Americhe: le reazioni della blogosfera al Summit di Trinidad e Tobago

Il tanto pubblicizzato [it] Quinto Summit delle Americhe si è concluso con l'adozione della Dichiarazione di impegno di Port of Spain [in] – benchè con un solo firmatario – il Primo Ministro della nazione ospitante [in], Trinidad e Tobago, il quale ha presumibilmente firmato per conto di tutti i leader partecipanti [in]. Per molti questo è un chiaro segnale della mancanza di unanimità [in] riguardo la dichiarazione finale [in], poco sorprendente visti i differenti programmi [in] delle 34 nazioni partecipanti [in]. I blogger sono stati veloci nel pubblicare le loro impressioni [in] riguardo l'evento durato tre giorni.

SULL'AMERICA LATINA
Guyana Providence Stadium [in] ritiene che “l'evento sia stato ben organizzato”, mentre dalle Barbados Cheese-on-bread! [in] fa notare che:

Il Presidente del Nicaragua, Daniel Ortega Saveedra, sta già causando qualche buco nella politica estera degli Stati Uniti; Obama dovrà lavorare parecchio per convincere i leader di questa parte della regione.

Il connazionale Bajan Dream Diary [in] è stato contento nel vedere il Presidente degli USA rimanere calmo nonostante l'offensiva “niente guanti, nessun ostacolo” da parte dei leader Latino Americani :

Ringraziando sarcasticamente il Presidente Ortega per non averlo biasiamato per cose accadute “quando avevo quattro anni”, Barack Obama ha preso la parola come terzo relatore in qualità di Presidente degli Stati Uniti. Affermando la sua serietà nell'“aprire un nuovo capitolo” nelle relazioni del continente, mettendo in guardia sul fatto che i problemi e il progresso potrebbero bloccarsi se gli Stati rimangono su posizioni stantie. Così facendo, ha superato gran parte degli interventi dei presidenti de Kirchner e Ortega, dichiarando di essere venuto al Summit non per discutere sul passato, bensì del futuro. Il Presidente Obama ha promesso una nuova collaborazione, senza partner superiori e inferiori, ma dove si lavora insieme per condividere la prosperità.

SU CUBA
Anche Cuba era ai primiposti dell'ordine del giorno – non solo per i delegati, ma anche per i blogger [in]. Bajan Dream Diary [in] continua:

Riguardo Cuba, il Presidente Obama ha detto che cerca un “nuovo inizio”, affermando che ci vorrà parecchio per annullare la sfiducia accumulatasi. Rispetto alla rimozione, avvenuta la settimana precedente, di alcune restrizioni riguardo Cuba, Obama ha detto che la sua amministrazione è pronta a collaborare con Cuba su diverse questioni, dalla libertà di espressione ai diritti umani.

Il blogger cubano espatriato Uncommon Sense concorda sul fatto che “il Presidente Barack Obama ha ragione su due cose [in]: la politica americana degli ultimi 50 anni non ha portato la libertà a Cuba”:

Con Obama, l'obiettivo della politica americana rimane lo stesso, ed è benvenuto. Nulla che abbia detto o fatto riguardo Cuba finora ha portato qualcuno a pensare che stia abbandonando la causa della libertà per Cuba.

Si spera che le sue tattiche diverse portino ad un diverso risultato.

Tuttavia 26th Parallel [in] avrebbe preferito vedere [in] dal Presidente degli Stati Uniti [in] “un pò più del stile da Cowboy e un pò meno dell'Obama super-calmo di fronte a leader del calibro di Lula, Bachelet, Ortega e Chavez che non sembrano capire l'intero concetto del dissidente cubano”:

Avrebbe potuto menzionare per nome persone come Oscar Elias Biscet e Antunez. Avrebbe potuto collegare le loro tragiche storie in modo che il mondo capisse…sicuramente, ciò avrebbe fatto cadere la preziosa aureola di Obama agli occhi di molti dei partecipanti al Summit. Considerando i veri leader presenti, tuttavia, non sarebbe stato male. Obama ha l'attenzione del mondo e un grande palcoscenico dove esprimere i propri punti di vista. Peccato che non abbia colto questo vantaggio per difendere i veri combattenti per la libertà.

Ninety miles away…in another country [in] ha detto che “il tenore complessivo del discorso [del Presidente Obama] mi ha lasciato davvero un sapore metallico”:

Confesso che per la prima volta in vita mia ho provato vergogna per il mio Paese nel vedere il mio presidente umiliarsi di fronte a persone come Hugo Chavez, Daniel Ortega e simili. Forse se non fosse stato seduto ad ascoltare la tiritera di quest'ultimo per 50 minuti, non sarebbe stato così male. Lo dubito.

A onor del vero, ha ricordato a queste nazioni le loro responsabilità. E, sì, il nostro comportamento verso del continente è stato ben poco stellare. Anche se niente di quello che abbiamo fatto eguaglia quello che questi paesi hanno fatto a loro stessi, a quello che gli uomini in quella stanza, così come l'elefante in salotto, sono al momento impegnati a fare alle loro nazioni. Vedere il Presidente degli Stati Uniti, equiparare gli Stati Uniti, Costa Rica e altri come Cuba, Venezuela, Bolivia non è solo illusorio ma anche vergognoso.

