Rep. Dem. Congo: nuovi massacri, media distratti

Mentre sembrano essersi placate le le ostilità nel Nord Kivu [it] che finora hanno costretto 250.000 persone ad abbandonare le proprie case, giungono ora notizie di massacri in un'altra area del Paese. Ne sarebbe responsabile la Lord's Resistance Army (LRA) [it], gruppo ribelle ugandese nella regione di Haut-Uélé, nel Congo nordorientale, nei pressi del confine con il Sudan. Gli attacchi sarebbero una risposta alle recenti operazioni lanciate contro le basi della LRA nei paraggi del Garamba National Park [en] dalle forze militari di Uganda, Sud Sudan e Congo. Secondo la ONG Caritas [in], dal 25 dicembre sarebbero 400 le persone uccise nelle città di Faradje, Duru, Bangade, Gurba e Doruma.

Il direttore della Caritas di Dungu-Doruma afferma che i ribelli ugandesi avrebbero attaccato il giorno di Natale, durante un concerto organizzato dalla locale chiesa cattolica. Secondo il direttore, i ribelli sarebbero tornati il giorno dopo per completare il lavoro. A suo dire in quei due giorni sarebbero morte circa 150 persone.

Contemporaneamente un'altro attacco è stato sferrato a Duru, a nord di Dungu. Secondo la Caritas sarebbero 75 le persone uccise. La chiesa è stata data alle fiamme.

Sempre la Caritas riferisce che le uccisioni sarebbero proseguita anche lungo il confine con il Sudan, nelle località di Bangadi, Doruma e Gurba, con 48 morti a Bangadi e altri 213 people a Gurba. Sono circa 6500 le persone che hanno trovato rifugio presso la locale chiesa cattolica.

Secondo la Caritas, l'LRA sequestra anche bambini per poi costringerli a combattere tra le proprie fila.

La sezione di Medici Senza Frontiere (MSF) di Dungu ha ricevuto il seguente rapporto [in] dalla città di Faradje:

MSF di Dungu è venuto a sapere solo la sera di Natale dell'attacco a Faradje, città di 25.000 abitanti nella RDC nordorientale. […] Il mattino seguente, infermiere di Tadu, paesino situato 20 chilometri a sud di Faradje, ha segnalato via radio la notizia dell'arrivo nella sua zona di migliaia di persone, probabilmente 15.000, in fuga dalla città. L'infermiere ha confermato che tra le vittime dell'attacco ci sarebbe il primario di Faradje e un altro operatore. Secondo lui, molti dei feriti più gravi sarebbero ancora bloccati nell'ospedale cittadino, rimasto senza forniture mediche a seguito delle razzie dei soldati dell'LRA.

Il blog della Caritas ha pubblicato tre fotografie dei sopravvissuti [in] alla strage di Natale di Faradje, scattate da Emmanuel Bofoe, tra cui la seguente:

Sopravvissuti a Faradje
Foto di Emmanuel Bofoe, Caritas International

Il blog ecologista Baraza, parte del network WildlifeDirect racconta l'attacco compiuto dall'LRA [in] nel Parco Nazionale di Garamba il 2 gennaio:

Nonostante la resistenza offerta dai ranger del parco e da alcuni elementi delle Forze Armate Congolesi, si sono avute numerose vittime e molti danni materiali. Un primo rapporto segnala 8 vittime, tra cui due ranger del parco e due donne sposate con due dei guardiani, e 13 feriti, la maggior parte colpiti da proiettili. Imprecisato il numero dei ribelli uccisi e feriti.

Diversi importanti edifici della sede del parco sarebbero stati distrutti, così come diversi mezzi di trasporto e strumenti di comunicazione. Tra le perdite, anche le scorte di carburante e cibo.

In un altro post, il blog Baraza descrive la situazione nell'area [in] come “decisamente peggiorata”:

Qualcuno ha paragonato le conseguenze della fallita offensiva militare contro l'LRA al “punzecchiare un nido d'api”.

Dahee Nam, di Impunity Watch Africa riferisce [in] di un altro attacco nella stessa regione, domenica 4 dicembre, che non avrebbe causato alcuna vittima perchè la zona era stata evacuata prima dell'arrivo dei ribelli.

