Bolivia: attenzione a truffe e raggiri a El Alto

In Bolivia non è raro cadere vittima di frodi. I truffatori ne inventano di tutte pur di rubare denaro a qualcuno, colpendo spesso le vittime quando sono più vulnerabili: per esempio, quando sono di fretta o da sole. Per descrivere questi trucchi volti a estorcere soldi o altri beni materiali è stata coniata un’espressione, “El cuento del Tío”, che tradotta suona pressappoco come “La storiella dello Zio”, con riferimento a un parente o alla divinità delle gallerie minerarie [in].

Due blogger di El Alto raccontano le proprie esperienze: una è stata raggirata, l’altra invece si è resa conto in tempo di cosa stava succedendo. Entrambe sperano che grazie alla loro testimonianza nessun altro venga ingannato.

Nancy Condori di El Chairo narra quanto accadutole mentre si trovava in viaggio con la madre [sp]. Entrambe hanno abboccato a una storia convincente:

Al promediar aproximadamente las 8 de la noche, nos encontrabamos en la terminal de el Alto en busca de una Flota con destino a Potosí ,en vista de que mi madre se dedica al comercio y entre tanto lleva mercadería al lugar ya mencionado; entonces, como era un dia de demanda de pasajeros no había flota disponible para transvordarla,tanta era la desesperación de viajar supongo que el antisocial se dió cuenta y se acerco a nosotras ofreciendonos llevarnos, indicando de que venía de la terminal de la ciudad una flota vacía y que podía cargar toda la mercadería afirmando que era ayudante te una linea de buses X, pero a cambio teníamos que adelantarle para reservar espacio, bueno mi madre le adelanto un monto considerable para tal hecho. Sin embargo nosotras no fuimos a la oficina de tal empresa para serciorarnos de que ese tipo pertenecía al personal, hasta que llego tal flota a la parada, mi madre se subio tranquila y yo le dije al ayudante que estaba cargando en ese momento las maletas suba mis bultos pero, el me dijo su boleto y le dije le page al otro ayudante, no existe ningun otro ayudante respondió, me quedé asustada y mi madre al percatarse de tal situación hizo un escandalo porque el muchacho que le cobró ya no aparecía en esos momentos, no sabíamos que hacer talvez es culpa nuestra por confiar y no aserciorarnos de que era cierto de lo que decía ese muchacho ladrón y no pudimos rescatar tal dinero fue una estafa que podíamos evitar si hubiésemos comprado los boletos de la boleteria.

Verso le 8 di sera eravamo nella stazione di El Alto in cerca di un autobus diretto a Potosí, dove mia madre, commerciante, talvolta porta alcune merci da vendere. Siccome quel giorno c'era molta gente in viaggio, non trovammo nemmeno un posto disponibile. Il truffatore deve aver notato la nostra disperazione e, avvicinatosi, ci ha offerto un passaggio. Ci disse che stava per arrivare un autobus vuoto da La Paz e che avrebbe potuto caricare tutta la mercanzia, assicurandoci di essere un dipendente dell'azienda dei trasporti, ma dovevamo dargli un anticipo così da prenotare i posti. Mia madre accettò, consegnandogli una somma considerevole. Purtroppo non ci siamo recate all'ufficio dell'azeinda per accertarci che costui fosse davvero un impiegato. All’arrivo dell’autobus mia madre vi salì tranquilla e io dissi all’addetto che caricava i bagagli di occuparsi anche dei miei. Mi porse il biglietto da comprare, e quando lo informai che avevo già pagato il suo collega, mi spiegò che non c’era un altro dipendente. Rimasi sconvolta, e mia madre una volta resasi conto della situazione ha preso a far casino ma l’uomo che avevamo pagato era scomparso e non sapevamo che fare. Forse la colpa è nostra che ci siamo fidate senza verificare quanto ci aveva raccontato il ladro. Non siamo riuscite a recuperare i soldi. Avremmo potuto evitare di essere truffate acquistando i biglietti alla cassa.

Marisol Medina di Lengua, Cultura y Sociedad si è insospettita quando ha capito che la cosa era troppo bella per esser vera [sp]:

Estaba en la ceja de la ciudad de El Alto esperando a unos amigos para ir a pasear por alguna extraña razón llegue temprano, y como era domingo no había mucha gente. Me encontraba sola y de pronto se me acerca dos mujeres que afirmaban ser de la empresa COCA COLA y que estaban entregando premios. Bueno la señora me da un calendario con dos papeles envueltos y me dice que los abra para ver que me gane (lo mas increíble era lo rápido que hablaba esta señora, realmente te confundía). Abrí el primer papel y según ella me gane 10 bolivianos yo me alegre luego me ice que abra el segundo papel y lo hice me gane 15 camisetas las cuales, según ella, debía recoger en la empresa con mi carnet de identidad. Lo siguiente que paso es que ella me dice que le tengo que dar 100 bolivianos si quiero ganarme mas premios y ahí fue cuando me di cuenta del engaño hice una mueca con mi cara la cual no pude disimular y la señora me pregunta que me pasa y yo le dije que nada. Bueno la señora sigue y me pregunta si quiero ganarme más premios, y yo le dije ¡NO! Me pregunta por mi celular y yo le seguí respondiendo ¡NO! Las dos señoras se apuraron y se marcharon llevandose los 10 pesos que me había ganado. Creo que se dieron cuenta de que yo ya me había dado cuenta de su artimaña

Mi trovavo nella Ceja [letteralmente “sopracciglio”, è il quartiere centrale della città] di El Alto, in attesa di alcuni amici con cui avevo appuntamento. Per qualche strano motivo ero giunta in anticipo, ed essendo domenica non c’era molta gente in giro. Ero da sola quando mi si fecero incontro due donne che affermavano di lavorare per la COCA COLA e che stavano assegnando dei premi. Una di esse mi porse un calendario con due fogli arrotolati, dicendomi di aprirli per scoprire cosa avevo vinto (era incredibile la velocità con cui parlava, ti stordiva). Dispiegai il primo foglio e dise che avevo vinto 10 bolivianos [circa 1€], e ovviamente me ne rallegrai. Dopodiché mi fece aprire l’altro e mi annunciò di aver vinto 15 magliette che, stando a quanto aggiunse, dovevo ritirare presso la sede dell’azienda presentando la mia carta d’identità. Quindi mi spiegò che, se volevo vincere altri premi, dovevo darle 100 bolivianos [circa 10€]. Fu allora che mi resi conto dell’imbroglio. Dato che non riuscii a dissimulare una smorfia, mi chiese se c’era qualcosa che non andava: le risposi che non era niente. Lei allora riprese a chiedermi se volevo altri premi, e io le risposi NO! Mi chiese il numero di cellulare, e io ancora le dissi NO! Le due donne a quel punto desistettero e se ne andarono con i soldi che in teoria avevo vinto. Credo abbiano capito che mi fossi resa conto della truffa.

Questi tentativi di frode sono all’ordine del giorno in ogni grande città boliviana, e se ne vedono di tutti i colori. Si spera che le esperienze così condivise delle due blogger possano evitare in futuro ad altri di essere raggirati.

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