di pensare dell'intera regione. Per dirla con una battuta, non si tratta di un blog “personale”, in quanto poniamo attenzione a non enfatizzare sentimenti o commentari personali, ma non potrebbe essere più “personale” rispetto alle scelte di temi che riflettono gli interessi e le tematiche che ci stanno a cuore. Il nostro modo di essere, per così dire, modella il blog: dalla mia consapevolezza ambientale e ossessione per Haiti alla passione di Ivette per le nuove leve in campo artistico alla condizione femminile nella regione.

Una delle cose che mi ha sorpreso del blog, tuttavia, è quanto sia esigua la possibilità di monitorare chi siano i nostri lettori. Ho in mente un “archetipo di lettore”, una persona a cui interessa tenersi aggiornata sugli avvenimenti nell'ambito della cultura pancaraibica, e quel lettore ideale costituisce il nostro pubblico di riferimento. Tuttavia, è sorprendente che i nostri “regolari”, cioé quanti puntano direttamente alla nostra pagina iniziale, siano soltanto il dieci per cento circa dei lettori giornalieri. Il resto (un enorme novanta per cento) arriva al blog tramite ricerche che rimandano a post vecchi e nuovi. Ogni post pubblicato (e ad oggi ne abbiamo messi su oltre tremila) è potenzialmente in grado di attrarre lettori in qualsiasi momento. Tutto ciò è meravigliosamente fuori controllo. Molti di questi lettori rimangono con noi, diventando parte del gruppo dei “regolari della home page” per i quali scriviamo post ogni giorno.

NL: Repeating Islands è diventato una sorta di “spazio di compensazione” per notizie su letteratura, arte, musica, cultura generale, e ambiente caraibici: personalmente grazie al blog sono venuto a conoscenza di molti eventi di cui altrimenti non avrei mai saputo nulla. Come riuscite a stare al passo e a mantenervi sempre informate? Quanto tempo dedicate quotidianamente per l'aggiornamento e la gestione del blog?

IRC: Per essere davvero aggiornate sul maggior numero di eventi possibile e per mantenere variati i contenuti, ci lavoro su per circa quattro ore al giorno. L'impegno è alquanto gravoso, se si considerano l'insegnamento a tempo pieno e altre responsabilità in ambito accademico, così come la ricerca e la scrittura a livello personale. A volte ricerchiamo materiale per il blog correlato ai nostri progetti accademici, ma non sempre è possibile.

LPG: Sono stata fortunata ad avere un'assistente di ricerca assegnata dal mio istituto (il Vassar College) per l'attività di ricerca per il blog. Ogni sera mi manda un elenco di possibili argomenti con i link ai testi originali. Poi faccio una cernita per il post giornaliero e passo poi alla ricerca di immagini appropriate: questa, lo confesso, è una delle mie mansioni preferite riguardo al blog. Tendo a soffrire meno l'impegno di scrivere di Ivette, e così la maggior parte delle giornate dedico un'oretta all'aggiornamento dei post. Credo che ci bilanciamo una con l'altra in maniera efficace rispetto all'approccio al blog.

NL: Avete mai pensato alla versione spagnola, visto che entrambe avete radici nei Caraibi ispanici?

IRC: Sarebbe stupendo, se avessimo più tempo. Penso che il modo migliore di utilizzare le nostre capacità sia rendere disponibile in lingua inglese l'abbondanza di notizie e informazioni al momento reperibili in francese e spagnolo che non sempre riescono a circolare ampiamente se non vengono tradotte. Da ciò che ho visto, gli studiosi nei Caraibi ispano-francofoni sono spesso bilingui o trilingui per diverse ragioni. Non è sempre così per gli studiosi anglofoni, forse perché non ne hanno bisogno o per una sorta di imperialismo linguistico.

