Si discute sul ritorno di pellicce e prodotti derivati da animali esotici nel mondo della moda

Per chi si era illuso che le pellicce fossero un ricordo del passato — grazie a tutto l'attivismo di movimenti verdi e per i diritti degli animali che hanno giustamente inquadrato questo crudele concetto di moda relegandolo agli emuli di Crudelia De Mon [it] — è il caso di ricredersi.

Il mese scorso, a New York, Parigi e Milano [in] si è visto un mondo della moda letteralmente “selvaggio” durante la presentazione delle collezioni autunnali. Le top model avanzavano sulle passerelle in una profusione di pellicce talmente raccapricciante per animalisti e ambientalisti da far drizzare i loro peli.

In quest'epoca in cui il surriscaldamento globale avanza e le specie animali vanno riducendosi, si potrebbe pensare che noi esseri mani stiamo recuperando il buon senso e riconsiderando il nostro modo d'agire. Invece, sembra proprio che non sia così: fuori c'è tutto un altro mondo — l'industria occidentale della moda — che approvando e impiegando pellicce e prodotti derivati da animali esotici [in] incoraggia le stragi di molte specie in pericolo.

La magnificenza di un rivenditore all'esposizione annuale di Quartzite dell'arte e l'artigianato. Immagine dell'utente cobalt123 su Flickr. Utilizzata con Licenza Creative Commons

La magnificenza di un rivenditore all'esposizione annuale di Quartzite per l'arte e l'artigianato. Immagine di cobalt123 su Flickr, ripresa con licenza Creative Commons

Solo per fare qualche esempio, si pensi al chiru o antilope tibetana [in], la cui pelliccia più soffice del ventre viene impiegata per fare gli “shatoosh” [in], cioè gli scialli più costosi del mondo, noti anche come “scialli della morte”. Servono 3 antilopi morte per fare un solo scialle, così sottile da passare attraverso un anello e ognuno può costare da 5.000 a 20.000 dollari sul mercato internazionale [in]. Non vengono risparmiati neanche i neonati e le madri che hanno appena partorito.

Secondo il WWF [in], la popolazione di questa specie si è più che dimezzata negli ultimi 20 anni e il Tibetan Plateau Project [in] imputa alla domanda di shatoosh negli Stati Uniti la carneficina di 20.000 antilopi. È allarmante sapere che, con questo ritmo, l'animale si estinguerà nei prossimi tre anni.

In un blog curato da Uma e Hurree, denominato Animal Rights India [in], gli autori spiegano che l'allevamento (sperimentato già in Islanda con le anatre per i piumini) non farà alcuna differenza per il numero di chiru in diminuzione.

Ma attenzione: quest'anatra adesso è una specie protetta e gli allevatori in Islanda utilizzano una tecnica speciale raccoglierne le piume senza far male all'uccello. Però non è certo possibile ottenere la lana dello shahtoosh senza uccidere il chiru.

E continuano dicendo:

È impossibile giustificare l'uccisione di tre stupendi animali selvatici ogni volta che si vuole far passare un'intero scialle attraverso un anello o banalità del genere. E allevarli solo per ucciderli e farne scialli?

Raja Basu, un altro blogger [in] ha spiegato:

La CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), che controlla il commercio dei prodotti derivati da specie in pericolo, ha totalmente bandito il commercio internazionale di prodotti derivati dall'antilope tibetana (compreso lo shahtoosh). Importare shahtoosh è illegale in molti paesi, Stati Uniti compresi (dove, per ironia, tali prodotti sono assai popolari nel mondo della moda). Purtroppo, nonostante l'esistenza di tali norme, il commercio di shahtoosh impazza. Le leggi non bastano. È necessaria anche una decisa protesta collettiva, a tutti i livelli, contro chiunque sia coinvolto in qualsiasi modo con il commercio di shahtoosh. Sarebbe necessaria un'enorme opera di sensibilizzazione pubblica per educare la gente comune.

I blogger occidentali stanno aprendo comunque spazi di riflessione e dibattito al riguardo.

Rachel Menashy ha scritto sul suo blog:

1. Al ristorante, la gente mangia coniglio. È coniglio allevato per essere ‘cibo’ per gente come noi (vorrei sottolineare che personalmente non ho mai mangiato coniglio e con il termine ‘noi’ intendo la gente che mangia al ristorante). Perché è giusto che il coniglio possa comparire nel menu di un ristorante e, al tempo stesso, è sbagliato indossarne la pelliccia? Quei conigli devono essere inevitabilmente scorticati per poter essere cucinati: cos'altro dovremmo fare con la pelliccia?

2. È più accettabile se si tratta di una pelliccia usata? Perché?

3. La pelliccia di coniglio è migliore o peggiore del visone? Qualcuno spiega che l'impiego di pellicce di coniglio non è tanto grave, perché i conigli non sono a rischio d'estinzione, al contrario dei visoni. E ancora, la gente tiene i conigli come animali da compagnia: e allora è più crudele indossare un coniglio rispetto a un visone?

4. Se una pelliccia è appesa in un negozio e un cliente si rifiuta di acquistarla, lo farà qualcun altro…

5. Le persone che la gente prende a modello, ad esempio Kate Moss, possono apparire con indosso una pelliccia? Lo stile di Kate viene imitato da milioni di ragazze (e donne): rappresenta un'influenza negativa?