Su Havana Times [in] Circles Robinson nota il significato del fatto che:

Hugo Chavez del Venezuela ha approfittato del Summit americano a Trinidad e Tobago per dare ad Obama una copia del libro di Galeano: ‘The Open Veins of Latin America’ come un modo per riassumere la storia della colonizzazione europea e successivamente il predominio statunitense nel continente.

Il Summit delle Americhe a Port of Spain sta fornendo un forum al presidente USA per ascoltare il coro dei leader latinoamericani e caraibici che lo incoraggiano a cambiare il corso della storia ponendo fine al mezzo secolo di blocco USA contro Cuba e ricucendo le relazioni con l'isola caraibica.

Along the Malecon [in] dà un'occhiata ravvicinata all'incontro Obama/Chavez:

Avvicinarsi ad Obama è stata una mossa astuta e calcolata. Chavez si è mostrato come qualcuno che vuole fare pace, risolvere ogni divergenza con gli Stati Uniti. È una mossa positiva.

Ma Chavez e Obama hanno alcune differenze inconciliabili: Chavez è deciso a convertire il Venezuela in uno Stato socialista. Obama non è un socialista, a prescindere da quante volte Fox News e Rush Limbaugh lo ripetano.

Chavez ha le proprie motivazioni politiche. Non pretendo di sapere quali siano, ma la mia ipotesi è che abbiano a che fare con Cuba così come con il Venezuela. Quando Chavez ha stretto la mano di Obama, potrebbe aver trasmesso un messaggio di riconciliazione da Cuba, e forse dallo stesso Fidel Castro.

I blogger cubani dall'estero non sono gli unici ad aver valutato le prestazioni dei propri leader. Secondo Vexed Bermoothes [in], dalle Bermuda, nonostante il fatto che “il soggetto principale della discussione al Quinto Summit delle Americhe sia stato Cuba, Cuba, Cuba e forse un pò i paradisi fiscali”, il Premier Bermudiano avrebbe fatto bene a menzionare “le accuse mozzafiato di corruzione e cattiva amministrazione nelle isole Turks e Caicos”:

È preoccupante che il Premier abbia partecipato a un evento tanto importante, e questo è tutto ciò che ha da offrire.

SU TRINIDAD E TOBAGO
I blogger della nazione ospitante, tuttavia, sono stati di gran lunga i più vocali sull'evento. Molti hanno rilanciaot le proprie riflessioni sul Summit Twitter Channel [in] e ne hanno seguito gli sviluppi su Facebook [in]. Trinidad and Tobago News Blog [in] ha pubblicato in continuazione riassunti quotidiani [in] dei maggiori resoconti più importanti [in] diffusi dalle testate tradizionali [in], mentre il giornalista Raffique Shah scrive sul blog:

Ciò che ho trovato di cattivo gusto sulle esagerazioni dei media prima del Summit è stata l'attenzione su Chavez e il Presidente Barack Obama a discapito degli altri leader.

Lula de Silva del Brasile è, per me, forse il presidente più importante presente al Summit. A parte il fatto che la sua nazione si appresta a diventare una potenza economica globale nel prossimo futuro, comprende anche quel che viene descritto come ‘il polmone della Terra’, la foresta Amazzonica.

A proposito delle testate tradizionali, Media Watch [in] ha pubblicato due post con i commenti degli spettatori riguardo la qualità deludente dei resoconti sul Summit.

Trin [in] non può non notare la differenza tra i politici locali e il “cambiamento in cui crediamo“ di Obama:

Che cosa speriamo di ottenere noi cittadini del Trinidad dalla visita di Obama? Sarei contento se l'impegno di Obama di servire la gente del suo Paese, la sua intelligenza, le sue idee riguardo uno sviluppo sostenibile e se il suo senso di giustizia venisse trasmessi al nostro Primo Ministro, affamato di potere, e al suo gruppo di stupidi.

Non so quanto la gente comune possa beneficiare dall'incontro tra Obama e Manning, ma come leader del mondo libero, spero davvero che l'influenza di Obama ispirerà il prossimo leader del nostro Paese a migliorare e portarci quel cambiamento di cui abbiamo disperatamente bisogno.

The Undisputed Truth [in] pubblica una serie di di post [in] focalizzati sulle sue impressioni giorno per giorno, alcune delle quali includono i seguenti “momenti salienti”:

PRIMO GIORNO
Come previsto, l'intero Summit è stato offuscato dal desiderio assetato di sangue dei media per un ‘confronto’ tra Obama e Chavez.

Cose ‘Buone’ uscite dal Summit :
* Trinidad e Tobago non si è messo in ridicolo
* Hugh Chavez e Barack Obama ora sono amiconi
* Con la CIA, i Servizi Segreti, FBI, molte zone chiuse, probabilmente gli abitanti di Port-of-Spain sono più al sicuro di quanto lo saranno mai nella vita.