Sono stata a numerose conferenze in Paesi di lingua spagnola, francese o portoghese e ho sempre sentito le lamentele dei partecipanti anglofoni quando il dibattito avveniva in una lingua diversa dall’inglese. La cosa tuttora mi stupisce. Non ho mai visto il contrario, quando spagnoli, francesi o portoghesi partecipano a una conferenza nei Paesi anglofoni si aspettano dibattiti in inglese. So leggere il Papiamento [it] e Lisa ha un’ottima padronanza della lingua creola [it] e ciò ci consente di offrire un’ampia scelta di materiali. Proseguendo quest'attività però, mi sono resa conto dell’esigenza di imparare l’olandese e quindi sto cercando un corso intensivo così posso veramente dire di contribuire al blog da una prospettiva caraibica.

LPG: Concordo con Ivette, possiamo offrire un servizio migliore con l'inglese che è un po’ una lingua franca in tutti i Caraibi. E a dire il vero non credo riusciremmo a trovare il tempo per aggiungere nuovi idiomi. Il blog — o meglio, il nostro impegno verso i lettori che ogni giorno lo leggono — richiede un lavoro quotidiano (per esempio, non c'è mai stato un giorno senza post nuovi in un anno) ma a volte è difficile. Sarebbe davvero faticoso e complesso aggiungere una versione spagnola.

NL: La maggior parte dei post ruota attorno a un determinato articolo o un evento particolare. Pensate che il blog possa cambiare in futuro per offrire maggiori commenti o riflessioni personali o avete deciso di ridurre al minimo questi contenuti?

IRC: Sì, l’idea iniziale era di raccogliere e diffondere notizie già in circolazione. Ma capitava sempre più spesso di doverle integrare con i nostri commenti, specialmente quando non c'erano recensioni disponibili per nuovi libri, mostre, divertimenti, ecc.. Lisa tende sempre di più a proporre le proprie opinioni. Di recente ha avuto un’altra grande idea che richiede una maggiore partecipazione diretta da parte nostra, ma lascio che sia lei a parlarne.

LPG: Fin dall’inizio volevamo usare il blog per consolidare l’informazione e costruire una comunità di lettori che visitano il blog per essere aggiornati su notizie e fatti della regione. È più difficile attrarre lettori per leggere le tue opinioni e i tuoi commenti. Alle volte, quando le notizie mi sembrano proprio assurde, propongo un commento, un punto di partenza che mi piace. Penso, tuttavia, che il blog continuerà a rimanere soprattutto com'è ora, perchè sembra sia questo che vogliono i lettori.

Di recente abbiamo iniziato a lavorare sull'eventualità di proporre contenuti originali — le nostre recensioni su libri, spettacoli e arte, per esempio, e le nostre interviste a scrittori e artisti. Stiamo lavorando a questo progetto e abbiamo già preso contatti con scrittori e artisti per intervistarli. Nel giro di un mese contiamo di iniziare a pubblicarle.

NL: Qual è stata la cosa più sorprendente del lavoro sul blog?

IRC: Come sempre accade quando si fanno delle ricerche ciò che continua a stupirmi è la quantità di informazioni che ci sono in giro e il pochissimo tempo disponibile per segnalarle. Mi sembra sempre di sfiorare appena l’argomento. L’altra sorpresa è stata la crescita esponenziale dei lettori. Il numero è cresciuto enormemente da marzo 2009 quando è nato Repeating Islands.

LPG: sono d’accordo con quanto dice Ivette, l'aumento dei lettori è stato davvero notevole e rapido. La prima volta che abbiamo avuto cento lettori in un giorno volevo aprire una bottiglia di champagne. Un anno dopo quel numero è cresciuto esponenzialmente, percepisci il legame con i tuoi lettori e ti dà il senso della misura. All’inizio pensavo che il blog fosse destinato a lettori con interessi accademici come noi e quindi c’erano al massimo cinquecento persone là fuori che potevano essere seguire certi contenuti. Non ero preparata a migliaia di lettori quotidiani, e la cifra continua a crescere settimana dopo settimana. Ci emozionano sempre le mail che riceviamo da quanti hanno appena scoperto il blog e ci esprimono apprezzamento.

