Blogger africani denunciano l'ingerenza francese in Gabon, Mauritania e Madagascar

Le recenti esplosioni di violenza in Gabon e Madagascar, e il contestato risultato elettorale in Mauritania, hanno gettato benzina sul fuoco per quanti sono convinti che l'influenza francese continui a pesare enormemente nell'arena politica delle ex colonie africane, dove il Paese europeo mantiene ancora ampi interessi economici e politici. Quest'idea è spesso definita col nome di Françafrique [in].

Le elezioni presidenziali in Gabon [in] hanno ricevuto accuse di brogli, mentre è stato dichiarato vincitore Ali Bongo, figlio del Presidente recentemente scomparso Omar Bongo. Le violenze seguite alle elezioni [in] hanno portato all’assalto incendiario al consolato francese di Port-Gentil [in], città dove hanno sede anche gli uffici dell'azienda petrolifera francese Total.

In Madagascar, i promettenti colloqui di pace avviati a Maputo da un gruppo di mediazione internazionale si sono arenati e ieri una manifestazione di protesta è stata duramente repressa dal Governo di transizione. Nella capitale Antananarivo alcuni manifestanti sono stati visti molestare i vazaha [ml] (gli stranieri) nei pressi dell'hotel Glacier, mentre l'esercito ha interrotto [fr] le dimostrazioni contro la formazione di un nuovo governo che non include tutti i partiti politici [in], come invece concordato durante le trattative di pace a Maputo.

In Mauritania, invece, il Generale Mohamed Ould Abdel Aziz [in], salito al potere un anno fa grazie a un colpo di Stato, si è visto legittimare da un'elezione considerata fraudolenta [in] dai suoi oppositori. E i mauritani si domandano perchè sia stata proprio la Francia uno dei primi Stati a riconoscere [fr] il risultato elettorale.

Il concetto di Francafrique [in] è tanto ampiamente condiviso che nel gennaio 2008 l'ex Segretario di Stato per lo Sviluppo d'Oltremare, Jean-Marie Bockel [in], dichiarò l'intenzione di “voler firmare il certificato di morte della Françafrique” [fr].

Le agiate condizioni di vita di cui godono i leader africani in Francia sono state ben documentate. La mappa delle proprietà immobiliari [in] di Parigi intestate ai dittatori africani, pubblicata da Rue89 [fr] la dice lunga sul fatto che la presa di distanze della Francia da tali dittatori sia più formale che reale. L'ONG cellule Francafrique [fr] elenca nei dettagli le prove a sostegno del concetto di Francafrique con dei reportage [fr] e alcune foto su Flickr.

A questo proposito, vari blog malgasci e francesi non hanno perso tempo a far notare come l'ambasciatore francese Chataignier sia stato il primo rappresentante straniero a incontrare Rajoelina [fr] il giorno dopo il colpo di Stato [fr] in Madagascar. Il blogger malgascio NJ pubblica un link al video seguente [fr], che prova a spiegare come funziona la politica del Francafrique in Madagascar:

Uno dei motivi per cui i blogger parlano tanto spesso del coinvolgimento francese nelle questioni interne del Madagascar riguarda le potenzialità di estrazione petrolifere nella regione del Bemolanga. La Total ha acquistato il 60% della proprietà territoriale del bacino, e prevede di estrarre 180.000 barili al giorno per oltre trent'anni [in]. La Reuters riferisce che la riserva di Tsimimoro potrebbe finanche fruttare 1,7 miliardi di barili [in].

Il costante risentimento nei confronti delle azioni francesi per ciò che viene percepito, a torto o a ragione, come un continuo intrufolarsi nello sviluppo africano ha talvolta assunto carattere violento [it].

Tuttavia il blogger malgascio Vony propone un'alternativa all'ostilità verso i cittadini francesi come atteggiamento anti-Francafrique. Vony scrive una lettera aperta ai cittadini francesi residenti in Madagascar [fr]:

On dit que vous, Français, venez du pays des droits de l’Homme

Mais on sait aussi que vous vivez désormais dans un pays où la terreur règne,

Parce que Madagascar est aussi une partie de votre histoire, nous vous demandons

solennellement de nous soutenir et nous aider à retrouver notre dignité de

Malgaches et notre fierté de vivre sur cette île [..] Nous Malgaches au pays, en France et à l’étranger faisons appel à votre solidarité envers votre peuple ami et à votre foi en la démocratie et le respect des droits de l’Homme.

Parce que vous êtes aussi menacés par l’avenir sombre et désastreux qui nous guettent tous, , ne détournez pas les yeux mais tendez nous la main pour mieux dénoncer ce que vous ne toléreriez pas dans votre propre pays!

Si dice che voi, francesi, veniate dalla terra dei Diritti Umani

Ma sappiamo per esperienza che vivete anche in un Paese (il Madagascar) dove regna il terrore,

Dal momento che ora il Madagascar è parte anche della vostra storia, vi chiediamo aiuto per ridare dignità e orgoglio alla nostra isola […]. Noi malgasci ci appelliamo al vostro senso di solidarietà verso un Paese amico, e alla vostra fede nella democrazia e nel rispetto dei diritti umani. Poichè anche voi siete minacciati da un futuro oscuro, non distogliete lo sguardo ma veniteci incontro nel denunciare ciò che non tollerereste neppure nel vostro Paese.

Tahina parla delle violenze del giorno precedente, e di come le abbiano fatto tornare alla mente ricordi traumatici [in]:

Il mio autobus passa da Piazza 13 Maggio, un punto caldo, se non il più caldo, dopo Parco Ambohijatovo. E la domanda logica, posta al conducente prima di salire sull'autobus, è: “Va ad Analakely?”, “Sì, signore”. Lungo la strada noti cose anormali, gruppi di persone in un posto, traffici sospetti, tendi l'orecchio per origliare le conversazioni altrui. Tiri fuori il cellulare e provi a chiamare qualcuno che dovrebbe trovarsi in centro per sapere se sta bene, e gli chiedi cosa vede intorno. Tutto ciò mi ricorda cose brutte. Cose che probabilmente vivrò ancora in futuro.

Dal Gabon, il blogger malgascio Harinjaka, che al momento vive a Libreville, scrive delle possibili prove di brogli che avrebbero portato Ali Bongo alla vittoria [in]:

Delle schede raffigurate in quest'immagine [fr], quella a sinistra è autentica, mentre quella a destra è stata contraffatta. La differenza è piuttosto evidente: quella a sinistra è stata stampata dopo che venisse appiccicata la foto, mentre la foto a destra non è stata stampata assieme al pezzo di carta, il che significa che può essere modificata – e quindi, che più persone possono votare usando la stessa scheda elettorale.

Ecco di seguito il video di una donna del Gabon che accusa la Francia di essere direttamente responsabile delle elezioni truccate da Bongo:

Dichiarazioni di questo tipo, in occidente vengono spesso liquidate come semplici teorie cospirative. Purtroppo, visti i recenti tumulti in Gabon, Mauritania e Madagascar, la Francafrique appare sempre più palusibile p blogger e cittadini africani.

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