Michael Kleinman, del blog Humanitarian Relief commenta la situazione umanitaria nella zona:

(…) sono 30.000 i locali che hanno dovuto abbandonare quest'area. Secondo un articolo pubblicato recentemente da [network indipendente parte del programma umanitario dell'ONU] IRIN (Integrated Regional Information Networks) – Attacchi letali dell'LRA scatenano l'esodo nel Congo nord-orientale – le agenzie di soccorso starebbero impegnandosi per raggiungere i bisognosi: “Le operazioni militari e la presenza dei ribelli dell'LRA rendono molto arduo il compito delle agenzie umanitarie, e alcune aree restano ancora inaccessibili ai soccorritori”.

Kakaluigi, missionario italiano che opera nel Congo orientale, paragona la l'attenzione riservata dai media sui massacri del Congo orientale a quella per Gaza, in un post intitolato “Scandalo!“ [fr]:

À Gaza ( Palestine) les Israeliens viennent de massacrer 400 personnes en l'espace d'une semaine, il y'a eu manifestation à travers le monde et les mèdias de tout genre ne font que nous bombarder avec leurs images de sang et de morts.

À Dungu- Faradje (RDC) c'est en presence de la Monuc que la Rébellion Ougandaise vient d'assassiner plus de 400 personnes en l'espace d'une journée, mais silence total à travers le monde, pas une image et même pas une journée de deuil au pays concerné.

A Gaza (Palestina), gli israeliani hanno appena massacrato 400 persone in una settimana, con manifestazioni in tutto il mondo e testate di ogni tipo che ci ha bombardato con immagini di sangue e morte.

A Dungu-Faradje (RDC), alla presenza del MONUC [in], la missione Onu per il Congo, i ribelli ugandesi hanno ammazzato più di 400 persone in un giorno, ma in tutto il mondo c'è stato solo silenzio, non è trapelata alcuna immagine e non è stato indetto un giorno di lutto neppure nello stesso Paese.

Sullo stesso tono Hugues Serraf, che scrivendo su La tribune du vaticinateur di Rue 89, si chiede [fr]:

Si un mort israélien vaut plusieurs morts palestiniens, combien faut-il de cadavres congolais pour un linceul gazaoui?
[…] Comment un conflit qui a déjà fait quatre millions de morts en dix ans, et tue encore plus d’un millier de civils chaque jour du fait du chaos alimentaire et sanitaire qu’il entraîne, peut-il être aussi peu couvert? Comment les 271 victimes de la LRA (hypothèse basse, rappelons-le) de ces dernières semaines ont-elles pu échapper à la vigilance de nos reporters, de nos analystes, voire de nos manifestants?

Se un morto israeliano ne vale molti palestinesi, allora a quanti cadaveri congolesi equivale un sudario gazano?
[…] Com'è possibile che un conflitto che ha già provocato quattro milioni di morti in dieci anni e che, a causa dell'emergenza alimentare e sanitaria che sta provocando, continua a uccidere più di mille civili al giorno, riceva così scarsa attenzione dai media? Com'è possibile che le 271 vittime dell'LRA (stima al ribasso, non dimentichiamolo) delle scorse settimane passino inosservate allo scrutinio dei nostri reporter, analisti, e persino dei dimostranti?

Stop the war in North Kivu, blog curato da un operatore umanitario del Congo orientale, riflette sulla “ignoranza circa i conflitti africani dell'opinione pubblica e delle testate occidentali”:

Sono convinto che questo assordante silenzio dei media occidentali sull'orrore che si consuma nei conflitti africani comporti una questione etica immensa e inevitabile. Se cinque milioni di persone muoiono in una certa località, noi, come essere umani, abbiamo l'obbligo di saperlo. È un dovere morale. Dobbiamo averne informazione, come per i milioni di uomini, donne e bambini ebrei che vennero sterminati in Germania durante la seconda guerra mondiale. Eppure, non sappiamo che dal 1998 i conflitti in Congo hanno causato la morte di oltre cinque milioni di persone.

I cittadini dell'età dell'informazione hanno il diritto di conoscere questa verità, e le vittime hanno il diritto rendere note e informare sulle proprie sofferenze.

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