SECONDO GIORNO
* Molti dei leader Latino-Americani sembravano un gruppo di ragazzine a un concerto dei Jonas Brothers quando hanno circondato Obama per le foto
* Il Presidente della Bolivia, Evo Morales, è uscito con grande determinazione questa mattina e ha convocato una propria conferenza stampa dove ha criticato l'esclusione di Cuba dal Summit, ha parlato di diritti umani e ha criticato Barack Obama e le politiche USA.
* Dennis Mc Comie, portavoce del Segretariato Nazionale, si è auto-ridicolizzato chiedendo alla conferenza stampa del presidente boliviano (nel mezzo del suo discorso tutto fuoco e fiamme su questioni concrete) la sua opinione riguardo…lo spettacolo culturale alla cerimonia d'apertura del Summit.
* I leader caraibici hanno parlato degli aiuti ad Haiti, il Paese più povero dell'emisfero occidentale.

Wow, un pò d'azione.

TERZO GIORNO
300 milioni di dollari dopo : sorrisi, strette di mano, foto, risate e nulla di fatto.

* L'ultimo aggiornamento è che qualche nazione ‘adotterà’ la dichiarazione senza però ‘approvarla’. In altre parole, non abbiamo neanche la conferma che i leader siano davvero d'accordo e si impegnino nei ‘conseguimenti’ campati in aria e praticamente inutili del Summit…adottare praticamente significa “ok, bene” ma senz'alcun impegno. Sono abbastanza sicuro che si poteva fare al telefono o mentre si andava al bagno senza dover organizzare un summit.
* Il Primo Ministro Patrick Manning è rimasto turbato dopo che un giornalista straniero gli ha chiesto se fosse stato Hugo Chavez il responsabile della pianificazione del Summit. Apparentemente l'accesso agli incontri tra i leader, a parte le foto Chavez/Obama, sono state estremamente limitate. Manning ha risposto citando la Bibbia, dicendo in sintesi che il Summit riesce meglio senza lo ‘scrutinio pubblico’. L'ultima volta che ho controllato, il Summit doveva essere, almeno a livello accademico, sostanzialmente a beneficio del pubblico. Come può quindi riuscire meglio senza l'accesso libero per i media?
* È stato poi chiesto al primo ministro Manning, da un reporter delle Barbados, come intende rispondere a critiche come la mia, secondo le quali il Summit è troppo costoso. Manning ha risposto che nessun costo è eccessivo perchè il Summit sarà benefico per gli investimenti, e che ‘gli occhi del mondo sono puntati su Trinidad’. Manning ha insomma dichiarato ufficialmente che gli sta bene spendere tutti i soldi possibili per dei miglioramenti estetici in modo che il Paese sembri bello ‘agli occhi del mondo.’

L’ anti-climax del Summit (l'adozione – più che l'approvazione – della dichiarazione) ha portato subito i blogger locali a usare l'umorismo [in]: come dicono a Trinidad e Tobago, “se ridi, finirai per piangere”. The Secret Blog of Patrick “Patos” Manning [in] (un finto blog del Primo Ministro del Trinidad e Tobago) ha proclamato che la decisione di ospitare il Summit era tutta dovuta al “bottino”:

Ho sentito girare delle voci per cui dei tipi anti-patriottici starebbero dicendo che l'unica ragione per cui ho trascinato questo Paese nell'ospitare un Summit multi-milionario è per esaltare il mio ego. È vero che il mio ego non si stia lamentando, ma questi scettici potrebbero sapere che il vero motivo per cui ho deciso di tirar su questo pandemonio sono in realtà i doni che riceverò dagli altri 33 capi di governo che parteciperanno all'incontro.

L'anonimo blogger è stato anche assai attivo su Twitter [in].
B.C. Pires [in], residente nelle Barbados ma nato a Trinidad, ha diffuso le proprie personali su “La conferenza stampa del Presidente Obama dal tetto dell'Hilton Trinidad”, mentre This Beach Called Life ha pubblicato un'altra annotazione fittizia nel diario del Presidente Obama:

L’ Hyatt sembrava un hotel e con tutto il parlare nei blog di quegli alti edifici, sono rimasto deluso. L'ho menzionato al signor Manning che inzialmente è sembrato offeso, ma poi mi ha offerto una tazza di zuppa di grano. Ho rifiutato perchè non potevo facilmente identificare tutti gli oggetti galleggianti e il protocollo di sicurezza richiede che il Presidente identifichi ogni cosa che mangia.

All'inzio del suo intervento il Primo Ministro era emozionato, ma poi ha acquistato sicurezza dopo aver offerto al signor Morales una tazza di zuppa di grano, probabilmente la stessa tazza che io ho rifiutato. Comincio a sospettare che abbia organizzato questo Summit solo per offrire zuppa di grano. Il Primo Ministro si è riferito a me come ‘della mia specie’ e sono quasi svenuto quando lo ha detto. Non so se si rifeva a nero, intelligente, carismatico, bello o diffidente delle zuppe. Forse intendeva tutti questi aspetti. Comincio a chiedermi come ‘la sua specie’ possa essere stato eletto.

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