NL: Sapete di altri studiosi caraibici che hanno un blog o che rilanciano informazioni e conoscenza online? Perché, secondo voi, gli accademici non lo fanno?

IRC: Sì, ci sono altre istituzioni o singoli artisti, scrittori e studiosi caraibici che hanno siti web o blog decisamente interessanti, spesso li linkiamo sul blog o nei post. Ad esempio, sentiamo molto la mancanza di Caribbean Review of Books! [in] Di solito i blog incentrati sui Caraibi trattano argomenti specifici su tematiche linguistiche, geografiche e per tipologia. È difficile mantenere una visuale allargata senza privilegiare un’area geografica — Porto Rico, per esempio!

LPG: Il blogroll riporta i blog che seguiamo e leggiamo, come diceva Ivette. Secondo me è chiaro il motivo per cui non ci sono molti blog come questo — richiedono un impegno enorme in termini di tempo ed è necessario aggiornarli quotidianamente. Da avida lettrice di blog, conosco la delusione che nasce dal visitare regolarmente i tuoi preferiti, giorno dopo giorno, senza trovare nuovi post da leggere. Èstata la mia principale preoccupazione fin dall’inizio, assicurarmi che qualunque cosa accada il lettore che arrivi sulla nostra home page trovi almeno un paio di post nuovi ogni giorno. (La nostra media è di sette-otto nuovi post quotidiani). È piuttosto impegnativo perché dobbiamo prevenire e anticipare il tutto quando siamo in viaggio, quando abbiamo altre scadenze, quando la vita ci fa delle sorprese o quando ci ammaliamo.

Funziona perché siamo in due e ci accordiamo in anticipo per assicurarci che l’altra subentri in caso di esigenze personali. Quando viaggiamo prepariamo i post in anticipo. Pensiamo al blog come scadenza quotidiana sapendo che centinaia di persone guarderanno la home page come prima cosa la mattina, ed è meglio ci sia qualcosa di nuovo. È una bella sfida.

NL: Quali sono i vostri blog preferiti e le altre risorse online sulla cultura caraibica e sulla conoscenza di questa realtà più in generale?

IRC: Quelli che preferisco sono blog, giornali online o siti che trattano di arti visive quali Art Nexus [in], Harte [in], msa Xperimental Art [in], El Status [in], e blog che sensibilizzano su cause determinate quali l’AIDS/HIV o la povertà come ad esempio il Pulitzer Centre for Crisis Reporting [in]. Ma mi piace leggere anche i blog di istituzioni che stimo molto per la profondità degli articoli e il contributo alla diffusione della cultura caraibica, come La Ventana [sp] il portale informativo di Casa de las Americas.

LPG: Inizio la giornata con i blog salvati nei “preferiti” del browser. Inizio con This Is Indexed [in], il blog di Geoffrey Philps [in], o Yard Edge [in] di Karin Wilson Edmonds. Ma mi piace anche Small Axe [in] per vedere cosa c’è di nuovo.

NL: Avete accennato alla possibilità futura di inserire delle recensioni. Ci sono altri progetti in vista per Repeating Islands di cui volete farci partecipi?

LPG: fra non molto inizieremo una serie di brevi interviste con artisti (“Cinque domande con Repeating Islands“) che mettono a fuoco un'opera specifica di artisti che vivono o sono nati nei Caraibi. Siamo entusiaste di questo progetto perché pensiamo che aiuti ad evidenziare il processo creativo e mostri ai lettori l'abbondanza di talento in tutto il Paese.

Ma vogliamo anche segnalare i nuovi scrittori pubblicando stralci di testi o poesie affiancate da note introduttive o interviste. Vogliamo fare in modo che quanti arrivano qui per tenersi al passo con la realtà culturale e artistica dei Caraibi continuino a trovarla nel blog, quindi queste nuove “serie” verranno programmate in giorni specifici della settimana dimodoché i lettori sappiano quando vengono pubblicate.

Alla traduzione ha contribuito Maria Grazia Pozzi.

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