Denise ha risposto così a queste domande :

1. Personalmente preferirei indossare coniglio piuttosto che mangiarlo. In qualche modo, l'atto di mangiare sembra meno accettabile.
2. Le pellicce usate esistono già da un po’ e sono da riciclare e io sono assolutamente favorevole al riutilizzo.
3. I visoni sono creature selvatiche e anche se la loro pelliccia è più ambita, non sono in via d'estinzione. Allora perché non indossarli?
4. Concordo.
5. Non m'importa chi sia a indossare pellicce e Kate Moss dimostra solo che si tratta di un comportamento accettabile. C'è troppa gente sul carrozzone del “no alle pellicce”. Scommetto che la maggior parte di loro mangia carne e indossa oggetti di pelle, allora dov'è la differenza?

Ma una differenza c'è, secondo Barry Williams nella sua risposta in un'altra discussione, Wearing Fur is not immoral (Indossare pellicce non è immorale), sul sito www.helium.com [in]

Se continuiamo a uccidere il bestiame per la pelle, gli alligatori per le scarpe, i daini per il camoscio, senza vedervi nulla di moralmente sbagliato, perché sarebbe immorale indossare pellicce? Considero immorale uccidere gli animali esclusivamente per indossarne la pelliccia. È davvero uno spreco, no? Oltre all'impiego della pelle, del bestiame non buttiamo via molto. La carne di manzo rifornisce le nostre tavole.

I ragionamenti che circolano in giro sono variegati, ma intanto la Humane Society for the United States afferma che il Canada farà strage di 388.200 foche groenlandiche, grige e cistofore crestate, con un incremento di 50.000 unità rispetto al 2009, a causa della domanda generale di pellicce. Il sito del Fur Council of Canada mostra stili e personaggi famosi che fanno da modelli per le pellicce, in quella che descrive una tendenza della moda 2010.

E purtroppo, negli Stati Uniti e in gran parte dell'Occidente, che dettano le tendenze della moda globale, le leggi non sembrano sufficienti a frenare l'avidità. Secondo l’International Fur Trade Federation Blog [in]:

… Il ribaltamento dell'atteggiamento verso le pellicce può essere attribuito a “cambiamenti nel commercio delle pellicce, ad esempio l'iniziativa che prevede una certificazione d'origine riportata sull'etichetta della pelliccia, a garanzia della provenienza da paesi dotati di norme per la tutela degli animali”. Ciò dimostra che gli sforzi e le iniziative del mercato delle pellicce volti a confutare vecchie idee preconcette del settore sono state notate: siamo un'industria trasparente e ben regolamentata, sosteniamo elevati standard di benessere degli animali e accogliamo con favore la fiducia e il sostegno degli stilisti di moda e della stessa Commissione Europea, che recentemente ha riconosciuto l'importanza dell'etichetta con la certificazione d'origine.

Gli stilisti, tanto corteggiati dai commercianti di pellicce, si dicono “sicuri” [in] nell'impiego di pellicce per le quali è stata accertata l'umanità della filiera di produzione. Ma non sarà una sicurezza basata sull'assenza di indagini o conoscenze? L’Endangered Species Handbook ricorda [in]:

Nel 1995, il grande negozio di lusso di New York Bergdorf Goodman pubblicizzava lo shahtoosh come un tessuto “regale e raro”, facendo affermazioni scorrette riguardo alla lana, ottenuta dallo stambecco di montagna del Tibet, che “perde il suo sottopelo strofinandosi contro alberi bassi e cespugli” dove viene raccolta da pastori locali (Schaller 1998).

E se le randellate ai piccoli di foca [in] e la mattanza di chiru, madri e neonati [in] sarebbero “umane”, è triste vedere a cosa si è ridotto il significato del termine “umano” e cosa siamo pronti a perdonare in nome della “moda”.

3 commenti

  • angela zambon

    Io credo semplicemente che vestirci e mangiare come i preistorici nel 2010 sia abominevole. non ho altro da aggiungere

  • IL CAPITALISMO E IL BENESSERE,DONANO UNA REALTA’DELLA VITA DISTOLTA FALSA.IL RISPETTO DELLA NATURA E LE SUE REGOLE, NON COINCIDE CON I NOSTRI VALORI .QUANDO LE REGOLE VENGONO INFRA NTE,SUCCEDE CHE IL DENARO PRENDECAMPO,L’UOMO NON SI RICORDA DELLA SUA ORIGINE,SFRUTTA IL PIU’ POSSIBILE QUELLO CHE MADRE NATURA OFFRE, ATTRAVERSO LA STAMPA,LA TELEVISIONE, SI SVILUPPANO SPOT PUBBLICITARI,CHE SFRUTTANO E NON RISPETTANO LA NATURA ANIMALE ED UMANA. GRANDI MARCHE CHE FORNISCONO ,ALIMENTI PER CANI E GATTI, DONANDO UNO SCHIAFFO MORALE A VITTIME DI CATASTROFI NATURALI, DOVE GLI AIUTI UMANITARI ,PIOVANO DAL CIELO COME BOMBE,MADRI DISPERATE DERISE DA QUESTO MONDO IPOCRITA . IL POLLO ALLA PROVENZALE PER IL GATTO ,MI REGALA UN SENSO DI DISGUSTO PER QUESTA SOCIETA’.

  • […] chiru, l’antilope tibetana. Global Voices in italiano (e in particolare Maria Elena Martino) traduce un post di Sonam Ongmo che fa una panoramica di opinioni sull’utilizzo delle pellicce di animale, […]

unisciti alla conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.